Una rissa tra baby gang decisamente violenta quella che si è susseguita nel centro di Nichelino nella serata di sabato 15 gennaio. Ad essere coinvolti sono stati 130 minorenni sia della cittadina alle porte di Torino che del quartiere di Barriera di Milano.
I ragazzini, secondo le ricostruzioni, si sono ritrovati in piazza Aldo Moro per un regolamento di conti armati di bastoni e rami e solo l’arrivo dei Carabinieri ha potuto dividere le due fazioni.
Ma le due baby gang hanno continuato a scontrarsi in piccoli gruppi e alla fine a finire in ospedale sono stati due ragazzini.
La questione degli scontri tra baby gang è finita ieri anche in Sala Rossa. Il sindaco Stefano Lo Russo ha sollevato la questione e ha commentato come il disagio giovanile sia ormai un’emergenza preoccupante che necessita di precise politiche per poter essere arginata.
“Serve un approccio improntato al rigore, alla comprensione dei fenomeni e alle sinergie con le altre istituzioni dello Stato. Il disagio sociale è l’humus di certi fenomeni di devianza e se si hanno a cuore i giovani occorre investire risorse ed energie sulle fasce più fragili, a partire dalla devianza, dal fenomeno delle bande” ha commentato il primo cittadino.
Lo Russo ha anche sollevato la questione dell’abbandono scolastico evidenziando come la ripresa dell’educativa di strada si sia rivelata fruttuosa in anni passati.
“Saranno sviluppati servizi di supporto psicologico gratuito per ragazzi e ragazze, oltre che attività di controllo e prevenzione dei Nuclei di prossimità della Polizia Municipale. Tutto questo, congiuntamente alle azioni di rigenerazione urbana, sarà realizzato con i fondi PNRR ed europei” ha continuato il sindaco.
L’amministrazione comunale a tal riguardo ha creato il gruppo interassessorile coordinato dall’assessora Carlotta Salerno focalizzato su questa emergenza.
“I problemi della periferia nord esistono da tempo e la pandemia ha solo esacerbato problemi già esistenti” sostiene la minoranza
La questione dell’emergenza giovani è stata dibattuta in Consiglio comunale ed ad intervenire sono stati anche i consiglieri di minoranza.
Giuseppe Catizone della Lega ha ricordato come i problemi della periferia nord esistano da tempo e sono stati spesi anche dei fondi che però non hanno migliorato la situazione.
“In ogni caso non possono esistere zone franche, né impunità e neppure cittadini di serie B. Particolare attenzione va rivolta al mondo della scuola” ha precisato Catizone.
Che la pandemia abbia esacerbato problemi già esistenti sono stati d’accordo diversi consiglieri. Lorenza Patriarca del PD ha proposto di riproporre gli osservatori di zona, attivi negli anni Ottanta: un modello in contatto con le realtà territoriali su problemi concreti.
Silvio Viale della Lista Civica per Torino ha evidenziato come due anni di pandemia, con il lockdown, abbiano ulteriormente peggiorato la situazione dei giovani tra i quali vi è un diffuso disagio anche psicologico.
“Bisogna intervenire attivando servizi territoriali per i giovani in difficoltà, poiché la scuola e le famiglie non bastano” ha concluso Viale.
Per Paola Ambrogio di Fd’I “siamo alla frutta” e ha sottolineato come il problema delle baby gang non nasca oggi e per cercare di risolverlo serve maggior controllo del territorio e interventi contro chi delinque.
Andrea Tronzano di FI invece ha invitato a riflettere sui valori della nostra società, alla quale, secondo lui, serve un patrimonio di valori condiviso.
“Il rinnegare le proprie radici giudaico-cristiane ha indebolito la società europea. Bisogna tornare alla funzione educativa degli insegnanti, smettere di mettere in discussione i nostri valori, di scardinare la politica come ha cercato di fare in primo luogo il M5S. L’educazione civica non è un valore di destra, e anche lo sport ha una grande funzione educativa” ha affermato il consigliere.
La rappresentante di Torino Domani, Tiziana Ciampolini, ha ribadito che l’attività di prevenzione è fondamentale e ha evocato i Patti educativi di comunità che costruiscono non solo alleanze scuola-famiglie ma coalizione di tutte le articolate realtà della comunità.
Il sindaco Lo Russo ha replicato ribadendo come serva un approccio laico, basato sui valori della prevenzione sulla questione.
“Occuparsi di questi problemi è nostro dovere e faremo attento uso delle risorse pubbliche ma è importante anche stemperare i toni” ha concluso il primo cittadino.