Il Collettivo Biloura, nato 8 anni fa in Valchiusella e pluripremiato in numerose rassegne internazionali, è stato selezionato, tra centinaia di candidature provenienti da tutto il mondo, come uno dei cinque progetti artistici vincitori di un concorso che lo porterà a presentare il loro progetto Silent Voices in Corea del Sud.
Il Collettivo piemontese si esibirà infatti il 19 e 20 febbraio sul prestigioso palco dell’Asia Culture Center di Gwangju .
Il progetto sostenuto dal Collettivo Biloura
Silvia Ribero, coordinatrice del Collettivo Biloura, ha spiegato che il progetto che stanno sviluppando in Corea del Sud, dal titolo Silent Voices, è la creazione collettiva di una performance che ha come tema le donne dentro la prostituzione, la loro marginalizzazione, il valore delle loro esperienze e storie.
Questa iniziativa mira a portare all’attenzione del pubblico le voci di donne estremamente marginalizzate, un popolo numeroso che passa inosservato; oltretutto il dibattito pubblico sul tema della prostituzione è molto limitato, proprio a causa di quello stesso stigma che rende tabù sia parlare di prostituzione, sia avvicinarsi, ascoltare, riconoscere dignità, diritti, l’esistenza e la cittadinanza alle donne dentro la prostituzione.
Attualmente le artiste sono in Corea, dove rimarranno per tre mesi, per condurre una ricerca che le porterà a dare vita allo spettacolo che si terrà il 19 e 20 febbraio.

Lo spettacolo Silent Voices
La produzione dello spettacolo è sostenuta dall’Asia Culture Center di Gwangju, una grande istituzione culturale del Paese, collocata nella città che ne è la capitale culturale, invece Seul è considerata la capitale economica. Il progetto è stato selezionato attraverso una call internazionale: Biophilia, Peace and Human Rights, che ha portato alla vittoria cinque progetti artistici, scelti tra centinaia provenienti da tutto il mondo. Biloura è l’unico gruppo italiano e uno dei soli due gruppi europei vincitori della call.
Silent Voices è lo step apicale di un progetto che Biloura conduce dal 2017, intitolato 5 VOICES FOR 1. Un’idea transdisciplinare e internazionale di lunga durata che ha coinvolto diverse persone tra prostitute, artiste, operatori socio assistenziali, ricercatori universitari e altre figure di elevata competenza.
Le storie raccontate non hanno una sola sfumatura, una sola visione o lettura possibile del fenomeno della prostituzione; per questo motivo è fondamentale accendere l’interesse, la curiosità, l’approfondimento e il dibattito su questo tema, che, pur essendo un argomento marginalizzato, costituisce il terzo business più grande al mondo dopo la droga e le armi, e che quindi non si può considerare irrilevante.
L’obiettivo dello spettacolo e del progetto
Lo spettacolo non vuole offrire al pubblico delle risposte, dal momento che il focus principale sarà quello di cercare di porre delle domande più significative in una forma poetica attraverso un lavoro creativo, collettivo e interculturale. Per questo motivo sono state selezionate artiste europee e coreane che daranno vita ad uno show che mescola il teatro e la danza all’arte visuale.
La parte di ricerca è fondamentale per la creazione artistica, perché l’obiettivo principale è quello di lavorare su questo fenomeno a partire dai dati, dallo studio, dalle testimonianze dirette, dalle storie individuali e poi certamente dalla sensibilità personale di ogni artista e dal linguaggio poetico che ciascuna offrirà a seconda della propria sensibilità personale.
“Al momento stiamo interagendo con le ong che si occupano di assistere e supportare le donne che sono o che erano all’interno della prostituzione in Corea del Sud. Allo stesso tempo incontriamo le dirette interessate, conduciamo interviste, andiamo a visitare i luoghi della prostituzione nel Paese facendo una vera e propria ricerca sul campo relativa all’aspetto coreano del fenomeno“. Ricerca sul campo che era già stata fatta sia in Italia che in Austria, oltre che un’indagine bibliografica e filmografica, dal 2017 in poi, sulla prostituzione in tutto il mondo, dal Messico all’India, dalla Nuova Zelanda alla Germania al Kenya e non solo.