La sistemazione urbanistica di Torino risulta spesso interessante, siamo abituati, infatti, a vedere edifici liberty, lo stile che caratterizza principalmente l’architettura di Torino, posti accanto a palazzi che hanno uno stile più semplice e moderno. Tuttavia a volte si possono incontrare strutture che risultano del tutto inaspettate, e la villa Arduino nel quartiere Parella è una di queste.
La villa si trova lungo corso Lecce all’incrocio con via Lessona, poco prima del parco della Pellerina. E’ posta nell’angolo dell’incrocio e cattura immediatamente per via del suo aspetto caratteristico. Il palazzo infatti sembra un piccolo castello medievale, con tanto di torri, guglie e affreschi. Gli alberi che la circondano rendono la palazzina uno degli angoli più caratteristici del paesaggio urbano torinese. Ecco dunque qualche informazione per conoscere meglio la storia dell’edificio.

Villa Arduino: un po’ di storia
La palazzina è stata costruita nel 1928 su progetto dell’architetto Paolo Napione su richiesta del cavaliere Giuseppe Arduino (da cui prende il nome). In passato la costruzione è stata attribuita spesso a Gino Coppedé, architetto particolarmente famoso per il quartiere Coppedé di Roma, caratterizzato da uno stile gotico-medievale e realizzato nel 1926. In quegli anni, infatti, l’archiettura italiana (e il liberty in generale) subiva un certo fascino per lo stile medievale e lo faceva rivivere creando edifici che lo imitavano ed è per questo motivo che è nata Villa Arduino.
A rendere particolarmente suggestivo il palazzo è soprattutto la torre centrale, non a caso posta perfettamente nell’angolo in modo da dominare il paesaggio, ma non sono da meno gli affreschi delle facciate laterali, che sembrano proprio quelli di una chiesa medievale. Tuttavia il motivo per cui la villa è nota a molti (ma non a tutti) torinesi è una piccola leggenda che si narra in proposito.

La leggenda di Villa Arduino
Secondo la tradizione, Villa Arduino è stata anche la casa di Erminio Macario, il famoso comico piemontese nato nel 1902. In una versione più “gotica” della leggenda, si racconta addirittura che il suo fantasma vaghi per il palazzo! Tuttavia queste informazioni risultano false perché Macario non ha mai soggiornato nella villa (né tantomeno sono state segnalate apparizioni di fantasmi).
Un’altra tradizione vuole che Macario abbia abitato poco distante, nella villa Gibellino in via Sismonda (a ridosso del parco della Pellerina), ma anche questa non risulta ai residenti della zona. L’unico ospite illustre pare essere stato Nostradamus, che ha abitato nella via tra il 1556 e il 1562, precisamente nella “Domus Vittoria”, poi ribattezzata “Morozzo”. All’interno dell’edificio esisteva una lapide murata a ricordo del soggiorno, a quanto pare scomparsa negli anni Quaranta e di cui rimane solo una foto.
