Lo scorso 19 gennaio il Comune di Torino ha pubblicato un avviso pubblico in cui apriva la possibilità ai cittadini che lo desideravano di inviare la propria candidatura per il “ruolo” di Disability Manager comunale.
All’apparenza sembra un’ottima notizia. Purtroppo però una di quelle notizie capaci anche di lasciare l’amaro in bocca. E sì, perché l’incarico dovrà essere ricoperto a titolo totalmente gratuito.
Il ruolo del Disability Manager era stato istituito già nella scorsa Giunta Appendino e la persona che aveva ricoperto questa carica non percepiva un legittimo stipendio.
La Consulta per le Persone con Difficoltà di Torino aveva già valutato negativamente questa condotta della vecchia Amministrazione Comunale e aveva già segnalato la questione, sperando che con il cambio di guardia, si sarebbe finalmente posto rimedio e fatto di più oltre che fatto meglio.
Questo non è avvenuto nonostante l’attuale squadra capitanata dal Sindaco Lo Russo avesse all’epoca fatto proclami pubblici di sensibilità e attenzione verso questo argomento. Anzi quando era stato emanato il regolamento che istituiva la figura del Disability Manager nel mandato Appendino, l’attuale maggioranza si trovava all’opposizione, e contestò fermamente la gratuità dell’incarico. Ma oggi, trovandosi dall’altra parte, ha riproposto tale e quale quanto deliberato dalla precedente amministrazione.
E dopo la pubblicazione dell’avviso comunale a schierarsi contro è stata CPD ma anche Fe.D.Man., la Federazione Disability Management.
“Il Disability Manager è una figura centrale, chiamata a risolvere problemi complessi e che per tale compito deve necessariamente concentrare su di sé competenze ed esperienze molto diverse, quelle per intenderci che definiscono il profilo di un qualunque manager pubblico di alto livello. Perché il valore professionale di una figura di questo tipo non deve essere retribuito? “ si domanda Mauro Buzzi, Presidente di Fe.D.Man.

Inviata una lettera di protesta al Sindaco dalla Federazione Disability Management
La Fe.D.Man. in merito alla questione ha inviato nei giorni scorsi una lettera di protesta al Sindaco di Torino Stefano Lo Russo affinché l’avviso venga subito ritirato e ha inoltre chiesto di riformulare i suoi termini. Ma al momento non c’è stata alcuna risposta.
L’associazione ha motivato la sua missiva specificando come la figura del Disability Manager sia un incarico con una evidente portata strategica. Un “ruolo importante” che non può non essere pagato.
A chi ricopre questa mansione spetta la programmazione delle politiche pubbliche in un’ottica di pari opportunità e di superamento delle barriere architettoniche, sensoriali e culturali, la promozione dei diritti e delle opportunità di accesso/fruizione dei servizi comunali da parte delle persone con disabilità, nonché delle iniziative pubbliche di sensibilizzazione sui temi dell’accessibilità e della fruibilità ma anche la proposizione e il monitoraggio di politiche attive per l’inclusione lavorativa e la valorizzazione dei dipendenti comunali con disabilità.
E tra i compiti più rilevanti del Disability Manager vi è anche quello dell’elaborazione di un piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche nella Città di Torino.
Insomma, una figura professionale con funzioni essenziali e molteplici responsabilità che, secondo la federazione, non può proprio lavorare gratis.

Ferrero della CPD: “Proporre la gratuità per un compito così delicato è offensivo”
Anche la CPD di Torino si è schierata condividendo e appoggiando la lettera di protesta inviata dalla Federazione Disability Management.
La consulta torinese che si occupa di progetti di integrazione per le persone con disabilità ha sottolineato come “il Disability Manager non può essere un semplice ruolo di facciata visti i compiti cui è chiamato ad assolvere”. Uno di questi è sicuramente quello di portare a termine la realizzazione del PEBA, il Piano di Eliminazione Barriere Architettoniche che ad oggi il Comune di Torino non ha ancora attuato.
“Proporre la gratuità per un compito così delicato è offensivo e umiliante per il professionista ma anche per le persone con disabilità che si trovano di nuovo di fronte a un’occasione mancata per fare concretamente la differenza. Operando in questo modo non possiamo che arretrare sempre di più perché il risultato finale è che i cittadini fragili continueranno ancora a vedersi attribuita dalla politica una bandierina di serie B e i professionisti trattati in modo pietistico e non come figure di alto profilo professionale, in grado di apportare reali cambiamenti” ha dichiarato Giovanni Ferrero, direttore della CPD.
Ora i due enti hanno chiesto ufficialmente all’Amministrazione e al primo cittadino che venga ritirato l’avviso appena emanato ma anche che si apri un tavolo di discussione affinché si giunga in modo condiviso a un giusto inquadramento di questa scelta così importante per tutta la Città.