Linea dura per chi percepisce il reddito di cittadinanza in Piemonte. Secondo una misura prevista in Regione chi ha fatto richiesta e percepisce l’indennità assistenziale sarà condizionato a frequentare obbligatoriamente dei corsi di formazione per la ricollocazione nel mondo del lavoro.
Con questo meccanismo la Regione intende esercitare “una stretta” proprio su quei furbetti che abusano di questa misura del Governo.
Saranno quindi 20 mila i percettori di reddito di cittadinanza residenti in Piemonte ad essere chiamati dalla Regione per frequentare percorsi di formazione della durata massima di 200 ore. I corsi formeranno su competenze digitali e trasversali funzionali ad un’attivazione più incisiva nella ricerca di un’occupazione e sullo sviluppo delle competenze di base tarate sul fabbisogno effettivo della persona in modo da renderla così più spendibile sul mercato del lavoro.
L’iniziativa è stata approvata dall’Assessorato al Lavoro della Regione Piemonte, con uno stanziamento di 4 milioni di euro, e sarà attuata tramite i Centri per l’Impiego coordinati dall’Agenzia Piemonte Lavoro.

Cirio: dobbiamo aiutare chi non può lavorare non chi non vuole
Obbligo di partecipare a corsi di formazione mirati per la ricollocazione del lavoro da parte di chi percepisce il reddito di cittadinanza. In merito a questa questione il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha le idee chiare. Anzi chiarissime.
“Dobbiamo aiutare chi non può lavorare non chi non vuole. Solo così il reddito di cittadinanza diventa un vero sostegno temporaneo per la ricollocazione lavorativa e non invece una misura assistenziale inutile e troppo spesso abusata da chi non ne avrebbe nessun diritto. In Piemonte vogliamo garantire al contempo formazione e giustizia. Apprezzo il fatto che il Governo nella nuova ridefinizione della misura abbia deciso di stringere le maglie. Noi, da buoni sabaudi, abbiamo preso una norma dello Stato ma l’abbiamo modulata per piegarla alle esigenze che riteniamo reali del mondo del lavoro, prima fra tutte quella di riqualificarsi. Ma questo risponde anche a un criterio di giustizia: stiamo parlando di soldi pubblici, pagati a fatica dai contribuenti” chiarisce il presidente della Regione Alberto Cirio.
Il Presidente in merito all’applicazione della misura ha sottolineato ancora una volta come il reddito di cittadinanza debba servire per sostenere e dare dignità ma senza diventare uno strumento per abusare dei soldi pubblici.
Aggiungendo anche che il Piemonte sarà molto ligio a far rispettare l’obbligatorietà dei corsi di formazione. Coloro che si rifiuteranno di partecipare alle attività formative verranno segnalati all’INPS affinché venga loro sospesa l’erogazione del reddito.
Chiorino: il reddito di cittadinanza così com’è è una misura inefficace per trovare lavoro
“Il reddito di cittadinanza è una misura che purtroppo non aiuta a trovare lavoro, era facilmente prevedibile già quando era stato ideato e i dati oggi lo confermano”. Così l’assessore al Lavoro e Formazione professionale Elena Chiorino ha definito il sussidio introdotto dal Governo nel 2019.
Il Piemonte ha deciso così di mettere in campo una misura indipendente da quelle del Governo, interamente regionale, l’obbligatorietà della formazione, che mira a rendere il reddito di cittadinanza uno strumento più efficace e performante per i suoi percettori.
“La misura portata avanti dalla Regione ha un doppio obiettivo. Per chi è seriamente in cerca di lavoro si forniscono degli strumenti personalizzati per facilitare la ricollocazione e l’incrocio fra domanda e offerta, ma nel contempo si traduce in una stretta nei confronti di quei furbetti che nel frattempo lavorano in nero. Chi non parteciperà, perderà il diritto al sussidio. Ci sembra un’azione rispettosa del denaro pubblico e di tutti i cittadini che non percepiscono il reddito di cittadinanza, ma pagano regolarmente le tasse” ha commentato l’assessore Chiorino.