La Città di Torino è stata più di una volta la capofila per quanto riguarda i diritti delle coppie omosessuali. Nel 2018 il capoluogo piemontese è stato il primo Comune in Italia a registrare all’anagrafe il figlio di una coppia gay (Niccolò Pietro, figlio dell’attuale assessore alla mobilità Chiara Foglietta e di Micaela Ghisleni) ed oggi sono 79 i bambini di coppie omogenitoriali iscritti all’anagrafe.
Nuovamente la Città è a fianco delle coppie omogenitoriali nel difendere i loro diritti. E anche in questo eclatante caso lo fa per prima in Italia.
Il Comune di Torino, infatti, il prossimo 18 febbraio si costituirà in giudizio in appello contro la decisione del Tribunale di Torino che ha negato il doppio cognome al figlio di due madri.
Ad annunciarlo è lo stesso primo cittadino, Stefano Lo Russo, il quale ha specificato come la sentenza sia giunta perché basata su un atto amministrativo giudicato illegittimo.
“Vogliamo difendere la legittimità amministrativa dell’atto di iscrizione che non solo è giusto politicamente ed eticamente ma anche giusto dal punto di vista amministrativo.
Siamo convinti che le nostre motivazioni giuridiche siano solide, quindi entriamo in giudizio a tutela delle famiglie e dell’azione amministrativa” ha commentato il sindaco Lo Russo.
Lo Russo: “In Italia c’è un vuoto legislativo che crea discriminazioni e non legittima i diritti dei figli delle coppie gay“
Torino è sempre stata all’avanguardia per quanto riguarda il riconoscimento dei diritti civili ma come in quest’ultimo ed emblematico caso, non può che scontrarsi con un vuoto legislativo ed un quadro normativo assente: sulla questione dei diritti riconosciuti ai figli delle coppie gay l’Italia è drammaticamente in ritardo soprattutto se paragonata ad altri Paesi.
E questo punto è stato rimarcato più volte dal primo cittadino, il quale ha esternato come sia doveroso sollecitare il Parlamento “un po’ pigro” a prendere in mano la questione e legiferare nell’interesse di tutti i bambini e le bambine in ogni parte d’Italia.
“L’azione intrapresa ha anche un’importanza simbolica e politica perché proprio dai Comuni parte la maggiore energia e la maggior spinta per cambiare questo Paese che su questo fronte è troppo indietro. Non è tollerabile che a seconda di dove si è residenti sia abbia o meno un diritto di questo tipo e non è soprattutto da Paese civile perché produce solo differenze e discriminazioni” ha ribadito il sindaco Lo Russo.
Secondo il primo cittadino manca ancora in Italia una legge che con chiarezza legittimi la registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali. Nonostante sia prioritaria per la salvaguardia dei diritti civili.