Dai campi da calcio alla pista d’atletica, così Davide Manenti ha iniziato la sua carriera da velocista: una scelta che lo ha portato ad essere l’atleta che è oggi e a partecipare alla staffetta 4×100 insieme ai compagni Eseosa Desalu, Marcell Jacobs e Filippo Tortu alle Olimpiadi di Tokyo 2020.
Per il nostro azzurro, nativo di Torino, l’atletica non rappresenta solo uno sport, ma anche uno stile di vita, accompagnato da tanta fatica, determinazione, ma soprattutto forza di volontà e positività che gli hanno permesso di crescere individualmente in un gruppo compatto e coeso com’è quello che si presenta ai giochi estivi.
Da promessa del calcio a velocista
Fino all’età di 17 anni hai giocato a calcio dominando la fascia destra nelle giovanili del Novara e non solo, cosa ti ha portato a cambiare sport e come ti sei appassionato all’atletica?
“È stata una scelta molto difficile, ho praticato entrambi gli sport per due o tre anni, ma alla fine il mio fisico mi ha obbligato a scegliere. Nonostante mi allenassi solo con la squadra di calcio, venivo chiamato ogni tanto per fare le gare di atletica leggera. Nel giro di pochi mesi sono passato da competizioni regionali a una finale dei campionati italiani cadetti, nella quale vinsi facendo il record italiano. Questo è stato il motivo per il quale l’atletica piano piano è diventata la mia vita“.
Per un periodo hai giocato al Collegno insieme all’attaccante del Benevento Gianluca Lapadula (ex di Milan e Genoa). In che rapporti siete rimasti? Vi sentite ancora?
“Ho fatto i miei ultimi due anni di calcio insieme a lui e alla fine dell’ultimo, siamo arrivati secondi in Italia come squadra dilettantistica. Dopo questo secondo posto purtroppo, ci siamo persi uno po’ con tutti“.
Tornando all’atletica, tu hai vinto la medaglia d’oro con la staffetta 4×100 metri sia agli Europei under 23 di Ostrava nel 2011 che ai Giochi del Mediterraneo di Mersin nel 2013; inoltre sei stato campione italiano assoluto dei 200 m piani nel 2015. Parlaci di questi successi.
“Questi sono stati i miei primi passi nell’atletica di un certo livello, dai quali ho iniziato a capire quali fossero le mie potenzialità. Da queste vittorie ho iniziato a lavorare ancora più duramente e allora stesso tempo ho capito quanto fosse affascinante il mondo dell’atletica“.
Altri successi passati?
“Nel 2016 credo di aver fatto l’anno migliore della mia carriera fino adesso, sono arrivato sesto agli Europei sui 200m e ho staccato il pass per le mie seconde Olimpiadi sulla stessa distanza“.
Consigli a chi vuole intraprendere questo sport a livello agonistico.
“L’ atletica leggera è uno sport più duro di quello che sembri, ma sei si hanno le doti, la determinazione e gli obiettivi giusti, oltre a uno sport può diventare uno stile di vita“.

Ti ispiri a qualche atleta in particolare. Hai qualche idolo?
“In realtà non mi sono mai ispirato a nessuno“.
Com’è la vita da velocista? Quante ore ti alleni al giorno e per quanti giorni? Segui una dieta personalizzata?
“Dipende dal periodo della stagione, ma solitamente mi alleno 5/6 giorni a settimana circa due ore al giorno. Però oltre al lavoro duro in pista, la parte più importante è il recupero, durante il quale bisogna cercare di riposare bene e mangiare ancora meglio. Può sembrare una cosa semplice, ma questo tipo di vita comporta molti sacrifici“.
Molti ti considerano un esperto della staffetta, ma non hai ambizioni da solista? È indubbio che la forza del gruppo e il gioco di squadra, come ad esempio nel calcio, possano aiutare a raggiungere obiettivi importanti, ma non ti piacerebbe giocartela nei 100m con gente come Jacobs e Tortu e i 200m con Desalu? Ho citato questi 3 colleghi perché proprio voi 4 al World Athletics Relays dello scorso maggio a Chorzów, in Polonia, avete conquistato nella staffetta 4×100 la medaglia d’argento dietro solo al Sudafrica (anche se avevano rinunciato alla partecipazione nazionali del calibro di Usa, Giamaica, Cina e Canada).
“Rimane sempre uno sport individuale e ovviamente punto a superare me stesso ogni volta che mi alleno o gareggio individualmente. Ma arrivando da uno sport di squadra, ho scoperto che anche nell’atletica si possono ottenere grandissimi risultati con una staffetta ancora più unita. Se c’è un ambiente positivo e compatto la 4×100 diventa un’esperienza indimenticabile, che a volte può anche farti crescere individualmente“.
Se Ronaldo e Messi sono considerati da molti sportivi i punti di riferimento nel calcio, nell’atletica il deus ex machina rimane Bolt nonostante il ritiro?
“Credo che Bolt abbia riscritto l’Atletica Leggera facendo registrare dei tempi assurdi. Non so quanto ci vorrà per batterlo, ma sicuramente lui sarà per sempre il primo ad aver raggiunto traguardi che prima si potevano solo sognare“.
Sei un tifoso sfegatato della “Vecchia Signora” quali sono i tuoi giocatori preferiti del presente e del passato?
“Sì, sono un tifoso della Juventus, ma il calcio mi piace in generale. In questo momento sono contento che un campione come Ronaldo, che sta riscrivendo la storia, sia qui a Torino. Ci sono tanti giocatori come Chiellini, Cuadrado, Dybala che stanno facendo molto bene, ma io sono cresciuto guardando un grandissimo Capitano come Alessandro del Piero“.

Cosa pensi della vittoria dell’Italia a Euro 2020?
“Sono molto contento della vittoria dell’Italia, sono sicuro che si sta creando una squadra compatta e formata da giocatori giovani e talentuosi“.
Secondo te gli italiani riusciranno mai a festeggiare la vittoria di una medaglia olimpica, di un atleta o di un team, alla stessa maniera di quanto avviene quando si trionfa nel calcio?
“Non lo so, ma spero vivamente che l’Italia vinca una medaglia Olimpica nell’Atletica Leggera“.
Hai vestito svariate volte la maglia azzurra nella tua carriera. Qual è stata la volta che ti ha emozionato di più e perché?
“I record italiani con la staffetta Under 23 e quello individuale nei 200 sono stati i momenti più emozionanti della mia carriera, si è creata un’energia prima di gareggiare che ci ha fatto volare“.
Non solo un’atleta
Tokyo 2020 è la tua terza partecipazione ad un’Olimpiade dopo Londra 2012 e Rio 2016 nella staffetta 4×100. Parlaci delle Olimpiadi passate e come ti rapporti a quella di quest’anno.
“Con quella di quest’anno ho fatto due Olimpiadi con la staffetta 4×100 e una sui 200m. Sono state tutte dei grandissimi traguardi, però purtroppo quest’anno non ho raggiunto la condizione che volevo. L’Olimpiade insegna tantissime cose e per me quella di Tokyo sarà una grandissima sfida“.
Come hai preparato questi Giochi, visto anche il rinvio a causa della pandemia, e soprattutto qual è il tuo stato di forma attuale?
“Ho cercato di prepararla al meglio, da vero professionista, ma purtroppo ho dovuto recuperare dalla pandemia. Ad aprile mi sono fatto trovare in un’ottima condizione per i campionati del mondo di staffetta; dopo qualche problemino adesso sono tornato in un’ottima condizione“.
Com’è il rapporto con i tuoi compagni di staffetta?
“Il rapporto con i miei compagni è molto buono, c’è stato un cambiamento generazionale, non sono più gli stessi di quando ho iniziato. All’interno del gruppo cerco di portare più positività possibile, perché ho scoperto negli anni che è l’unico segreto per mettere tutti nella condizione migliore per fare le più belle prestazioni“.

Fai parte dell’Aeronautica militare, come ci si sente a vestire questa divisa e far parte di questo corpo?
“L’Aeronautica Militare ormai è la mia seconda famiglia, solo grazie a loro ho potuto fare quello che ho fatto. Mi hanno sempre supportato e sopportato in ogni occasione e io ho sempre corso fiero di vestire questa maglia“.
Il tuo grado è primo aviere scelto: hai mai volato a bordo di un aereo dell’aeronautica? Hai mai sognato di pilotare un aereo o un elicottero?
“Una volta ho volato su un aereo cargo che permette ai caccia che controllano lo spazio aereo di fare rifornimento in volo, così da non perdere tempo ad atterrare. Però sì, mi sarebbe piaciuto guidare una freccia tricolore“.
A proposito di “volo” sei una di quelle persone che si potrebbe definire con i piedi ben piantati a terra oppure ti piace volare sulle ali della fantasia?
“Dipende dalla situazione, come base mi piace avere i piedi per terra ma allo stesso tempo alcune volte bisogna sognare“.
Oltre all’atletica riesci a dedicarti a qualche hobby. Cosa ti piace fare nel tempo libero?
“Oltre a correre mi piace leggere, giocare qualche volta alla playstation e viaggiare“.
Il tuo autore preferito è Oscar Wilde: se dovessi scegliere qual è il libro dello scrittore irlandese che preferisci e perché?
“Oscar Wilde è uno dei miei autori preferiti, la prima volta che ho letto “Il ritratto di Dorian Gray” ho capito subito che poteva piacermi come autore. Ho letto anche altri suoi testi, ma quello è stato il mio preferito“.
Parlaci del rapporto con la tua famiglia. Chi ti supporta maggiormente? Sei impegnato sentimentalmente?
“La mia famiglia è la prima a supportarmi da quando sono piccolo. Hanno dovuto starmi vicino ed aiutarmi in molte circostanze, ma da due anni a questa parte ho anche una compagna che ha imparato a capire cos’è il mio lavoro e nonostante tutto mi sta vicino e mi aiuta ogni volta che ho bisogno. Anche in questo bisogna essere bravi con il lavoro di squadra“.
Obiettivi futuri?
“Non so quali saranno i miei obiettivi futuri, adesso voglio pensare a Tokyo e se ci sarà l’occasione darò tutto me stesso per portare il più in alto possibile il nostro tricolore“.