Giornata torinese quella di ieri per l’on. Meloni, che prima ha incontrato i lavoratori ex-Embraco, ai quali non ha venduto facili promesse, pur garantendo il sostegno suo e di Fratelli d’Italia, e poi davanti ad una platea gremita, al Parco Dora, ha presentato il suo libro “Io sono Giorgia”. Si tratta del diario con le tappe fondamentali della vita della leader di Fratelli d’Italia e con le sue profonde convinzioni sui grandi temi dell’attualità italiana e internazionale.
A Torino non sarà facile, ma con Damilano ce la potremo fare
E’ stata anche l’occasione per affrontare i temi d’attualità che caratterizzano l’agenda politica nazionale e per fare il punto su Torino in vista delle elezioni comunali d’autunno per la successione dell’Appendino. Con realismo ha detto “Abbiamo la possibilità di giocare al meglio questa partita; abbiamo in Damilano un ottimo candidato Sindaco che rappresenta la società civile e noi forze politiche di centro-destra faremo convintamente la nostra parte. Torino ha necessità e attese importanti di rilancio; le sue periferie sono state dimenticate e Fratelli d’Italia ha donne e uomini per ben rappresentare le esigenze di questi cittadini. La partita non è facile e il risultato non è scontato, ma sono fiduciosa”
Poi la conferenza per presentare il bestseller “Io sono Giorgia” durante la quale Giorgia Meloni ha “sedotto” il pubblico con risposte precise, dirette e a volte sarcastiche alle domande poste dal giornalista Gian Marco Chiocci, direttore di Adnkronos. Questi i maggiori argomenti trattati con l’onorevole Meloni.
Cosa bisogna fare per affrontare il Covid in caso di una nuova ondata?
“Si deve cambiare paradigma – risponde la leader di Fratelli d’ Italia – Qualsiasi cosa dovesse succedere non si può più chiudere il Paese. Le scelte non devono più discendere dal Comitato Scientifico. L’unica cosa da fare, e l’ho detto anche a Draghi, è approntare protocolli per le diverse attività, soprattutto per i trasporti, visto che è l’unico ambito per il quale lo scorso anno non si sono studiate misure che evitassero assembramento”.
Così come auspicato dal ministro dell’Istruzione Bianchi e dal commissario straordinario per l’emergenza Figliuolo anche la Meloni si oppone fermamente contro un altro anno di Dad per gli studenti: “I nostri ragazzi sono le grandi vittime del Covid, perché porteranno il peso del debito pubblico e le conseguenze delle limitazioni subite in un’età difficile”.
Non soffre di vertigini, ossia non ha paura di perdere il consenso acquisito e fare la fine di Renzi?
“Mi permetta di dire che per fare la fine di Matteo Renzi bisognerebbe essere come lui, e francamente io sono completamente diversa. Ma a parte questo provo un forte senso di responsabilità nei confronti delle persone: sono cosciente che più persone ci seguono e maggiore è il rischio di deluderle. Oggi l’elettorato è molto volubile e legato alle persone più che ai valori e agli ideali come accadeva in passato. Ma noi abbiamo fatto una scelta ben precisa, che fa la differenza: abbiamo lavorato senza sosta per 10 anni facendo molti sacrifici. Ed ora siamo pronti a raccogliere i frutti del nostro lavoro“.
Secondo la leader di FdI la crescita nelle preferenze degli italiani è cominciata dal momento in cui il partito ha superato finalmente la soglia di sbarramento del 5% “Prima in molti, pur condividendo i nostri ideali, avevano timore a votarci per una mera questione legata ai numeri. La paura era quella di esprimere un voto inutile. Adesso invece il discorso è diverso“.
Il suo partito sta crescendo rapidamente nei sondaggi, come valuta questo exploit?
“Quello del Fratelli d’Italia non è un fuoco di paglia e su questo voglio “tranquillizzare” avversari ed alleati – afferma con una punta d’ironia – Intanto vorrei ricordare che i fatti dicono che la nostra è una crescita progressiva, dove essere stati a lungo tra il 3,5 e il 5%, che è la soglia di sopravvivenza politica. Io sono convinta che gli italiani esprimano attenzione verso di noi perché abbiamo coerenza, confermata dalla nostra decisione di rimanere, come unica forza, all’opposizione. Molti prefiguravano che il rimanere fuori dal ‘governissimo’ ci avrebbe fatto sparire. Non mi pare sia cosi, anche se io resto con i piedi per terra in quanto ciò che conta non sono i sondaggi, ma i voti che otterremo quando si andrà a votare”.

Il libro “Io sono Giorgia” narra la sua vita in tutti gli aspetti e le situazioni, ma in poche parole, ci dica lei chi è davvero la Meloni e perchè è diventata l’incubo della sinistra?
Dopo essersi aperta in un largo sorriso dice. “Beh ci provo a dirvi quella che sono e che ho deciso di raccontare in questo mio diario, che molti mi avevano sconsigliato di scrivere, anche perché come sapete ho una vita piuttosto piena. Confesso con orgoglio che l’ho scritto io, smentendo la sinistra che etichetta noi di destra come ignoranti e rozzi. Ormai penso sia chiaro a tutti che non ho timore di nulla, ma sono anche una persona rispettosa, che non insulta nessuno, anche perché la ritengo una forma di debolezza e di mancanza di argomenti; semmai rilevo e sottolineo incompetenze. Avverto odio e razzismo culturale nei miei confronti da parte di professori universitari, presunti intellettuali di sinistra, ma io non ricambio questo sentimento verso nessuno, meno che mia verso gli immigrati. Non c’è mai stata una parola mia verso di loro; ho sempre detto che si fanno scendere e dopo si affonda la barca, per evitare che compia altri viaggi. È la sinistra che li strumentalizza, dicendo che servono all’Italia perché fanno lavori che gli italiani non vogliono più fare; non sono i lavori che non voglio fare, sono le condizioni che si applicano che non sono accettabili né per gli italiani né per gli stranieri. Quindi per alla sinistra va bene che vengano sfruttati per la raccolta di verdura e frutta“.
L’intervista si conclude sul tema di massimo interesse per gli italiani: il calcio e la finalissima di domenica con l’Inghilterra. Questi campionati europei hanno avuto anche una tematica sociale come l’inginocchiarsi dei calciatori all’inizio della partita. Lei ha eccepito, ci spieghi meglio?
“La genuflessione è un atto che ha un valore importantissimo. Io mi inginocchio solo davanti al Padre Eterno – conclude l’on Giorgia Meloni – Quello fatto nel calcio lo trovo un gesto inopportuno e mi dispiace che molti l’abbiamo fatto solo come atto di conformismo. Comunque adesso penso che non sia il momento delle polemiche, tifiamo per la nostra squadra, che sta entusiasmando il Paese e incrociamo le dita”. Ovviamente l’on. Meloni non può urlare “Forza Italia” (anche se vedrebbe bene Silvio Berlusconi presidente della Repubblica) perché pur nel centrodestra ogni forza politica per lei deve rimanere autonoma per avere la propria identità.