Con una zampata di Dusan Vlahovic i bianconeri superano di misura un Torino mai arrendevole e si aggiudicano con merito il Derby della Mole. In una gara senza troppe emozioni e governata da una serie di innumerevoli duelli individuali, la formazione di Massimiliano Allegri disputa una gara attenta e soprattutto da squadra, caratteristiche che soprattutto nell’ultimo periodo sono mancate alla Vecchia Signora. Non la risposta a tutti i mali, ma sicuramente il successo di ieri sera rappresenta una base dalla quale ripartire.
Bonucci ancora in panchina. Milinkovic tiene in partita i suoi
Alla vigilia della stracittadina, il tecnico juventino aveva chiesto ai suoi una gara attenta condita con cuore e passione, caratteristiche che, per espressa ammissione dell’allenatore, non era più riuscito a riscontrare nei giocatori. Nell’undici di partenza scelto dal mister livornese spicca l’ennesima esclusione di lusso per Leonardo Bonucci. Una scelta che, se per le gare precedenti poteva sembrare essere riconducibile solo al gestire un giocatore dalla carta d’identità sempre più pesante, ora inizia ad assumere le vesti di un piccolo caso. Si parla addirittura di una richiesta già avanzata dal capitano bianconero di lasciare la Juventus già nel mercato di Gennaio: vedremo se queste voci potranno trovare nel futuro prossimo riscontri tangibili.
I bianconeri scendono in campo con il 3-5-2, nel quale il grande ex Bremer dopo la panchina di Haifa va a riprendere la sua posizione al centro del terzetto difensivo completato da Danilo e Alex Sandro. Davanti a loro Locatelli in cabina di regia e coppia offensiva formata da Vlahovic e da Kean, che dopo qualche buon ingresso nelle partite precedenti si guadagna una maglia da titolare.
Il Torino dal canto suo cerca, soprattutto con la scelta di Vlasic ad agire come prima punta, di non dare troppi punti di riferimento alla retroguardia bianconera. L’inizio di partita è molto bloccato, soprattutto per la consapevolezza di entrambe le squadre delle conseguenze che comporterebbe perdere una partita come questa. I granata hanno però il merito di tenere più il pallone e di cercare maggiormente il modo di impensierire gli ospiti, anche se il frutto del loro gioco sono un paio di soluzioni da fuori area che fanno solo il solletico a Szczesny.
La Juventus, una volta riconquistato il possesso, non riesce mai a ripartire con forza, complice anche la prestazione opaca dei suoi esterni. Sia Kostic, sia soprattutto Cuadrado, non riescono mai a risultare incisivi, e diversi errori tecnici completano un primo tempo opaco per entrambi. L’unico squillo della Vecchia Signora arriva al tramonto del primo tempo con una tripla parata di Milinkovic Savic che disinnesca in sequenza Vlahovic, Locatelli e Rabiot.

Nella ripresa la Juve non esce dalla partita
Al rientro dagli spogliatoi, tra il popolo bianconero sarà sicuramente passata l’idea che la Juventus, visti i preoccupanti precedenti, sarebbe calata fisicamente e mentalmente dalla partita. Nonostante le aspettative, questa volta la compagine zebrata, senza fare a onor del vero qualcosa da ricordare, rimane dentro la gara e crea più di un problema all’avversario.
Prima Locatelli da fuori scalda ancora i guantoni dell’estremo difensore granata, e poi Kean ha sul destro il pallone del possibile vantaggio, ma l’attaccante azzurro spreca tutto in maniera clamorosa: un’altra prestazione da dimenticare per l’attaccante bianconero, la cui discontinuità di rendimento è diventata una pericolosa costante.
Il Torino dal canto suo non riesce più ad essere padrone del campo come nella prima parte di gara, ma riesce a costruire comunque la palla gol più importante per spostare gli equilibri di questo confronto: sugli sviluppi di una discesa di Lazaro, il pallone finisce sui piedi di Miranchuk, che ha sul suo mancino la palla dell’1 a 0. Tuttavia il giocatore granata da ottima posizione calcia con il corpo all’indietro la sfera, spedendola dritta dritta in Maratona.
Un’occasione divorata dai padroni di casa, che poco più tardi pagheranno a caro prezzo. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Danilo prolunga il pallone sul secondo palo, dove sia avventa Vlahovic che con una zampata da bomber vero insacca alle spalle di Milinkovic facendo esplodere la Torino bianconera.
Ripartire dai leader
Non è un caso che il gol che sancisce il successo dei bianconeri sia arrivato da una combinazione tra Danilo e Vlahovic. Già, perché dietro a questo gol, ci sono due giocatori che più di tutti stanno incarnando lo spirito che serve alla Juventus per uscire dalle sabbie mobili in cui lei stessa si è andata a cacciare. Altra prestazione di livello per il difensore brasiliano, che sta dimostrando sempre di più la sua centralità nel mondo Juve, tanto da poter essere definito come un capitano senza fascia sul braccio.
Grande serata anche per Vlahovic. L’attaccante serbo viene premiato dopo una partita di grande sacrifico, di corsa e di molto movimento senza palla: l’imbucata di Kean nel primo tempo che porta Vlahovic ad attaccare la profondità e a concludere verso la porta è una situazione di gioco che va proposta con maggior continuità per sfruttare al meglio le caratteristiche di un grande giocatore e di un trascinatore in campo. Dopo l’errore di Kean nella ripresa, l’incoraggiamento dato dall’attaccante serbo è la prova di un ragazzo con le stigmate del leader.
La Juventus rialza la testa, batte i cugini granata e conquista 3 punti vitali per muovere la classifica, e soprattutto per riassaporare il concetto di vittoria in trasferta, un concetto che ai bianconeri mancava da tantissimo tempo: la vittoria di ieri non deve dare alcuna illusione ad una squadra che ha ancora le fattezze di un cantiere aperto, nel quale c’è ancora molto da fare.