Finisce con un’altra sconfitta la breve, brevissima avventura della Juventus in questa edizione della Champions League. La formazione di Allegri cade in casa contro i parigini per 2-1 e, complice la caduta rovinosa del Maccabi contro il Benfica, si aggiudica l’accesso all’Europa League. La gara dello Stadium, tuttavia, lascia qualche spunto di riflessione interessante per il futuro prossimo, per la voglia messa in campo dai padroni di casa e per la personalità dimostrata dai giovani schierati in campo ieri dal tecnico livornese.
Una magia di Mbappè macchia un ottimo primo tempo
Quando l’urna di Nyon aveva inserito nello stesso girone dei bianconeri il Psg dei marziani, molti tra i sostenitori juventini avranno sicuramente programmato la caccia al biglietto non badando a spese pur di vedere all’opera dal vivo dei veri e propri fuoriclasse come Neymar, Messi e Mbappè. Tra le speranze dei bianconeri c’era però anche quella di assistere una gara che avrebbe permesso alla propria squadra di accedere alla fase successiva della competizione.
Causa un pessimo andamento caratterizzato da grandi picchi di discontinuità, la partita tanto attesa andata in scena ieri valeva per l’onore e, per quanto riguarda il significato legato al campo, poteva dare la possibilità ai bianconeri di rimanere in Europa. I padroni di casa arrivavano a questa sfida incerottati e con gli uomini contati, tanto da “obbligare” Allegri a puntare sulla linea verde: partono infatti dal primo minuto Gatti, Fagioli e Miretti, con Locatelli in cabina di regia e Milik unico riferimento offensivo (vista l’indisponibilità dell’ultim’ora di Kean).
Nonostante gli imprevisti e le numerose defezioni, i bianconeri affrontano la gara con il piglio giusto già dalle prime battute. Soprattutto nella zona centrale del campo, la Juventus riesce spesso a trovare trame di gioco interessanti, grazie soprattutto alla verticalità di Miretti e alle geometrie messe in campo da un Locatelli che ieri ha disputato probabilmente la miglior partita da quando veste la casacca bianconera. L’ex Sassuolo abbina giocate sul corto a verticalizzazioni sul lungo, andando anche un paio di volte alla conclusione.
Dal suo destro educatissimo parte anche l’azione che porta al pareggio momentaneo di Bonucci. Gli ospiti non esercitano un grande pressing e questo probabilmente ha agevolato i padroni di casa, che senza un’eccessiva pressione hanno potuto costruire con discreta facilità: tuttavia, appena c’è qualche spazio da occupare, le stelle del Psg non ci pensano due volte a far male alla Vecchia Signora. In una palla persa in uscita, Mbappè con una giocata da campione giustifica il prezzo del biglietto speso da tutti i paganti presenti ieri all’Allianz Stadium. Tunnel a Gatti (che poi si attacca letteralmente all’attaccante francese senza sortire alcun effetto), sterzata su Locatelli e conclusione che bacia il palo e finisce alle spalle di Szczesny, con il popolo bianconero che non può far altro che rendere omaggio alla giocata di uno dei prossimi seri candidati per la conquista del Pallone d’Oro.
Disattenzione a parte, prima frazione di gioco davvero incoraggiante per la compagine sabauda, che nonostante qualche difficoltà nel servire Milik, crea più di qualche apprensione alla formazione allenata da Galtier.

Secondo tempo, stessa musica. La nota positiva: si rivede Chiesa
Rientrati dagli spogliatoi, il live motive della gara rimane sempre il medesimo, con i padroni di casa che cercano di prendere in mano il pallino del gioco e il Psg che rimanendo per diversi tratti della gara passivo, cerca di crearsi campo aperto per andarlo a riempire con le sgasate di Mbappè e con l’estro e l’imprevedibilità di Messi.
Gli ospiti fanno fatica durante tutta la partita ad attivare Hakimi, contenuto molto bene da Kostic e dall’aiuto di un Rabiot che è sempre più un punto di riferimento per i suoi. Sull’altro lato del campo, un Cuadrado ispiratissimo riesce spesso a saltare Bernat e a creare superiorità numerica: un’altra nota lieta della serata, per un giocatore che vista la carenza di imprevedibilità dal punto di vista tecnica, deve tornare ad essere determinante.
Alla seconda grande disattenzione però, i bianconeri tornano a rincorrere: palla illuminante di Mbappè che taglia fuori Cuadrado e consente a Nuno Mendes di battere Szczesny da posizione defilata. Una doccia gelata per la Vecchia Signora, che fino a quel momento stava disputando una gara di assoluto livello, certificata anche dalla spinta di uno Stadium davvero encomiabile per l’apporto dato alla squadra per tutti i novanta minuti. Una spinta che permette alla Juventus di continuare a spingere anche dopo il gol del vantaggio ospite, e che complice qualche errore nell’ultimo passaggio non riesce a tradursi nel tanto sperato pareggio.
C’è tempo prima del fischio finale per la nota più lieta della serata. A un quarto d’ora dalla fine rientra in campo Federico Chiesa, accolto dal boato dello stadio che aspettava questo giocatore da tanto tempo. Un tempo interminabile anche per “Chicco”, che nei minuti a disposizione fa intravedere da subito quanto sia la voglia nel tornare a dominare su quella fascia e quanto sia grande la sua voglia di calcio e di Juve.Al termine della gara, gli applausi dell’Allianz accompagnano l’uscita di scena della squadra dalla massima competizione europea. Un’eliminazione avvenuta, a onore del vero, con pieno e assoluto merito.
Delusione da trasformare in rabbia
Nel post partita Allegri nonostante la prestazione importante fornita dai suoi non nasconde la delusione per l’eliminazione ai gironi (la prima per lui in carriera) e rimarca quanto sia importante per i suoi ricordarsi di questo percorso europeo certamente non all’altezza. L’amarezza nell’aver fatto 3 punti in 6 partite e di non aver mai dato la sensazione di poter competere a certi livelli, deve essere trasformata in rabbia.
Questo sentimento deve rappresentare la benzina che va messa nel serbatoio già a partire da domenica con L’Inter. In queste ultime due settimane, i bianconeri devono costruirsi la seconda parte di stagione che, al rientro dalla pausa Mondiale, deve necessariamente essere diversa, La Juventus, con più coraggio nelle scelte e con rabbia, deve tornare a fare arrabbiare gli avversari.