Damilano a quanto pare non ha intenzione di ritirare il suo impegno politico e ha da poco registrato un nuovo marchio, quello di “Piemonte Bellissimo”. Dal nome è facile intuire che le intenzioni del politico sono di proseguire la sua campagna elettorale presentandosi alle prossime elezioni regionali, previste per il 2024.
Tuttavia Damilano non sembra volersi fermare qui; assieme al marchio “Piemonte bellissimo” è stato deposistato anche quello di “Italia Bellissima”. La marcia sembra innarrestabile, e la possibilità di vederlo concorrere su scenario nazionale è sempre più concreta. Del resto è pur vero che nonostante la sconfitta al ballottaggio, l’imprenditore torinese ha i numeri per andare avanti nel suo percorso.
Le possibilità politiche di Paolo Damilano
Damilano ha una base di oltre 35mila voti e per questo si posiziona come seconda forza politica in città. Inoltre, dopo la chiusura di Stefano Lo Russo verso i 5 Stelle, il neosindaco ha chiesto la sua collaborazione ma lui ha preso le distanze dall’offerta, lasciando intuire un cammino da opposizione.
Ha preso le distanze anche dagli alleati della sua coalizione, Lega e Fratelli d’Italia, definendoli “pigri”, e i distacchi politici non sembrano finire qui. L’imprenditore ha infatti dichiarato che i suoi elettori “hanno scelto Torino Bellissima come alternativa al Pd, ai Cinquestelle e a chi li aveva governati finora”.
Dunque nessuna apertura neanche con i 5 Stelle che prima del ballottaggio gli avevano teso una mano suggerendo una possibile alleanza. Damilano, con il suo “Piemonte Bellissimo”, ha intenzione di procedere da solo, evidentemente conservando la sua immagine di moderato, aperto al dialogo ma deciso a non buttarsi in alleanze forzate.

La corsa solitaria di Damilano con “Piemonte Bellissimo”
Suddetta immagine di moderato potrebbe dargli più credibilità di quanto si pensi, forse più a livello nazionale che regionale. Agli occhi di molti italiani, infatti, potrebbe essere accostabile a un altro imprenditore che è stato per anni protagonista politico del nostro Paese, Silvio Berlusconi.
È possibile che Damilano voglia reincarnare questa figura, soprattutto accostandosi alle attuali posizioni più moderate del presidente di Forza Italia. Leggendo con dovuta oggettività i dati delle ultime elezioni – ed evitando filastrocche politiche nelle quali tutti hanno vinto – si può notare infatti una chiusura dei votanti nei confronti della destra.
Lega e FdI hanno perso molti comuni; significativa la perdita dell’amministrazione di Varese, in cui si trova la prima sede storica della Lega Nord e che dal 1993 è governata dalla stessa. È chiaro che la destra sta avendo un periodo di contrazione in seguito allo scorso governo gialloverde evidentemente non gradito.
La via moderata – e coerente con se stessa – potrebbe essere una soluzione vincente e Damilano sembra averlo intuito. Non resta che vedere il suo comportamento in giunta comunale, tra i banchi dell’opposizione.