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lunedì 29 Maggio 2023

Finalmente Rabiot, Morata macchia una buona prova. L’analisi di Juventus-Inter

Dopo una lunghissima striscia di risultati utili consecutivi, la Juventus perde in casa con l’Inter per 0-1, mettendo la definitiva parola fine alle flebili speranze scudetto. Un rigore di Calhanoglu nel primo tempo permette ai nerazzurri di staccare la Vecchia Signora, chiamata ora a centrare l’obiettivo quarto posto. Una sconfitta immeritata quella maturata nel match dello Stadium, nel quale i padroni di casa hanno fornito senza dubbio la miglior prestazione della stagione.

Intensità e coraggio. La Juve mette all’angolo l’Inter

Alla vigilia del Derby d’Italia c’era la ferma convinzione che Allegri optasse per una formazione a specchio, che consentisse di essere accorta per poi colpire una volta riconquistata la sfera. Con un vero colpo di scena, in parte pronosticabile dalle dichiarazione del tecnico livornese nella conferenza della vigilia, la formazione di partenza è tutto meno che conservativa. La compagine sabauda si presenta con un 4-2-3-1 con tutti gli uomini di maggiore qualità in campo dall’inizio. Una scelta sorprendente, che probabilmente coglie impreparata anche l’Inter, incapace fin dal calcio d’inizio di contenere l’impeto dei padroni di casa.

Con un ritmo altissimo e un fraseggio che non lascia spazio a errori tecnici, la Juventus occupa molto bene tutte le zone del campo. Il baricentro della squadra è molto alto in entrambe le fasi, e questo consente ai bianconeri di recuperare la palla molto velocemente; il quartetto offensivo formato da Cuadrado, Dybala, Morata e Vlahovic (marcato strettissimo da Skriniar) riesce a trovare sempre lo spazio tra le maglie nerazzurre per dialogare e in più di una circostanza crea diversi grattacapi alla retroguardia meneghina.

Grazie al posizionamento della Joya, l’Inter fa molta fatica a trovare Brozovic, e la manovra ospite ne risente. Nei primi trenta minuti è un vero e proprio dominio dei padroni di casa, che dominano in lungo e in largo l’avversario senza però riuscire a trovare il guizzo giusto per sbloccare la gara.

Juventus Inter
Hakan Calhanoglu realizza il terzo rigore su tre calciati in questa stagione

La Juve viene punita alla prima disattenzione

Anche le corsie laterali vengono ben controllate dai giocatori juventini. L’Inter, che costruisce la maggior parte dei suoi gol sfruttando l’ampiezza del campo, trova difficoltà nel sviluppare il gioco sugli esterni anche grazie all’ottimo lavoro in fase difensiva soprattutto della corsia mancina. Sia Alex Sandro che Morata sono molto bravi e attenti nell’assorbire gli inserimenti di Dumfries e a contenere gli inserimenti senza palla di Barella, che predilige agire nella zona destra del campo.

Nel calcio però, specie quando si affrontano giocatori di alto livello, basta una distrazione per vanificare tutto, e questa preoccupazione diventa realtà allo scadere del primo tempo. Morata, che nel complesso ha fatto una buona partita, con un maldestro intervento su Dumfries causa il rigore del vantaggio ospite. Un errore da matita rossa per l’attaccante andaluso che non può e non deve cancellare tutto ciò che di buono sta facendo nella nuova collocazione tattica da esterno sinistro.

I campioni d’Italia in carica raggiungono un insperato vantaggio che difenderà con le unghie e con i denti anche nella ripresa. Oltre alla prestazione di Skriniar, c’è veramente poco da salvare per la prestazione degli ospiti, che hanno come merito quello di saper resistere agli attacchi di una Juventus che anche nella ripresa non abbassa l’intensità delle sue giocate.

Juventus Inter

La Juve si ferma al palo. Zakaria impatto super

Anche nella seconda frazione di gioco il copione della partita non cambia e questa è un’altra componente che va in antitesi con la stagione della Vecchia Signora. Se fino ad oggi la formazione di Allegri era stata protagonista di partite a due facce, ieri sera la squadra è riuscita a mantenere un buon livello di intensità e di pressione per tutti i novanta minuti.

Ad agevolare l’aggressione nella metà campo avversaria è stato sicuramente l’ottimo impatto di Zakaria sulla gara, soprattutto nel secondo tempo. Il centrocampista svizzero subentrato a uno sfortunatissimo Locatelli (colpo alla testa nei primi minuti e in seguito lesione al collaterale mediale del ginocchio destro), è autore di una grande prova sia dal punto di vista fisico che atletico. La discesa libera nella ripresa nella quale supera tre avversari e con il destro centra il palo è la perfetta sintesi di un giocatore che nell’ultimo mese avrebbe fatto molto comodo alla mediana bianconera.

Con il passare dei minuti la Juventus ha anche provato a modificare il modo di attaccare l’avversario, prediligendo maggiormente le vie centrali con scambi molto pregevoli che in più di una circostanza non si sono chiusi per poco. In una di queste giocate verticali Vlahovic con una giocata da urlo ha sul suo piede debole la palla del pari, ma la sua conclusione soffia vicino al palo alla destra di Handanovic. Questo è uno degli ultimi squilli della gara del serbo, che per tutta la partita ingaggia un duello fisico continuo con la retroguardia avversaria. In particolar modo Skriniar è stato autore di qualche intervento al limite che avrebbe forse meritato una sanzione da parte del direttore di gara.

Nonostante il forcing finale, l’Inter resiste e porta a casa il massimo risultato con il minimo sforzo: questa volta la legge del “corto muso” punisce il suo massimo esponente.

La delusione sul volto di Szczesny e de Ligt (Juventus Twitter)

Una sconfitta che lascia molte speranze

Non sarà sicuramente facile per tutto l’ambiente juventino digerire questa sconfitta, specie se arrivata contro i rivali di una vita. Tuttavia ciò che la squadra ha fatto vedere nella serata dello Stadium lascia molti spunti da cui ripartire. Il dinamismo, la voglia e l’intensità messa in campo dagli uomini di Allegri possono e devono essere indicazioni sulle quali costruire il futuro prossimo della Juventus, perché queste prestazioni possono essere il segnale di un ulteriore step di crescita.

Ora l’obiettivo numero uno è blindare il quarto posto per programmare in serenità e con lucidità la prossima stagione: con qualche ritocco e con l’approccio di ieri, i bianconeri possono tornare a fare la voce grossa in men che non si dica.

Christian Licciardi
Christian Licciardi
Classe 1992, aspirante giornalista laureato in Scienze della Comunicazione. Fin da piccolo coltivo il sogno di diventare redattore sportivo. Ho collaborato con due testate giornalistiche che mi hanno permesso di trattare di Juventus e di realizzare interviste a celebri personaggi del mondo del calcio. Vorrei che la mia più grande passione si trasformasse nel mio lavoro.

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