A più di tre anni dalla scomparsa di Sergio Marchionne, un documentario ricostruisce la sua esistenza. Lui, più di ogni altro suo predecessore, ha cambiato il destino industriale di Torino nel suo simbolo principale, la FIAT. Appuntamento dunque venerdì 17 dicembre alle ore 21:25 su Rai Tre.
Il documentario porta la firma di Francesco Micciché e vanta la coproduzione di Mario Rossini per Red Film insieme a Rai Documentari e Luce Cinecittà. La realizzazione ha avuto luogo grazie a Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund.
Biografia di Sergio Marchionne
Nato a Chieti in Abruzzo nel 1952 da padre, maresciallo dei Carabinieri, originario del luogo e madre istriana, a 14 anni si trasferì in Ontario, Canada, da una zia materna. Dotato di spirito indomito e talvolta ribelle, si laureò in Filosofia all’Università di Toronto, il più grande ateneo della nazione nordamericana come studenti. In seguito conseguì una seconda laurea, questa volta in Giurisprudenza, all‘Università di York, sempre a Toronto.
Il passo successivo per Sergio fu conseguire un Master in Business Administration ancora nell’Ontario, presso l’Università di Windsor. I titoli acquisiti nei settori giuridici ed economici lo avviarono all’attività di avvocato, contabile e procuratore legale.
Passò poi dalla carriera forense a quella dirigenziale, attraverso il settore commercialista e fiscale alla Deloitte Touche Tohmatsu, azienda leader mondiale in servizi di consulenza e revisione, nel biennio 1983-85. Seguirono altre ditte di alto spessore, il Lawson Mardon Group di Toronto, le Glenex Industries e l’Acklands.
Tornato al Lawson Group, attraverso successive fusioni e divisioni societarie, la sua posizione di dirigente crebbe sempre più nel corso degli anni. Dal 2002 amministratore delegato, e dal 2006 presidente della Société Générale de Surveillance S.A (SGS), azienda di Ginevra leader nei nei servizi di ispezione, verifica, analisi e certificazione, nel giro di due anni salvò la SGS dalla crisi finanziaria in cui era precipitata.

Alla FIAT
Entrato nel consiglio d’amministrazione della FIAT nel 2003, l’anno successivo, dopo la morte di Umberto Agnelli, a sua volta succeduto al fratello Giovanni, l’Avvocato per antonomasia, Sergio Marchionne ne divenne l’amministratore delegato.
Iniziò a risollevare le sorti del gruppo FIAT, assumendo con il trascorrere degli anni una serie d’incarichi per risollevare il marchio automobilistico. Questo era necessario dopo alcune scelte non troppo azzeccate compiute dalle precedenti gestioni.
La crisi economica e finanziaria mondiale al termine degli anni 2000 spinse Marchionne ad una politica di alleanze aziendali, coronate dall’acquisizione del 20 % del pacchetto aziendale di Crysler nel 2009. Nacque così il sesto gruppo automobilistico planetario. Dal 13 ottobre 2014 fino al 21 luglio 2018, quattro giorni prima della sua morte, fu presidente della Ferrari.
Nell’estate del 2018 le sue condizioni di salute peggiorarono drasticamente, conducendolo alla morte a Zurigo a soli 66 anni. Alcuni suoi progetti si realizzarono felicemente altri fallirono, come ad esempio l’acquisizione della OPEL, altri ancora, pur molto criticati ebbero comunque successo, come la chiusura dell’impianto industriale di Termini Imerese in Sicilia.

Il lato umano dell’imprenditore
Non soltanto lo sviluppo della sua vita professionale, ma anche alcuni aspetti più personali hanno avuto un approfondimento nel documentario proposto. Sentimenti, interessi, idee dell’uomo sono presenti nel prodotto che apparirà venerdì in televisione. Una persona che disdegnava indossare giacca e cravatta, preferendo i pullover, un’abitudine ricorrente quasi quanto l’orologio sul polsino del compianto Avvocato.
Il documentario ha ricevuto l’approvazione del gruppo Stellantis, attuale erede del binomio FIAT – Crysler dopo un’ulteriore e recente fusione. Le scelte, spesso discusse ma altrettanto sovente necessarie, compongono la totalità della vita di Sergio nel panorama imprenditoriale globale di questi ultimi decenni.
Le molteplici interviste dei suoi collaboratori, di industriali, sindacalisti, politici e giornalisti italiani e stranieri nel prodotto video realizzato, aiuteranno dunque a comprendere più da vicino il ruolo di questo atipico dirigente prematuramente deceduto.