Dal 25 febbraio al 29 maggio, la stazione di Torino Porta Nuova, nello specifico la Sala Stemmi, ospiterà la mostra The World of Banksy – The Immersive Experience. 90 opere e 30 murales, a grandezza naturale, realizzati da giovani street artist internazionali, omaggeranno il mondo del misterioso artista britannico, la cui vera identità rimane ancora sconosciuta.
Dopo il successo ottenuto alla stazione di Milano Centrale e al Teatro Nuovo di Milano, che hanno fatto seguito alle edizioni di Parigi, Barcellona, Praga, Bruxelles e Dubai, The World of Banksy – The Immersive Experience verrà esposta anche nel capoluogo piemontese.
Il messaggio dell’artista britannico
L’arte di Banksy farà tappa nelle principali stazioni d’Italia, in modo tale da far conoscere e ammirare la bellezza e il messaggio che c’è dietro ad ogni sua opera. La mostra vuole far riflettere lo spettatore sul sistema e sulla società nella quale viviamo, in cui spesso gli interessi economici prevalgono su quello che dovrebbe essere il bene delle collettività.
L’intento di Banksy infatti è proprio quello di far emergere, attraverso la sua arte, i problemi che affliggono la società contemporanea e di sensibilizzare il pubblico sui temi del consumismo, della guerra e del potere attraverso l’utilizzo di immagini metaforiche, divertenti, provocatorie e di immediato impatto visivo.

The World of Banksy – The Immersive Experience, la mostra a Torino Porta Nuova
Tra le opere esposte, oltre a quelle più famose come Flower Thrower e Girl with Balloon, ci sarà una sezione video che ripercorrerà la storia e il messaggio sociale dei murales realizzati dall’artista in strade, muri e ponti di tutto il mondo.
“Siamo orgogliosi di essere stati i primi a proporre una mostra all’interno di una stazione come Milano Centrale e di averla portata ora a Torino Porta Nuova, location molto in linea con l’ideologia dell’artista e accessibile a tutti.
Solitamente Banksy non autorizza mostre che non siano organizzate da lui stesso, ma allo stesso tempo non le impedisce. L’artista incoraggia chiunque voglia copiare o prendere in prestito il suo lavoro: il suo messaggio rimane lo stesso, semplicemente viene trasmesso in modo diverso“, ha dichiarato Manu De Ros, curatore della mostra.