E’ venuto a mancare questa mattina Franco Battiato era nato a Jonia il 23 marzo del 1945, aveva 76 anni ed era malato da tempo, si è spento a Milo, nella sua residenza. Dopo essersi fratturato il femore ed il bacino era riapparso solo sui social ma mai in pubblico. Era un cantautore, ma anche un pittore, ha lavorato nel cinema, insomma un artista a tutto tondo.
Quando parlava della morte non la viveva come fine, ma come trasformazione, tanti i saluti ricevuti oggi, qui vi riportiamo quello del Presidente della Repubblica Mattarella, e una poesia che gli ha dedicato LaForgia Filippo, un autore torinese, che ha voluto scrivere qualche verso sincero per ricordare un grande maestro, dando voce al sentire di buona parte del vasto pubblico che oggi si dice rammaricato da una grande perdita per la musica italiana. Tra le canzoni più belle e più popolari ‘La cura, Centro di gravità permanente, Voglio vederti danzare’.
Franco Battiato: Gli esseri umani non muoiono ci si trasforma
Così Battiato diceva relativamente alla morte: ‘ Non posso dire di non aver paura della morte, Sto lavorando per essere degno di questo passaggio. Non bisogna avere debolezze nei propri confronti perché la debolezza della materia gioca brutti scherzi. Gli esseri umani non muoiono, Ci si trasforma’
Il ricordo di Mattarella Oggi: “Profondamente addolorato dalla morte di Battiato, artista colto e raffinato. Con il suo stile musicale, frutto di intenso studio e febbrile sperimentazione, ha affascinato un vasto pubblico, anche al di là dei confini nazionali”. Ora vi lasciamo alla poesia scritta dall’autore torinese Laforgia Filippo, che così ricorda Battiato:
Franco Battiato, il ricordo del Torinese Laforgia Filippo
“Una dolce voce che non nuoce, poiché i suoi pensieri impegnati sono tanto apprezzati. La sua essenza musicale e la continua ricerca sperimentale hanno segnato la musica italiana.
Io mi unisco, nel mio piccolo, a ringraziare il nostro Maestro Franco Battiato tanto amato che ora canterà con i nostri angeli i suoi amabili versi mai andati persi.
Ci fa un grande dono, le dolci parole piene di valori e con un senso e nessun dissenso accompagnate da una musica assai unica”.
Dalla mia non posso che salutarlo così: A Dio Maestro! Abbi ‘cura’ di noi.