La GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, ha deciso di ampliare la collezione permanente contemporanea con il progetto dal titolo Una collezione senza confini che prevede l’esposizione di 56 opere di 33 grandi artisti del panorama internazionale.
L’idea nasce con l’intento di dare visibilità a tutte le creazioni che non sono mai state esposte nei vari anni o che sono transitate per poco tempo all’interno del Museo, visto che la GAM ha da sempre accolto nel tempo molteplici collezioni e mostre di ogni genere grazie al contributo della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT.
Alla GAM in mostra i capolavori dei maestri dell’arte contemporanea
L’obiettivo principale di questo progetto è quello di dare maggiore visibilità a diverse opere di fama internazionale, poiché già alla fine della Seconda Guerra Mondiale, precisamente dal 1948, la GAM aveva iniziato ad ampliare la sua collezione con opere straniere come ad esempio il quadro di Marc Chagall, Dans mon pays o la mostra più recente Strangers. Tra informale e pop dalle collezioni GAM, realizzata nel 2012.
“I visitatori potranno ammirare lavori di assoluto prestigio realizzati da maestri dell’arte contemporanea come Marina Abramović, Anselm Kiefer, ma anche William Kentridge o Hermann Nitsch. Un patrimonio in continuo rinnovamento che, oltre a testimoniare l’evoluzione dell’arte contemporanea, conferma come le acquisizioni svolte nel corso del tempo attraverso Fondazione Arte CRT rappresentino un investimento sicuro, sia in termini culturali che di mercato.
Rassegne come questa dimostrano quanto le collezioni permanenti siano fondamentali per garantire una programmazione museale di livello e confermano come la nostra collezione continui a distinguersi quale assoluto punto di riferimento per l’arte contemporanea internazionale”, ha commentato Anna Ferrino, Presidente della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT.

L’arte senza confini: parola d’ordine “internazionalizzazione museale”
Nel corso del tempo poi è cresciuta maggiormente l’internazionalizzazione museale, poiché se inizialmente le opere che venivano esposte erano per lo più di stampo francese e americano, negli ultimi anni sono state presentate collezioni di altri artisti europei, ma anche opere provenienti da culture e linguaggi espressivi diversi come dalla Cina, da Cuba e dall’Africa, ormai con un’elevata stima globale grazie ai principali eventi espositivi internazionali.
“Possiamo verificare che nell’antologia che abbiamo proposto in questa esposizione sono tanti gli stimoli che possiamo riconoscere come portanti di una certa ricerca, senza che vi corrisponda una geografia specifica o uno stile di riferimento. Vi sono rappresentazioni che evocano una narrazione conclusa o in sospensione, ma anche la tradizione e la cura, gli affioramenti del rimosso, il dramma della storia e delle sue cicatrici in una dimensione ideologica.
Emerge inoltre la messa a fuoco di una dimensione favolistica o leggendaria a contrasto con lo sguardo sull’inammissibile, la dura necessità del ricordo o il recupero di certi spazi mentali, di alienazione o di incursioni sul paranormale”, ha spiegato Riccardo Passoni, Direttore e curatore di Una collezione senza confini.