La Regione Piemonte nel 2009 ha inaugurato il Centro per i disturbi dello spettro dell’autismo in età adulta: una struttura, la prima in Italia, che oggi rappresenta con i suoi oltre 800 pazienti, il più importante centro nazionale per la diagnosi, la cura e la valorizzazione dei talenti delle persone adulte con autismo.
I circa 800 pazienti del Centro sono in prevalenza di sesso maschile (intorno al 77%), il 50% circa di Torino, mentre il resto risiede nell’area rurale o periurbana. L’età media è invece di circa 30 anni.
Il Centro per l’autismo piemontese è cresciuto grazie ad una rete regionale performante
In questi anni è stata creata una performante rete regionale per favorire in ogni Asl lo sviluppo di un Centro multidisciplinare per l’autismo.
L’obiettivo è stato quello di far crescere e valorizzare le realtà locali, creando un modello di intervento e diagnostico che poi si sarebbe potuto anche esportare a livello nazionale attraverso un progetto finanziato dal Ministero della Salute e già sperimentato in altre cinque regioni italiane.
“Anche se alcune Asl hanno difficoltà ad assicurare un’offerta omogenea sul territorio perché i fondi statali, con assegnazione annuale, rendono difficile la programmazione a lungo termine” ha puntualizzato Roberto Keller, direttore del Centro per i disturbi dello spettro dell’autismo in età adulta dell’Asl di Torino.

Tra psicologi e psichiatri pochi sembrano interessati a occuparsi di autismo: la questione portata in Consiglio Regionale
Il Centro multidisciplinare sull’autismo, in questi giorni, è stato oggetto di un’audizione durante l’ultima riunione regionale in Commissione Sanità.
Il direttore, Roberto Keller, ha portato sul tavolo consigliare un’intricata questione: la difficoltà ad arruolare personale, perché tra gli psicologi e gli psichiatri, pochi sembrano interessati a occuparsi di autismo, in quanto questo ruolo richiede non solo preparazione tecnico-scientifica, ma anche motivazioni forti per gestire l’alto livello di sofferenza delle famiglie.
Inoltre Keller ha fatto presente che per evitare la mancanza di diagnosi precoce, c’è un intenso programma di screening e per quanto riguarda la diagnosi in età adulta, ha evidenziato come venga fatta formazione nelle scuole per gli insegnanti, supportati dagli psichiatri.