Le mascherine diventano oggetto d’arte nella mostra “Take Care Project – 160 Artisti per Una Mascherina” allestita presso gli spazi espositivi della Fondazione 107 in via Sansovino 234.
Il progetto artistico “Take Care” è sia una metafora che una testimonianza dei nostri tempi in cui l’elemento caratterizzante è appunto la mascherina. Ma ad essere messo sotto analisi oltre all’oggetto in sé è anche il concetto del prendersi cura in una società che, purtroppo in tempi di restrizione tutt’altro che propizi, ha conosciuto proprio da vicino questo valore .
“Negli ultimi 2 anni è stata mutata la nostra visione del mondo, ci è stata tolta la sicurezza e la libertà e ci è stata inoculata la diffidenza verso i nostri simili facendoci percepire quanto siamo fragili. Take Care, prendersi cura, è la parola d’ordine e l’insegnamento che dovrebbe esserci rimasto impresso sulla pelle dopo che la Pandemia ha travolto le nostre vite e dato inizio a una nuova era. Solo accogliendo e condividendo questa riflessione si può arrivare alla consapevolezza dell’importanza di prendersi cura di noi stessi ma anche e soprattutto degli altri e di chi è più debole” commenta Federico Piccari, curatore della mostra.
Il progetto è stato avviato nel 2020 in piena pandemia ma solamente ora è giunto alla prima tappa espositiva.
La mostra “Take Care Project – 160 Artisti per Una Mascherina” inaugurata il 9 ottobre sarà aperta al pubblico fino al 28 novembre tutti i sabati e le domeniche con orario 14-19.
Crack Care di Alberto Parres Holding your life di Giulia Mazza Il filo del sospiro di Jessica Costantino Abrasive di Laura Manx
Take Care: un progetto fortemente partecipativo e democratico
Sono stati 160 gli artisti che che hanno accettato l’invito e hanno preso parte alla mostra-progetto “Take Care Project”.
Mascherine trasformate in un foglio bianco dove rappresentare, in differenti modalità artistiche, una personale esperienza in tempo di pandemia.
Gli artisti hanno espresso sentimenti contrastanti: chi ha trasformato la mascherina in un ex-voto, chi nel desiderio di un prato, chi in una scultura impossibile da indossare, chi in un messaggio scritto, chi in un incontro tra popoli, chi in una barriera di spine, chi in una forma di protesta e chi in un’amaca pronta a cullare.
Ironiche, artistiche, talvolta trasgressive e indubbiamente iconiche. Ognuna delle 160 mascherine esposte è stata creata con un intento e una precisa riflessione intorno ad una tema attuale che ha coinvolto l’intero Pianeta negli ultimi 2 anni.
“Abbiamo dato molta importanza agli elementi democratici e partecipativi all’interno del progetto e la votazione, avvenuta via internet sul sito di fondazione 107 ha evidenziato il potere virale dei social e la forza comunicativa individuale di ogni artista partecipante al progetto” spiegano i curatori.
Ogni artista interessato a partecipare al progetto è stato infatti libero di invitare chi riteneva, in una sorta di passaparola e catena virale. Un modo per eludere il distanziamento e costruire una rete di artisti, ricucendo quel filo virtuale di contatti inevitabilmente allentati a causa del distanziamento.
la tanghera di Eleonora Iori Niente è come un fine di Jessica Costantino Venere sotto velo di Yo Akao
Le mascherine vincitrici ed i loro autori
A conclusione del progetto “Take Care” sono stati decretati i vincitori di questo innovativo e originale contest: sono le mascherine “Pepitabadass” creata dall’artista milanese Iaia Filiberti e “Sutura” dell’artista napoletano Roberto Maria Lino.
Iaia Filiberti con la sua opera ci introduce nel mondo di Pepita, il personaggio vicino al mondo del fumetto nato dalla sua penna nel 2001, una sorta di suo alter ego. L’artista lavora su tematiche sociali e la sua posizione non è mai politically correct e anche grazie al personaggio di Pepita si espone con piglio curioso e impavido verso le questioni più attuali.
Roberto Lino con la sua opera invece desidera affermare la difficoltà dei rapporti familiari per le giovani generazioni nel ritagliarsi – e l’artista non si trattiene dall’usare proprio ago e filo – un posto autonomo in un mondo molto spesso preconfezionato.
Collateralmente alle 160 mascherine del progetto “Take Care Project” presso Fondazione 107 è possibile visitare le opere realizzate dall’artista Iaia Filiberti, una serie di chine di grandi dimensioni che hanno come protagonisti Pepita e le forze armate e la video performance “Sutura” dell’altro artista vincitore, Roberto Maria Lino, registrata nello spazio industriale di via Sansovino.

Fondazione 107: uno spazio espositivo d’arte che vuole rilanciare la periferia
Fondazione 107 è uno spazio espositivo torinese per la diffusione dell’arte contemporanea. Ricavato da un ex capannone industriale risalente agli anni Cinquanta del Novecento, la galleria artistica di via Sansovino 234 si sviluppa su 1.500 metri quadrati.
La mission di Fondazione 107 è costruire uno spazio aperto d’arte contemporanea contribuendo anche nell’ambito territoriale a riqualificare e favorire lo sviluppo e il miglioramento delle condizioni di vita del quartiere.

“Vogliamo diffondere l’arte contemporanea in ogni sua forma ed espressione, attraverso specifiche azioni che vedano coinvolti contemporaneamente il pubblico, il privato e le istituzioni territoriali. Ed inoltre vogliamo portare alla periferia un po’ di quella vitalità anche culturale che sembra oggi caratteristica esclusiva del centro cittadino” commentano i responsabili della Fondazione 107.