Ad appena due giorni dal ballottaggio, il neosindaco Lo Russo ha annunciato in conferenza stampa il rientro della città di Torino nell’Osservatorio sulla Tav Torino-Lione. Si entra dunque subito nel vivo di un argomento spinoso che da anni sta dividendo non solo il Piemonte ma anche l’Italia.
La questione di procedere o meno con la linea ferrovia distingue gli schieramenti politici in maniera tutt’altro che netta. In linea di massima l’idea di impedirne la costruzione appartiene a frange di sinistra, che puntano l’attenzione particolarmente sull’impatto ambientale e l’inutilità della spesa economica. Viceversa, la destra vede nell’opera un’importante opportunità a livello imprenditoriale, aprendo ulteriormente il mercato italiano a quello estero.
Tuttavia, come lo stesso Lo Russo ha riportato nelle parole di ieri, il progetto ha sempre avuto l’appoggio del PD. “Ai consiglieri della Lega, che vorrebbero rivendicare questa scelta, ricordo che il Pd ha sempre sostenuto la Torino-Lione, a differenza del governo giallo verde che, con Salvini vicepremier ha bloccato l’opera per oltre un anno”. La posizione di Lo Russo sulla Tav sembra quindi assumere un particolare significato di opposizione politica.

Lo Russo: il sì alla Tav tra opposizione e corenza
La scelta di Lo Russo non contiene solo un delicato attacco alla Lega ma è anche una netta contrapposizione alla precedente giunta Appendino. L’ex sindaca aveva infatti fatto uscire Torino dall’Osservatorio sulla Tav, annunciandolo in conferenza stampa nel dicembre del 2016, appena sei mesi dall’inizio del suo mandato.
Stefano Lo Russo lancia dunque un messaggio chiaro, che non solo pone una svolta all’esperienza dei 5 Stelle, ma si presenta coerente con quanto affermato in campagna elettorale. La decisione di riportare Torino nell’Osservatorio era stata annunciata a febbraio di quest’anno, durante un confronto con Mauro Salizzoni, l’allora altro aspirante candidato a sindaco.
Entrambi concordavano sul Tav inteso come apertura di Torino all’Europa, e Lo Russo dichiarò che “Torino debba rientrare dentro l’Osservatorio. Sarà uno dei primi atti che passerà nella prima giunta che presiederò se sarò sindaco”.
Detto fatto, Lo Russo a quanto pare ha mantenuto la promessa alla lettera. È possibile prendere la cosa come un segnale di coerenza, che in politica è un dettaglio che non guasta mai, anzi, ne serve in abbondanza.