La Giunta comunale ha approvato ufficialmente l’aumento dell’addizionale comunale Irpef. Questo provvedimento a carico dei cittadini permetterà però al Comune di Torino di ricevere un contributo nazionale stimato in circa un miliardo di euro da parte del Governo. Lo stanziamento è stato creato per aiutare le Città metropolitane a chiudere i conti in positivo e sarà ripartito annualmente in maniera variabile sino al 2042.
Ottenere questi fondi è tuttavia subordinato all’impegno da parte del Comune ad assicurare risorse proprie, pari ad almeno il 25% della cifra ricevuta da destinare al ripianamento del disavanzo e al rimborso di debiti finanziari. E tra le mosse operate dal Comune vi è appunto l’aumento dell’Addizionale Irpef comunale.
L’aliquota aumenterà al massimo dello 0.10% per classe per i redditi superiori ai 28.000 euro annui, mentre l’aumento percentuale per classe non sarà superiore allo 0.25% per i redditi oltre i 50mila euro annui.
Inoltre, la Città si impegna ad incrementare la riscossione delle entrate, riducendo la massima rateizzazione a 36 mensilità per il primo biennio di attuazione dell’accordo e successivamente a 24. Altra decisione, quella di procedere all’ottimizzazione delle risorse umane e delle procedure nella “macchina comunale”, incrementando al tempo stesso la qualità dei servizi erogati alla cittadinanza. Il tutto, contenendo la spesa per il personale, al netto degli aumenti contrattuali, alla media del triennio 2017-2019, cosa che consentirà di procedere comunque a nuove assunzioni.
Nell’accordo con il Governo, la Città si impegnerà a realizzare tutti i propri investimenti tramite le risorse assegnate da PNRR, fondo complementare ed altri fondi nazionali ed europei. Previste anche riduzioni delle spese per trasferimenti e dei costi per interessi passivi verso i fornitori, tramite il rispetto dell’indicatore annuale di pagamento e dell’obbligo di riduzione dello stock del debito.
Maccanti di Lega: “Un fatto che umilia i torinesi”
La delibera, presentata in aula dall’assessora Gabriella Nardelli, è stata approvata con 24 voti a favore. Oltre al sindaco Lo Russo è stata approvata da PD, Lista Civica per Torino, Sinistra ecologista e Moderati. Vi sono stati 12 contrari tra cui figurano FI, Lega, Fd’I e Torino Bellissima mentre non ha partecipato al voto il M5S.
Dure accuse alla maggioranza da parte dell’opposizione dopo l’approvazione della delibera.
Giuseppe Catizone di Lega ha apprezzato che il sindaco si sia scusato con i cittadini, aggiungendo che però a scusarsi dovrebbero i suoi predecessori, le cui scelte sbagliate hanno portato all’indebitamento da record. L’aumento dell’Irpef è evidentemente apparsa la via più semplice, ha attaccato Catizone, segnalando come invece Soris si sia mostrata incapace di un’efficace riscossione dei crediti e sostenendo che in primo luogo si sarebbe dovuto intervenire su questo e sulle spese.
Andrea Tronzano di FI ha ricordato come il debito della città sia esploso dal 2002 e in regione nel 2005-2010, sempre con il PD al governo degli enti. Preoccupato per il ritorno alla corsa della spesa corrente, il capogruppo di FI ha proposto al sindaco di riferire semestralmente al Consiglio, oltre che al governo, chiedendosi se non fosse possibile ad esempio cedere quote di GTT piuttosto che varare un pur lieve aumento dell’IRPEF in un momento difficile per le famiglie.
“Amiamo questa città siamo consci del ruolo importante dei Comuni, oggi in sofferenza. Non ci saremmo aspettati un aumento dell’Irpef in questa situazione difficile, un aumento che esclude i torinesi dai benefici del taglio delle tasse a livello nazionale. Un fatto che umilia i torinesi, spero che vengano loro date spiegazioni sulle vere ragioni del “buco” nelle casse comunali” ha affermato Elena Maccanti di Lega.
Lo Russo: “ Un sacrificio sostenibile che toccherà maggiormente i redditi sopra i 100mila euro”
Il sindaco Stefano Lo Russo nel suo intervento in Sala Rossa ha ringraziato il Governo, che con questa operazione permette alla Città di Torino di affrontare in maniera strutturale il tema del disavanzo e di pareggiare il bilancio 2022-2024 della Città di Torino.
“Mi scuso con i torinesi toccati dal provvedimento ma si tratta di un sacrificio sostenibile, richiesto al 28% di cittadine e cittadini, e che toccherà maggiormente i redditi sopra i 100mila euro, ovvero in tutto, circa 12mila contribuenti. Non c’erano però alternative” ha specificato il primo cittadino.
Lo Russo ha sottolineato come in questo modo verranno garantiti i servizi della città, mettendo in sicurezza i conti senza dismettere quote delle società partecipate e senza tagliare il piano di assunzioni, indispensabile per innovare la macchina comunale.
“L’intenzione è quella di dare un futuro alla città e mettere Torino nelle condizioni di ripartire, ha concluso il sindaco, dichiarando che i miglioramenti dei servizi si vedranno già nell’arco di 6/8 mesi” ha concluso il sindaco.