Cinque gare, cinque medaglie vinte da parte della nostra Carlotta Gilli; da ultimo il primo posto, nonché record mondiale nei 200 misti.
L’azzurra, nata a Torino, aveva aperto lo scorso 25 agosto la sua esperienza a Tokyo 2020 vincendo un oro nei 100 metri farfalla e oggi chiude il cerchio con un altro oro: “Ero piuttosto stanca prima di partire, però mi sono ripromessa di recuperare tutte le energie e dare il massimo, visto che questa sarebbe stata l’ultima gara. Sono contentissima, poiché sono riuscita a fare quello che volevo sia come prestazione che come tempo. Ho inaugurato questa Olimpiade con una medaglia d’oro e il record paralimpico e lo chiudo con un altro oro e un record del mondo, non potevo chiedere di più”, ha commentato ai microfoni di Rai Sport.
Nata in acqua
Wonder Gilli non ha deluso le aspettative dopo l’ottimo tempo registrato in batteria e così in gara è partita alla grande con il suo stile preferito: la farfalla, che l’ha portata fin da subito abbondantemente davanti alle avversarie. Ma nonostante la rana, suo punto debole, Carlotta vuole vincere e vasca dopo vasca riesce a distaccare ulteriormente le rivali, chiudendo la prestazione davanti a tutte con uno stile libero impeccabile che le permette di ottenere un tempo da record: 2’21’’44.
“Era un tempo che avevo messo nel mirino. Agli Europei ci ero andata vicina e oggi sapevo che questa sarebbe stata l’ultima possibilità per riscattarmi”.
Le emozioni in questi giorni sono state tantissime, ma la nuotatrice sembra ancora incredula: “Nel momento in cui inizierò a realizzare il tutto, spero di essere già tornata a casa perché l’entusiasmo sarà ingestibile, però pagherei per rivivere tutto questo”.

Cinque medaglie su cinque gare per Carlotta Gilli
Da quando è entrata in acqua, Carlotta ha inanellato una serie di successi e medaglie. L’oro e il record paralimpico nei 100 metri farfalla, un argento nei 100 metri dorso, un altro secondo posto nei 400 metri stile libero. E ancora un bronzo nei 50 metri stile libero e lo strepitoso primo posto di oggi nella categoria SM13, ovvero quella degli ipovedenti, causa la malattia di Stargardt che fin da bambina le ha portato una diminuzione del coefficiente della vista.
“Salire su quel podio è qualcosa di inspiegabile, però la medaglia d’oro, sentire l’inno, va veramente oltre tutto. Questa vittoria me la sono voluta godere a pieno, è stato un sogno. Ora però torno a casa con un altro grandissimo desiderio: faccio parte delle Fiamme Oro e del Gruppo Sportivo della Polizia di Stato. Finalmente è passata la legge che anche noi atleti paralimpici potremo essere arruolati come quelli olimpici. Per cui io vorrei essere la prima atleta paralimpica ad essere arruolata e diventare a tutti gli effetti una poliziotta. Ringrazio il capo della polizia, il Presidente delle Fiamme Oro, perché tutte queste vittorie le devo anche a loro”.