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venerdì 8 Dicembre 2023

Torino al ballottaggio e quel brusco calo del Movimento 5 stelle

Torino va al ballottaggio e tra i dati registrati si nota un calo di percentuale verso il Movimento 5 stelle. E' possibile che il partito non sappia più parlare al popolo?

Con gli ultimi conteggi elettorali è ufficiale che Torino andrà al ballottaggio. Il testa a testa tra Lo Russo e Damilano sarà deciso in una seconda votazione, che speriamo registrerà un’affluenza maggiore rispetto a quella di oggi. I dati parlano infatti di un 48,6%, la percentuale più bassa mai registrata a Torino.

Se l’esito finale è ancora un argomento di discussione aperto, è tuttavia già possibile fare qualche considerazione sulla situazione politica della città. Con l’eventuale vittoria di Lo Russo, Torino tornerebbe a quella politica di centrosinistra che l’ha caratterizzata dai tempi di Castellani (anno 1993), Chiamparino e infine Fassino.

Viceversa, l’ipotetica vittoria di Damilano costituirà un evento relativamente nuovo. Staremo a vedere cosa sceglieranno i torinesi. Ciò che deve far riflettere è che entrambe le soluzioni esprimono un’idea comune, ovvero un secco “no” all’esperienza del Movimento 5 stelle, che con la candidatura di Valentina Sganga hanno raggiunto il 9,0%.

La percentuale presenta un pesante ribasso, dato che nella precedente tornata elettorale i 5 stelle della Appendino arrivarono al primo turno con il 30,92%. Per poi successivamente vincere al ballottaggio con Fassino ottenendo il 54,56%. Dati alla mano, il Movimento sta affrontando un declino.

Perché il Movimento 5 stelle non piace più?

Vale la pena chedersi il perché di questo scontento cittadino. I 5 stelle di oggi sono abbastanza distanti dai successi del 2016 (che hanno visto la vittoria di Appendino e Raggi rispettivamente a Torino e Roma) e da quelli del 2018 che hanno portato il partito al governo, in intesa con la Lega.

Il fenomeno politico rappresentato dal Movimento pare si sia esaurito nel giro di 3 anni. Cosa è successo? Perché i trionfi e la ventata di novità costituita dai 5 stelle si è ridotta così velocemente ai minimi termini?

Le risposte che si possono dare sono diverse. Tuttavia prima di farlo, è giusto – nonché giornalisticamente corretto –  ricordare che il Movimento 5 stelle di Sganga hanno ottenuto l’8,0%, ponendosi così al 5° posto su un elenco di 30 liste candidate.

Da un lato, dunque, hanno retto bene il confronto con la stragrande maggioranza dei partiti. Dall’altro tuttavia sono stati superati da tutti i principali avversari, ovvero Partito Democratico, Fratelli d’Italia e Lega. A questi si aggiunge Torino Bellissima, il cui posto sopra ai 5 stelle pesa un po’ di più in quanto lista nata appena un anno fa. È possibile che una delle cause di questi sorpassi subiti dai 5 stelle sia un problema di comunicazione?

Movimento 5 stelle
I candidati Lo Russo, Sganga e Damilano

Il dialogo mancato tra i 5 stelle e i cittadini

Un giornalista, specialmente se si tratta di “urban journalist” (come quelli che caratterizzano la nostra testata), è particolarmente attento a tastare il polso dei cittadini. Raccoglie, ed eventualmente interpreta, la vox populi. Riporto dunque una delle considerazioni che ho avuto modo di ascoltare più spesso durante questa campagna elettorale, e cioè di una presenza “appannata” di Valentina Sganga.

È importante che un’impressione non venga presa per verità, ma allo stesso tempo è importante considerare che suddetta impressione potrebbe essere un campanello di allarme. In poche parole, potrebbe esserci un fondo di verità in ciò che i cittadini possono sospettare, e io ho avuto modo di constatarlo.

Un’esperienza personale

Durante la campagna elettorale ho tentato di mettermi in contatto con la candidata pentastellata Sganga nel tentativo di porle qualche domande in merito a eventuali progetti culturali previsti nel suo programma. Pur avendo lasciato i miei recapiti, dietro richiesta, non sono mai stato ricontattato.

Potrebbero esserci molti motivi dietro questo silenzio, e presumo sia normale non avere molta disponibilità durante una campagna elettorale. Tuttavia il silenzio verso la stampa è una cosa che ha caratterizzato da sempre i 5 stelle, e forse potrebbe essere questo il motivo – o uno dei motivi – del calo di gradimento.

Forse, e lo dico sapendo di essere di parte, i 5 stelle dovrebbero riconsiderare la loro politica verso il giornalismo italiano. Come loro hanno rappresentato una novità onesta e schietta, allo stesso modo esistono giornali nuovi che tentano di perseguire un’informazione ugualmente onesta. È un peccato non dare loro la possibilità di un confronto.

Danilo D'Acunto
Danilo D'Acunto
Dopo una formazione classica ho proseguito gli studi specializzandomi con lode in Archeologia e Storia dell'Arte Antica presso l'università Federico II di Napoli. Da anni mi occupo di divulgazione e promozione culturale guardando con interesse tutti i campi del settore, dalla letteratura all'enogastronomia, passando per arte, storia e fumetto.

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