Il 2020 appena trascorso è stato un anno bisesto, decisamente funesto: ci ha visto costretti a limitare la nostra socialità, trattenerci nel manifestare i nostri affetti e per sino acquisire sempre più familiarità con termini, modi, procedure in ambito medico e sanitario fino a quel momento sconosciuti. La situazione più difficile da accettare ora? Un 2021 che sembra non voler essere da meno, anzi.
Una cosa però posso assicurarla, il 2020 non è stato solo, nel bene o nel male, COVID-19, molte cose sono accadute, molte altre sono state dette, il tutto sta nel trovare chi ce le racconta, chi ce le mostra.
Questo arduo compito, da oltre 6o anni, dal 1962 per l’esattezza, lo ha scelto la World Press Photo Foundation raccontando il mondo e le sue innumerevoli storie attraverso il più importante e famoso concorso di fotogiornalismo; un impegno, una vocazione, che ogni anno si trasforma in una mostra che vede i finalisti e il vincitore esposti in 120 città sparse tra 50 Paesi del mondo.
Un appuntamento fisso che permette a chi ne fruisce di riflettere, conoscere, scoprire; aprirsi a visioni dal mondo che spesso restano nascoste.
Alisa Martynova Evelyn Hockstein Lorenzo Tugnoli
Le intense storie di un 2020 raccontato in 159 istantanee
La prestigiosa Sala del Senato di Palazzo Madama è la suggestiva cornice ospitante l’anteprima italiana dell’edizione 2021 del World Press Photo Exhibition, al cui interno sono esposti i potenti scatti dei finalisti e del vincitore della rassegna.
A vincere non poteva che essere un abbraccio, di quelli lunghi, reali e profondi. Il contatto che nel 2020 è mancato così tanto nelle nostre vite è diventato grazie alla fotografia di Mads Nissen finalmente concreto; un’anziana donna, Rosa Luzia Lunardi, è avvolta dalle braccia dell’infermiera Adriana Silva da Costa Souza, tra loro, a mo’ di scudo, un lenzuolo di plastica trasparente. Questo che prima era un semplice e quotidiano gesto d’affetto è ora simbolo di un’epoca che ha visto crollare le sue certezze.
Ma, nonostante ci possa sembrare il contrario, il mondo non si è fermato e osservando questi scatti, muovendoci negli ampi spazi della Sala, veniamo inondati di storie, ritratti di vite individuali e collettive che ci catapultano nel mondo reale: le battaglie che accendono l’America con il movimento Black Lives Matter grazie allo scatto di Evelyn Hockstein; l’agghiacciante esplosione nel porto di Beirut in Libano attraverso gli occhi di Lorenzo Tugnoli; le odissee dei migranti africani che le fotografie di Alisa Martynova trasformano in metafora di stelle lanciate nello spazio come risultato della collisione di due buchi neri, e come rappresentanti dell’ignoto; i messaggi, i moniti che la natura e l’ambiente cercano di inviarci nel tentativo di mettere in evidenza i grandi danni che stiamo infliggendo, e tra i tanti scatti Luis Tato ce lo ricorda raccontando la grave invasione di locuste che ha invaso vaste zone del Kenya devastando ettari ed ettari di terreno.

Tantissime altre storie sono raccontate e non sta a me il compito di farlo, il mio è un invito all’ascolto di queste, un ascolto critico, aperto a comprendere la diversità, l’altro e preservare quello che ci circonda.
Vi lascio solo con quella che credo sia per me la testimonianza simbolo di quest’anno da poco lasciatoci alle spalle: un leone marino della California che gioca con una mascherina. Ralph Poce è l’autore di questa istantanea, paradigma di un’era contradditoria e portata ai limiti estremi dai quali forse è giunto il momento di scendere.
Palazzo Madama, Piazza Castello Torino
Mercoledì, giovedì e venerdì dalle 13 alle 20
Sabato e domenica dalle 10 alle 19
Chiuso il lunedì e martedì
Biglietti: intero € 12, ridotto € 10, scuole € 4, gruppi € 10
Info: www.palazzomadamatorino.it – www.worldpressphototorino.it
Annachiara De Maio