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mercoledì 29 Novembre 2023

I farmacisti di Torino dimenticati dalla propria azienda

I sindacati sono al fianco dei farmacisti comunali che hanno ricevuto comunicazione di chiusura trattativa di contratto dalla loro azienda proprio durante uno dei periodi di lavoro, per questa categoria, più duri e stressanti

Mentre prosegue la pandemia da Covid-19, estremamente amplificata nelle scorse settimane dalla variante Omicron e dalle corse a tamponi e vaccini, i 220 dipendenti della società Farmacie Comunali Torino, che detiene ben 37 farmacie in città e nella prima cintura, hanno ricevuto una comunicazione unilaterale di improvvisa chiusura della trattativa.

Già dal mese di ottobre, in pieno confronto sindacale sulla destinazione di riconoscimenti economici per il continuo ed estenuante impegno nella gestione di test e vaccini Covid, la società aveva voluto interrompere qualsiasi relazione e confronto sindacale anche sui temi inerenti gli organici e l’organizzazione del lavoro. E i farmacisti in una ormai lunga fase di lavoro a ritmi stressanti si sono sentiti davvero dimenticati dalla propria azienda.

L’azienda ha voluto premiare solo i farmacisti che avevano somministrato i vaccini

I sindacati sulla questione hanno spiegato che ogni anno viene fatto un accordo per il contratto integrativo per i dipendenti di Farmacie Comunali Torino. Nell’accordo si inseriscono delle norme migliorative e un premio di risultato.

A luglio abbiamo proposto un integrativo, ma Farmacie Comunali ci ha detto che non andava bene, presentandoci lo stesso accordo dell’anno precedente, senza aumentare le cifre. In quell’accordo però avevamo firmato e stabilito che ci saremmo ritrovati a partire dall’autunno per definire un premio aggiuntivo per farmacisti e farmaciste che avevano dato la loro disponibilità a fare tamponi e vaccini” ha spiegato Ivano Franco, segretario della Filcams CGIL.

Nello specifico circa 63 farmacisti hanno dovuto frequentare, soprattutto nel loro tempo libero, dei corsi per poter svolgere tali mansioni e a ottobre la maggior parte di loro si è trovata con l’amaro in bocca, dal momento che l’azienda, pur avendo messo a disposizione € 10.000, aveva deciso di premiare solo chi aveva somministrato i vaccini: all’incirca 4/5 farmacisti, ovvero tutti coloro i quali erano stati chiamati effettivamente per fare le varie inoculazioni.

Farmacisti dimenticati dalla propria azienda

La richiesta da parte dei sindacati: premiare anche gli altri farmacisti

Vista questa situazione Filcams, Fisascat e Uiltucs di Torino hanno chiesto di distribuire quei soldi anche a chi aveva fatto i corsi, almeno per quest’anno.

Dopo aver dichiarato lo stato di agitazione ed a fronte del perdurare del rumoroso silenzio della dirigenza di Farmacie Comunali, i vari esponenti delle organizzazioni sindacali hanno incontrato la scorsa settimana l’assessore alle partecipate del Comune di Torino, Gabriella Nardelli, ente che detiene ancora il 20% delle azioni del pacchetto della società.

Se tra dieci giorni non dovesse essere rispettato il riscontro promesso e stabilito, oltre a dichiarare lo stato d’agitazione ci saranno altre iniziative sindacali. “Non possiamo far cadere nel vuoto la richiesta di quelli che sono gli eroi a parole di questo Covid e poi in realtà vengono bistrattati“, ha concluso Ivano Franco.

La testimonianza di due farmaciste: “Siamo molto stanchi e dall’azienda ci aspettavamo un po’ più di riconoscimento

In questa fase storica e complessa i lavoratori e le lavoratrici si dichiarano stremati e delusi sia dai ritmi lavorativi, amplificati dalla carenza di personale, assente per contagio o che abbandona la società per trovare ricollocazione dignitosa altrove, sia dalla poca libertà di poter conciliare la vita personale con il lavoro, oltre che dalla gestione delle attività di farmacia, fatta anche di continue risposte ai cittadini.

Siamo molto stanchi. Siamo sempre inondati da telefonate, richieste, tamponi, gente che ci chiama per qualsiasi cosa che gli venga in mente perché magari non trova una risposta da nessun’altra parte. Abbiamo aderito con entusiasmo, con spirito civico, ma da parte dell’azienda ci aspettavamo un po’ più di riconoscimento“, ha dichiarato Alessandra Cugnini.

Nonostante gli orari e i turni massacranti, l’adesione ai corsi e tutto ciò che stanno facendo i farmacisti e le farmaciste comunali, lo ritengono un vero e proprio dovere nel rispetto dei cittadini, malgrado non abbiano delle certezze sia dal punto di vista assicurativo che lavorativo.

Cerchiamo di aiutare il più possibile i cittadini da quando è iniziata la pandemia. Siamo una figura professionale di riferimento in un momento che sta mettendo in crisi un po’ tutto e tutti. Ne stiamo risentendo anche noi farmacisti per diversi motivi; allo stesso tempo mi auguro che sia i nostri dirigenti sia tutte le farmacie pubbliche d’Italia, prendano atto degli sforzi enormi che facciamo quotidianamente e ci vengano incontro.

Ci piacerebbe dare di più se solo ci riuscissimo, ma allo stesso tempo vorremmo che i cittadini si rendessero conto che questa situazione non è così facile“, ci ha spiegato Paola Carniel.

Simona Rovero
Simona Rovero
Classe 1995, aspirante giornalista. Laureata in Scienze della Comunicazione e in Comunicazione e culture dei media, nutro da sempre una grande passione per lo sport, il cinema, il buon cibo e la scrittura.

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