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giovedì 8 Giugno 2023

Andrea Grandis e Nicolas: Storia di un’amicizia e di una protesi bionica

Per comprendere la straordinaria storia di amicizia di cui vi vogliamo raccontare oggi, dobbiamo fare un salto indietro al 2 marzo 2013, quando Nicolas Marzolino rimase, purtroppo, coinvolto nello scoppio di un ordigno risalente alla seconda guerra mondiale, nascosto in un campo di Novalesa (Torino), mentre lui insieme a degli amici, uno dei quali rimasto a sua volta non vedente, erano intenti a coltivare un campo di patate.

Andrea Grandis all’epoca più piccolo di Nicolas rimase affranto da quanto accaduto ad un ragazzo che all’epoca non era ancora un grande amico ma era comunque un conoscente ed un abitante del suo Paese. Da un lato sconfortato dall’assurda modalità con cui Nicolas perse la vista e la mano destra a causa dello scoppio, dall’altro altresì desideroso di fare qualcosa per rimediare al danno fatto dal fato e per ridare la voglia di vivere a Nicolas, all’epoca 15enne, si interrogò spesso su come avrebbe potuto, divenendo più grande, rendersi utile. Crescendo Andrea sviluppò una passione per l’ elettronica ed elettrotecnica che nel tempo lo hanno portato, post scuola, ad isolarsi nel suo laboratorio segreto, nessuno sapeva delle invenzioni e delle sue dure prove per arrivare all’obiettivo, fino a quando é riuscito a progettare, a soli 20 anni, un arto bionico per l’amico, che incredulo, grazie a questa invenzione oggi riesce a fare ogni movimento, ad afferrare oggetti. Egli é altresì aiutato dai sensori per i non vedenti, inseriti nella protesi, che gli danno un supporto aggiuntivo e gli permettono di essere avvertito attraverso un sonoro se é in prossimità di un ostacolo e dunque di poterlo evitare.

Questa storia, che abbiamo letto causalmente su Facebook, mi ha appassionato per molteplici ragioni: dietro ad un atto di pura ingegneria, straordinaria per un ragazzo così giovane, vi é anche il valore profondo dell’amicizia, che ha permesso ad Andrea di non arrendersi mai, anche quando le cose non funzionavano, al fine di ridare il sorriso ed una vita il più possibile normale al suo amico, che aveva avuto la sfortuna di vedersela stravolgere, per pura casualità, da un momento all’altro. Ecco allora che abbiamo provato a metterci in contatto con questo promettente giovane torinese, che ha accolto il nostro invito al confronto e ci ha concesso una bella intervista che ripercorre i tratti salienti di quella giornata, ci racconta dell’amicizia tra i due protagonisti e soprattutto della strabiliante invenzione. Le sue parole.

Intervista esclusiva a Andrea Grandis: un arto bionico per l’amico Nicolas

TTN: Ciao Andrea prima di descrivere ai nostri lettori la tua straordinaria impresa, messa in atto per aiutare il tuo amico Nicolas , vorremmo conoscerti e farti conoscere un po’ meglio, per prima cosa Andrea ti va di parlarci di te e delle tue passioni?

Andrea Grandis: Certo Erica e grazie a TTN per questo spazio, colgo l’occasione per presentarmi ai vostri lettori, sono una persona ‘normalissima’ oltre alla mia grande passione per il mondo dell’elettronica, ne ho anche una che riguarda lo sport, nello specifico l’atletica leggera, che pratico ormai da 10 anni, un ambito che mi ha dato grandi soddisfazioni, sono stato due volte campione italiano sugli 800 metri su pista nel 2017 e 2019, ed è proprio grazie a questo sport che io e Nicolas abbiamo avuto l’opportunità di conoscerci meglio e di diventare grandi amici, correndo fianco a fianco, attaccati con un laccetto braccio a braccio

TTN: Dove Lavori Andrea?

Andrea Grandis: Nella vita quotidiana lavoro presso un’azienda della Val di Susa, la Finder Spa di Almese che si occupa della produzione di dispositivi elettronici ed elettrici, ed è qui, ci tengo davvero a sottolinearlo, ho conosciuto quello che io descrivo come il mio maestro Steve Allasia, che mi ha trasmesso un enorme bagaglio di conoscenza per quanto riguarda l’elettronica e penso abbia rivisto in me, un giovane se stesso, con tanta voglia di imparare, per questo penso abbia voluto trasmettermi, senza risparmiarsi e per questo gliene sarà per sempre grato, tutto il suo sapere. Quando gli ho fatto vedere la protesi, di cui poi vi parlerò dettagliatamente essendo il focus di vostro interesse, è rimasto senza parole, e penso che lì realizzato di aver investito bene il suo tempo nell’aver ‘tramandato’ a me la sua esperienza pluriennale.

TTN: Che studi hai fatto?

Andrea Grandis: Per quanto riguarda gli studi sono semplicemente diplomato in elettronica ed elettrotecnica. Ma nel tempo ho capito che per tutte le cose che voglio imparare occorre impegno e dedizione, mi sono spesso formato da autodidatta, non mi interessa, oggi meno che mai, il voto o il giudizio relativamente a quello che apprendo, studio perché voglio farlo, per la mia sete di conoscenza e perché desidero migliorarmi. Per assurdo, da quando ho iniziato a fare queste considerazioni, ho smesso di “studiare” ed ho iniziato davvero ad “imparare”. Parliamo ora di te e Nicolas.

Andrea Grandis: l’atleta dal cuore d’oro, tra Ingegno e amicizia

TTN: Andrea e Nicolas, cosa lega questi due nomi oltre ad un’amicizia straordinaria? Una mano meccanica, l’ingegno, la voglia di tornare e far tornare a vivere. Ti va Andrea di spiegarci cosa è accaduto a Nicolas il 2/3/2013 e cosa hai pensato di fare all’epoca quando avevi solo 13 anni che ti hanno portato a dare vita al tuo progetto straordinario oggi?

Andrea Grandis: Nel 2013 Nicolas stava arando un campo di patate presso Novalesa (To) insieme a due suoi amici, Lorenzo e Stefano, per poi venderle alla fiera, quando hanno trovato questo oggetto, che Nicolas descrive sempre come una lattina di Coca-Cola, molto simile, all’epoca erano tutti molto giovani, Nicolas aveva solo 15 anni e spinti dalla curiosità hanno preso questo oggetto, che poi è esploso, provocando i danni da te descritti per Nicolas e portando via la vista a Lorenzo, Stefano invece ha avuto solo qualche piccola ferita, essendo coperto dal corpo dei due amici. All’epoca in realtà conoscevo Nicolas solo di vista, avevo scambiato con lui giusto qualche parola, lui faceva parte del gruppo dei grandi, io quello dei più piccolini ecco.

Dopo l’incidente non feci niente per lui, non sapevo cosa fare e mi sentivo inutile, per questo nel corso degli anni, ho tenuto sempre in un angolo del mio cervello la volontà nel “fare”, che poi è diventato un “costruire” qualcosa per lui e ad oggi posso dire di aver raggiunto un risultato discreto per la mia giovane età, le risorse e le esperienze nell’ambito, quello che ho costruito è solo un primo prototipo, so di poter fare di meglio e penso proprio che riuscirò a tirare fuori dal cilindro qualcosa di ancora più spettacolare nel giro di qualche anno.

TTN: Ora hai 20 anni ed a distanza di 8 anni da quel tragico giorno in cui Nicolas é divenuto non vedente e mutilato alla mano dx , sono cambiate alcune cose grazie ad un tuo gesto straordinario. Infatti egli ha nuovamente la possibilità di afferrare oggetti. Hai costruito, se ho compreso bene l’ opera di ingegno che hai creato, una protesi apposta per lui, lavorando notte e giorno completamente da autodidatta. Ci spieghi le caratteristiche della stessa e come sei riuscito in questa impresa con le tue sole forze?

Andrea Grandis: Sì esatto Erica, la mano è stata interamente realizzata da me, meccanica, hardware e firmware elettronico. La mano permette di effettuare fino a 6 tipologie di prese diverse ed è controllata dai segnali muscolari residui presenti nel braccio di Nicolas, quindi lui decide di effettuare le diverse prese muovendo i muscoli in modo diverso, che la protesi interpreta tipo chiudi tutte le dita, chiudi solo indice e pollice e così via. Ma la parte più importante secondo me è quella del sensore in grado di rilevare gli ostacoli nelle vicinanze, che é un valore aggiunto davvero importante per un non vedente che si sposta per la casa o altrove. Questo sistema, per spiegarvi al meglio, funziona esattamente come i sensori di parcheggio delle automobili, avvertono Nicolas dell’ostacolo tramite un segnale sonoro. In questa impresa penso di esserci riuscito grazie alla mia grande determinazione, solo io so quali difficoltà ho incontrato nel costruire un apparecchio del genere in un normale garage, probabilmente il fatto che io lo stessi costruendo per un amico, mi ha dato quella spinta in più a non arrendermi quando le cose non funzionavano come avrei voluto.

Andrea Grandis, il mio sogno nel cassetto: ‘protesi meno costose ed accessibili’

TTN: Andrea a mio avviso hai fatto una cosa straordinaria non solo in termini tecnici ma dal lato umano, ne sono esterrefatta, per questo mi auguro di cuore qualcuno possa supportarti con risorse e strumenti affinché tu possa ancora migliorare il tuo progetto. Dal canto tuo, invece, hai un sogno nel cassetto? Speri che questa protesi possa essere implementata affinché aiuti sempre più persone?

Andrea Grandis: Si Erica ho un sogno, vorrei continuare a fare quello che sto facendo, mi piacerebbe poterci dedicare maggior tempo, non solo ‘ nei ritagli’ la sera dopo lavoro o nel weekend, mi piacerebbe riuscire a realizzare una protesi davvero competitiva con quelle in commercio oggi, che sono davvero costose, io vorrei realizzare qualcosa che possa essere accessibile a tutti. Questa mi sembrerebbe la cosa più giusta da fare, vorrei inoltre poter implementare e sviluppare sistemi sempre più sofisticati, magari con controlli vocali o qualsiasi cosa mi possa venire in mente, anche perché il mondo dell’elettronica mi affascina da sempre, e c’è sempre qualcosa di nuovo su cui lavorare.

Ecco perché spero il futuro possa fornirmi risorse e mezzi necessari per poter proseguire nel mio obiettivo: ossia poter aiutare chi si trova in difficoltà, perché a livello umano, oltre la soddisfazione di aver realizzato una protesi da solo, partendo dal nulla e con le mie sole forze, l’idea di essere stato d’aiuto a qualcuno e poter esserlo ancora in futuro è davvero la cosa che più mi riempie di gioia.

TTN: Grazie di cuore Andrea per il tempo che ci hai dedicato e complimenti vivissimi per la tua straordinaria mano bionica e per averci fatto apprezzare ancor più il valore dell’amicizia.

Andrea Grandis: Grazie a te Erica per la piacevole chiacchierata e grazie a TTN per avermi fatto da ‘vetrina’, nella speranza che qualcuno, qualche azienda, possa decidere di supportarmi per le migliorie future.

Erica Venditti
Erica Venditti
Erica Venditti, Classe 1981, giornalista pubblicista dal 2015. Ho conseguito in aprile 2012 il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono confondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.

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