Il Centro regionale di Biologia molecolare di Arpa Piemonte, in collaborazione con il Laboratorio di Virologia Molecolare e Ricerca Antivirale diretto dal professor David Lembo del Polo Universitario San Luigi Gonzaga di Orbassano dell’Università di Torino, ha sviluppato, sperimentato e validato un metodo per il campionamento e scoperto come il virus SARS-CoV-2 si trasmetta anche nell’aria.
Grazie a questo metodo, l’Arpa ha fornito la dimostrazione diretta del collegamento tra emissione di una carica virale nota di un soggetto infetto e le relative concentrazioni di SARS-CoV-2 nell’aria. Una dimostrazione che ancora non era presente in letteratura scientifica.
“Un successo della ricerca italiana che permetterà di applicare i metodi sviluppati anche allo studio degli altri virus respiratori noti e a quelli che si potrebbero presentare in futuro“, ha commentato il Direttore del Laboratorio di Virologia Molecolare dell’Università di Torino il Professor David Lembo.
Il Covid si trasmette tramite aerosol oltre le distanze ritenute “di sicurezza”
Gli esperimenti condotti, oltre a stabilire che il virus SARS-CoV-2 si trasmette tramite aerosol ben oltre le distanze a lungo ritenute “di sicurezza” (1-1.5 m), hanno confermato anche che, a questo assunto, si aggiunge la diversa tipologia di attività respiratoria esercitata.
Come già anticipato da studi precedenti, le emissioni durante la fonazione (la produzione di suoni o rumori per mezzo degli organi vocali) risultano essere di un ordine di grandezza superiori rispetto alla semplice attività di respirazione.
Perciò se si parla, la diffusione del virus nell’ambiente è ancora più alta.

Covid: validato un nuovo approccio teorico per ridurre il rischio di infezione
I risultati sperimentali forniti da Arpa Piemonte hanno inoltre validato un nuovo approccio teorico finalizzato a calcolare modellisticamente la concentrazione del virus in un ambiente chiuso: questo partendo dalle emissioni delle persone infette e dalle caratteristiche di ventilazione dell’ambiente.
Sulla base di tale strumento modellistico sarà possibile costruire politiche coerenti nella gestione degli ambienti interni e nella determinazione di misure di controllo per ridurre il rischio di infezione. Ad esempio, calcolando la massima occupazione degli ambienti indoor e la durata massima dell’occupazione.
Il modello sperimentale messo a punto potrà inoltre fornire indicazioni essenziali per la gestione del rischio di infezione.
“La ricerca e la conoscenza sono l’unica arma che abbiamo per combattere il Covid 19 e per poter formulare strategie sanitarie basate su analisi dei dati e modelli matematici sicuri“, ha dichiarato Matteo Marnati, assessore regionale alla Ricerca applicata Covid.