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venerdì 8 Dicembre 2023

Perin affidabile, Rabiot trasformato. L’analisi di Juventus-Fiorentina

Con il successo per 2 a 0 di ieri sera, la Juventus stacca il pass per la finale di Coppa Italia a Roma dove l'11 Maggio incontrerà l'Inter nel quarto derby d'Italia della stagione

Obiettivo raggiunto per la Juventus. I bianconeri superando per 2 a 0 la Fiorentina nella gara andata ieri in scena allo Stadium, si sono guadagnati il biglietto per la finale della competizione nazionale. Una partita molto combattuta, nella quale entrambe le compagini hanno interpretato le idee di gioco delle rispettive guide tecniche. I bianconeri però hanno avuto il merito di sapersi difendere con ordine dal buon palleggio dell’avversario, e sono riusciti a capitalizzare al meglio le occasioni da rete.

Avvio deciso della Fiorentina. La Juve esce alla distanza

L’aveva promesso Vincenzo Italiano nella conferenza stampa della vigilia. Il tecnico viola aveva detto che la sua squadra avrebbe fatto di tutto per poter ribaltare il risultato dell’andata, e al fischio d’inizio le premesse del mister della formazione ospite sembrano poter rispecchiare in toto il copione della partita. Per i primi venticinque minuti di gara la viola mette in campo le sue doti che ne fanno una delle sorprese più piacevoli di questa stagione. Attraverso la manovra e con un’aggressione molto alta in fase di non possesso, gli ospiti mettono in difficoltà la Juventus che in fase di possesso si vede più volte costretta a saltare la linea mediana per cercare subito Vlahovic.

Ancora una volta marcato strettissimo da Igor, questa soluzione verticale non riesce mai a sorprendere la retroguardia viola, che proprio a pochi istanti dal fischio d’inizio perde per infortunio Milenkovic. Tuttavia, le assenze in casa gigliata (Bonaventura e Castrovilli tra gli altri) non sembrano pesare assolutamente. Dopo una fase di assestamento, la formazione di Allegri riesce a prendere le giuste contromisure tattiche ed entra anche lei dentro la partita.

Juventus Fiorentina
Federico Bernardeschi, autore della prima rete bianconera (Twitter FC Juventus)

Ripartenze veloci e Bernardeschi. La Juve passa al primo errore avversario

Non potendo contrapporre alla Fiorentina trame di gioco altrettanto fluide e meccanizzate, la Vecchia Signora inizia a fare ciò che le ha consentito di raccogliere la maggior parte dei suoi successi in questa stagione. Con grande applicazione difensiva, la squadra di casa rallenta il giro palla viola e i rifornimenti a Cabral faticano ad arrivare.

Una volta riconquistato il possesso, sfruttando le doti atletiche degli avanti la formazione sabauda inizia a rendersi pericolosa dalle parti di Dragowski, fino ad arrivare al vantaggio. Il gol di Bernardeschi, arrivato da un duplice errore prima dell’estremo difensore viola e poi di Biraghi, indirizza la partita esattamente dove voleva portarla il tecnico della Juventus. In questa partita a scacchi è la Fiorentina ora che è obbligata a fare la prima mossa, con i bianconeri che sono pronti a colpire ogni singolo errore.

Vlahovic in un paio di circostante ha la possibilità di rendere dolce la sua serata, ma in entrambe le circostanze si dimentica il cucchiaio e non riesce a gustarsi il dessert. Una serata dai due volti quella del 7 bianconero, nella quale ha ancora una volta dimostrato il grande spirito e la disponibilità nel giocare per i compagni. D’altro canto però non sono passate inosservate le occhiatacce ai compagni ogni qualvolta non veniva premiato un suo movimento alle spalle dei difensori. Un aspetto sul quale la Juventus dovrà sicuramente migliorare.

Perin e il centrocampo bianconero da applausi. Male ancora Alex Sandro

Nella ripresa gli ospiti rientrano in campo con il piglio giusto e manifestano da subito l’intento di trovare il pareggio nel più breve tempo possibile. Tuttavia, sulla strada della viola si mette di traverso Perin, che con un miracolo toglie dalla porta il colpo di testa di Cabral. Un intervento super per il portiere ex Genoa che festeggia il rinnovo con la Juve fino al 2025, mettendo un’altra firma importante con i suoi guantoni: quella per la finale di Roma dell’11 maggio.

Nella ripresa ci sono stati però altri protagonisti meritevoli di essere menzionati. La linea mediana improvvisata proposta ieri da Allegri ha fornito una prova di grandissima sostanza, condita con il gol del 2-0 di Danilo, e con le prestazioni superlative di Zakaria e Rabiot. Se per il centrocampista svizzero le prestazioni fin ora hanno mantenuto un certo livello di continuità, la crescita esponenziale dell’ex Psg fa aumentare il rimpianto per aver visto il giocatore transalpino esprimersi su questi livelli solo adesso. Il numero 25 è ovunque, lotta, pressa, recupera palloni e regala anche qualche giocata di gran classe, una di queste è il controllo orientato che gli consente di poter battere Dragowsky per il 2 a 0 poi annullato dal Var.

Unica nota stonata della serata la prova in colore di Alex Sandro. Il terzino brasiliano sembra davvero il lontano parente di quel giocatore che arava le corsie laterali d’Italia e non solo. A questo punto, prende sempre più corpo l’idea che questi siano gli ultimi mesi del terzino con la maglia bianconera.

Juventus Fiorentina
L’esultanza della squadra per la conquista della finale di Coppa Italia (Twitter FC Juventus)

Operazione rivincita

Con il successo di ieri, la Juventus si è guadagnata la possibilità di vincere per l’undicesimo anno consecutivo un titolo. Un’impresa non da poco considerando come i bianconeri hanno iniziato la stagione. Certo non il trofeo più ambito dalle parti della Continassa, ma se a contenderlo alla Vecchia Signora c’è una rivale storica come l’Inter, è evidente che qualsiasi trofeo in palio acquisti un grande valore. La compagine zebrata ha poi l’obiettivo di prendersi la rivincita dopo la sconfitta all’ultimo respiro in Supercoppa: il gol del 2-1 subito al 121esimo brucia ancora e un’eventuale vittoria a Roma renderebbe meno amaro il ricordo. Dopo lo storico sfottò di Mourinho, la Juve ha una missione: battere l’Inter per scongiurare l’ipotesi degli “zero tituli”. Appuntamento nella città eterna, per una sfida eterna.

Christian Licciardi
Christian Licciardi
Classe 1992, aspirante giornalista laureato in Scienze della Comunicazione. Fin da piccolo coltivo il sogno di diventare redattore sportivo. Ho collaborato con due testate giornalistiche che mi hanno permesso di trattare di Juventus e di realizzare interviste a celebri personaggi del mondo del calcio. Vorrei che la mia più grande passione si trasformasse nel mio lavoro.

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