17.3 C
Torino
lunedì 2 Ottobre 2023

Tokyo 2020, Davide Manenti svela il segreto dietro l’oro nella staffetta 4×100

Il velocista azzurro, riserva nella squadra maschile della staffetta, racconta la sua Olimpiade e fa chiarezza sul rapporto tra Jacobs e Tortu.

Davide Manenti si definisce l’anziano del gruppo, ma l’esperienza che ha vissuto insieme ai suoi compagni durante le Olimpiadi è stata indimenticabile e piena di emozioni. Il gruppo unito, l’affiatamento, la coesione, sono questi i segreti che hanno permesso ai colleghi del velocista piemontese di portare a casa l’oro nella staffetta 4×100.

Malgrado le restrizioni a causa della pandemia, l’atmosfera che si respirava nel villaggio azzurro e in generale, era serena e piacevole, a dimostrazione del fatto che lo sport può superare qualsiasi ostacolo e problema.

Ora è tempo di vacanze e di riposo, in attesa che inizi la nuova stagione. Il velocista azzurro, che avevamo intervistato prima della sua terza partecipazione ai Giochi estivi, ci ha fatto un resoconto della sua esperienza olimpica.

Tokyo 2020: “Che emozione!”

Ti va di raccontarci quello che hai vissuto dietro le quinte di questa Olimpiade?

È stata l’esperienza più incredibile che abbia mai vissuto in un contesto del genere. Si respirava un’energia particolare. Ho potuto vedere un gruppo unito, affiatato e con tantissima determinazione. Questo secondo me è stato in parte il segreto di questi grandissimi successi”.

Jacobs ha confessato che i rapporti con Tortu non sono dei migliori, hai notato questa frattura? Come ti sei trovato con loro e con il resto del gruppo?

Quando si parla di due colossi come loro ci sarà sempre un po’ di competizione di mezzo, ed è giusto così. Si sono spronati negli ultimi anni e sono riusciti a riscrivere la storia dell’atletica italiana, quindi a volte ciò che sembra una frattura in realtà è solo un piccolo taglietto. Siamo un gruppo unito come non mai, composto da “anziani” come il sottoscritto e giovani fortissimi, quindi pensiamo a divertirci e correre più forte che si può; il resto non deve sfiorarci”.

Molti italiani si chiedono se la medaglia d’oro è stata consegnata anche a te, così come avvenuto a Bruno Rosetti nel quattro senza del canottaggio (bronzo)?

Purtroppo no, viene consegnata giustamente a chi corre”.

Qual era l’atmosfera nel villaggio olimpico?

Bellissima nonostante le varie restrizioni per il Covid. Questo fa capire che lo sport unisce e aiuta a superare qualsiasi problematica”.

Oltre ai ragazzi della tua squadra hai legato con qualche altro atleta della spedizione azzurra?

Purtroppo non c’è stato modo a causa delle varie partenze anticipate e gli orari di gara differenti, ma ogni volta che si incontravano atleti di altri sport nella palazzina, si faceva sempre il tifo, anche se non si conoscevano”.

Davide Manenti al villaggio olimpico di Tokyo
Davide Manenti al villaggio olimpico di Tokyo (Instagram)

Come è stato vivere dentro la bolla del villaggio? Oltre i rapporti con gli atleti, lo staff e gli addetti ai lavori, giornalisti compresi, era severamente vietato incontrare altre persone?

È stato meno difficile di quanto si immaginasse; bisognava mantenere i classici distanziamenti, utilizzare la mascherina, ma se capitava si potevano incontrare anche altre persone”.

L’Italia a Tokyo ha realizzato un risultato straordinario: per la prima volta nella storia di questa competizione ha conquistato un oro sia nei 100 metri che nella staffetta 4×100. Questi risultati possono rappresentare la svolta per l’atletica azzurra?

La vittoria dei 100m e della staffetta 4×100 sono stati dei risultati incredibili che hanno riscritto la storia di questo sport. Non so se rappresenteranno la svolta, ma insieme alle altre tre medaglie (gli ori di Gianmarco Tamberi nel salto in alto, di Massimo Stano e Antonella Palmisano nella marcia 20 km), potrebbero diventare un sogno da raggiungere per più giovani”.

Oltre all’atletica quali sono le vittorie azzurre che ti hanno colpito di più?

Non c’è una vittoria che mi ha colpito in particolare, perché aver assistito in prima persona a questo treno di medaglie, mi ha fatto vedere negli occhi dei vincitori che qualsiasi sport un’atleta pratichi, la conquista di un podio porta ad una felicità che non si può raccontare”.

Mentre tra gli atleti stranieri, c’è qualche storia di sport che ha attirato la tua attenzione?

Purtroppo ero talmente rimasto sbalordito dalle nostre vittorie che ci ho messo un po’ di giorni per tornare su questo pianeta”.

Cosa ti ha lasciato questa esperienza?

È stata un’esperienza incredibile, ho provato tutte le emozioni possibili ed immaginabili. Mi ha insegnato tantissimo e posso solo ringraziare per aver avuto questa opportunità”.

Davide Manenti in allenamento
Davide Manenti in allenamento (Instagram)

Day by day

A 32 anni hai partecipato per la terza volta alle Olimpiadi. Tra tre anni ti rivedremo a Parigi?

Non so dove sarò e cosa farò fra tre anni. So solo che un passo alla volta e con i piedi ben saldi per terra, darò tutto me stesso in ogni allenamento e ogni gara. L’atletica come la vita è tutta una questione di tempo”.

Adesso è il momento delle meritate vacanze?

Sì, staccherò un po’ la spina prima di ricominciare la nuova stagione”.

Quali sono i prossimi appuntamenti sportivi che ti vedranno impegnato?

Per adesso non so ancora nulla, prima bisognerà allenarsi duramente, poi si deciderà”.

Parlaci dei tuoi obiettivi a breve e a lungo temine.

Gli unici obiettivi a cui posso pensare in questo momento sono rilassarmi, recuperare tutte le energie e aspettare l’inizio della preparazione”.

Stai già ragionando su quello che ti piacerebbe fare dopo il ritiro dall’atletica?

In questo momento cerco ancora di superare i miei limiti in atletica, ma sicuramente ho già pensato a qualche soluzione per il post gare. Ho la fortuna di poter scegliere ciò che mi possa rendere felice e cercherò di farlo nel migliore dei modi”.

Pensi che dopo i successi realizzati durante questa Olimpiade ci saranno tanti giovani, ispirati dalle vostre gesta, che vorranno cominciare a praticare le diverse discipline legate all’atletica?

Sicuramente abbiamo dimostrato quanto possa essere appassionante l’atletica leggera. Il fatto di aver vinto così tante medaglie potrebbe essere di ispirazione per molti giovani che prima non conoscevano questo sport. In Italia è difficile battere la visibilità del calcio, ma credo che grazie a questi risultati, l’atletica possa entrare nei cuori di qualche giovane in più”.

C’è un messaggio di cui ti senti portatore che vorresti trasmettere ai giovani che vorrebbero cominciare a praticare questa disciplina?

L’atletica è uno sport che non si vede, ma si sente. Le più grandi imprese non ti danno neanche il tempo di essere osservate, ma quell’attimo vale tutti i mesi, gli anni di sacrifici, gli allenamenti e le sconfitte. È la regina degli sport proprio per questo: se lotti duramente per guadagnarti quel posto, diventi un Re”.

Simona Rovero
Simona Rovero
Classe 1995, aspirante giornalista. Laureata in Scienze della Comunicazione e in Comunicazione e culture dei media, nutro da sempre una grande passione per lo sport, il cinema, il buon cibo e la scrittura.

Related Articles

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Seguici sui social
- Advertisement -spot_img

Latest Articles