“Monfest” è il nome del nuovo Festival di Fotografia presentato lo scorso 15 dicembre nell’associazione CAMERA di Torino. L’evento si terrà a Casale Monferrato (da qui il nome) e fa il suo ufficiale debutto quest’anno. Alla direzione c’è Mariateresa Cerretelli, giornalista, photo editor e curatrice di mostre.
Il Monfest nasce principalmente come mostra fotografica ma il suo scopo è quello di mettere in confronto più aspetti artistici: pittura, architettura e anche ambiente. Il tema di questa di edizione è “Le forme del tempo”.
Giovani e donne nell’organizzazione del Monfest
“Le forme del tempo” è un’espressione tratta da “Le città invisibili” di Calvino. Secondo l’autore, infatti, “le città sono la forma del tempo”, e a tal proposito Mariateresa Cerretelli ha sottolineato che tale concetto è esteso “ai paesaggi, alle realtà dei ritratti e alle creatività espresse dai fotografi che saranno qui esposti”.
All’interno della mostra è stato dato ampio spazio ai giovani e le donne. Non è un caso che il logo del Monfest è stato progettato dai ragazzi dell’Istituto Leardi di Casale; i ragazzi delle superiori casalesi, invece, saranno i protagonisti delle visite guidate e dei servizi di accoglienza.
Tutta femminile la scelta delle curatrici per le mostre di maggior rilievo, allestite da Giovanna Calvenzi, Renata Ferri, Elena Ceratti, Daria Carmi e Benedetta Donato.

Le mostre in esposizione
Tra i percorsi principali troviamo “Monferrato, terra senza confini”, con le foto di Gabriele Basilico, e “Il Tanaro a Masio”, dell’alessandrino Vittorio Fossati. “Omaggio a Francesco Negri”, offre un ricordo del sindaco di Casale Monferrato dal 1881 al 1888, noto soprattutto per la sua attività instancabile di fotografo e di sperimentatore.
Lo sguardo fotografico si sposta poi dal Piemonte ad altre regioni d’Italia. Ne è un esempio “Living Layers”, lavoro di Valentina Vannicola, che rilegge uno specifico territorio di Roma; “Il mondo di Silvio Canini” presenterà invece uno spaccato della fervida attività creativa dell’artista romagnolo.
Particolare è infine la mostra “Fotografare il Tempo, Pompei e dintorni” di Claudio Sabatino, che oltre a spostarsi geograficamente lo fa anche in senso cronologico. L’esibizione esporrà le suggestive veduta della città romana che l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. ha congelato nel tempo e lasciata intatta fino a oggi.