Nel corso dell’ultimo decennio sono aumentati a Torino e sul territorio metropolitano i senza fissa dimora, e l’emergenza legata al Covid-19 ha evidenziato quanto sia indispensabile un approccio globale per affrontare il problema soprattutto sotto il profilo sociale e sanitario.
Da qui è nato il protocollo d’intesa firmato oggi, 2 maggio, fra Prefettura, Città metropolitana e Comune di Torino con le sue circoscrizioni, Regione Piemonte, Azienda sanitaria, Arcidiocesi e Fiopsd per dare vita a un Piano integrato di sostegno alle persone senza fissa dimora. “Un atto importante” ha sottolineato il prefetto di Torino Raffaele Ruberto perché “prende le mosse da un approccio innovativo che prevede un accompagnamento delle persone a 360 gradi e non si limita ad assicurare un posto letto per la notte e un pasto caldo”.
Rafforzare i servizi sociali e quelli sanitari
Per la Città metropolitana di Torino ha firmato la consigliera delegata alle politiche sociali: l’apporto principale dell’ente sarà quello di coinvolgere e coordinare i Comuni in questo importante lavoro di collaborazione sul tema con la Città di Torino.
L’obiettivo in particolare è rafforzare la rete dei servizi sociosanitari in modo che possano intervenire sia sui problemi legati alle povertà sia su quelli legati alla salute mentale o alle dipendenze, con percorsi mirati che richiedono il coinvolgimento del terzo settore per venire incontro alle difficoltà di relazione di molti senza fissa dimora.

Lo Russo: “Approccio innovativo al problema: puntiamo al reinserimento di queste persone nella nostra società”
Anche il sindaco di Torino e della Città metropolitana, Stefano Lo Russo, ha sottolineato l’approccio innovativo dell’intesa: “Un protocollo che affronta la questione in maniera innovativa, mettendo al centro i problemi di queste persone e non quelli che possono generare agli altri”. Un protocollo integrerà i servizi sociali della città con i servizi sanitari perché secondo il primo cittadino torinese “molte di queste persone hanno problemi strutturali di carattere sanitario, psicologico, psichiatrico, di dipendenza e lo fa con una soluzione di lungo periodo, cioè puntando al loro reinserimento strutturale nella nostra società“.
Per questo progetto il Comune metterà a disposizione risorse economiche cospicue, pari a oltre 12 milioni di euro, che verranno attivate grazie ai fondi del Pnrr sulla missione 5, ovvero quella che ha come obiettivo principale l’inclusione sociale. Risorse che a detta del primo cittadino aiuteranno progressivamente a ridurre l’impatto per i torinesi e le torinesi che versano in situazioni di gravi difficoltà economica o di carattere sanitario: “È un punto di partenza per una nuova strategia d’azione da parte della città” conclude Lo Russo.
Che cosa prevede il protocollo?
Fra le misure previste dal protocollo vi sono quelle legate al potenziamento dell’accoglienza, con l’incremento del numero delle strutture di accoglienza attivate, in collaborazione con il Terzo Settore; l’apertura 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, delle Case di ospitalità, la possibilità per gli ospiti di permanenza nella stessa Casa; quelle per il potenziamento dei Servizi di prossimità e di primo contatto, per esempio il rafforzamento dei Servizi di Strada diurni e notturni, e infine lo sviluppo dei progetti di autonomia abitativa e sociale attraverso: come la messa a sistema di servizi di Housing First; l’incremento di opportunità abitative di autonomia assicurate dal Terzo Settore, l’attivazione di percorsi di inclusione sociale (attraverso tirocini e laboratori) e di avvicinamento ai Servizi sociali e sanitari.