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lunedì 11 Dicembre 2023

RC Collezioni, il marchio torinese che punta all’eccellenza del Made in Italy

Intervista a Norbert Ciuccariello, l’imprenditore torinese che ha dato vita a questo nuovo marchio di moda

La semplicità dell’eleganza. Uno slogan che mira sin da subito a svelare la duplice e intrigante anima del marchio di alta moda RC Collezioni.

Creato dall’imprenditore torinese Norbert Ciuccariello il marchio RC Collezioni mira infatti all’eccellenza, all’artigianato di qualità, alle creazioni sartoriali made in Italy ma dall’altra parte le sue collezioni, sia per uomo che per donna, denotano capi lineari, sobri anche se sottilmente tradiscono questa loro natura con un pizzico di creatività.

I capi di abbigliamento RC Collezioni sono prodotti e realizzati completamente in Italia. Nel loro essere “made in Italy” c’è tutta l’eleganza e la perfezione che solo il settore manifatturiero italiano può creare.

Il logo che contraddistingue le collezioni del marchio torinese è rappresentato da due lettere, una R e una C, e da una corona. Quest’ultimo è simbolo di eleganza e regalità, peculiarità che lo stesso marchio vuole indossare, mentre l’acronimo RC è un omaggio a Raffaele Ciuccariello, padre di Norbert, tra i primi a credere in questo progetto

Scopriamo di più di questo marchio insieme al suo creatore.

Ciao Norbert, è un piacere intervistarLa. La nostra curiosità ci spinge ad iniziare con la domanda zero, ovvero come è nata la sua passione per la moda?

“È una passione che nutro da sempre, per cui è stato abbastanza naturale pensare di investire in questo settore. Sin da giovane ho avuto sempre un vasto guardaroba, motivo per il quale facevo una fatica immane a contenerlo tutto all’interno degli armadi. Ho una predilezione innata per i capi classici tra cui completi, giacche, scarpe classiche e camicie. Difatti non è un caso che il primo capo prodotto a nostro marchio sia stata proprio la camicia, sia nella versione maschile che femminile. A mio modesto parere la camicia è un must che non può mancare nel guardaroba di ogni uomo, e oserei dire anche in quello di ogni donna.”

RC Collezioni
L’imprenditore Norbert Ciuccariello con le camicie del suo marchio RC Collezioni

La sua città, Torino, è stata in qualche modo di ispirazione?

“Sì, sono stato ispirato dalla nostra città, Torino, che oltre ad essere stata la prima capitale d’Italia, è stata la prima Capitale della Moda, circostanza che in molti non conoscono.”

La RC Collezioni ha due punti vendita nella città di Torino. Il quartier generale è collocato all’interno del noto complesso “Piero della Francesca” di Torino. Cosa l’ha spinta a creare lo store principale in questo edificio?

“Non tutti sanno che questo centro uffici ogni giorno ospita circa 7.000 persone tra i lavoratori e i clienti delle numerose aziende presenti. Oltretutto all’interno dello stabile sono presenti tre attività di ristorazione, due palestre, una scuola di danza, la facoltà universitaria di informatica, i data center di Google, una sala che organizza tornei di poker e diverse attività commerciali. Per cui è un centro vivo e frequentato, motivo che mi ha spinto ad aprire qui. Poi è situato in una posizione strategica: a pochi chilometri dal centro, dalle principali stazioni torinesi (Porta Susa e Porta Nuova). Un altro valore aggiunto è l’ampio parcheggio gratuito a disposizione su via Nole, parallela di Corso Svizzera, che affaccia sullo splendido parco Dora.”

Dove si trova il secondo negozio del marchio RC Collezioni?

“Il secondo punto vendita, aperto da qualche mese, si trova in via Cesana 67, nel cuore del quartiere Cenisia. È una zona con enormi potenzialità commerciali come testimonia il gran numero attività di ristorazione presenti e la vicinanza con lo storico cinema Eliseo.”

Moda e Vino. Nel negozio all’interno del complesso di Piero della Francesca si possono trovare entrambi. Come è nata l’idea di questo stuzzicante abbinamento?

“Tutto parte da un concetto semplice: io e il mio staff ci siamo chiesti che cosa potesse invogliare ancora di più i clienti a venirci a trovare nel nostro punto vendita. E soprattutto in che modo far sentire i clienti a proprio agio senza che sentano l’obbligo di acquistare a tutti i costi un capo d’abbigliamento? A questa domanda abbiamo risposto inserendo uno spazio dedicato alla vendita e alla somministrazione di vini. In questo modo si può venire in negozio, degustare un buon bicchiere di vino e fare un giro nel negozio in tutta serenità. Poi moda e vino sono due eccellenze del Made in Italy riconosciute in tutto il mondo, per cui l’abbinamento è avvenuto in maniera molto spontanea.”

RC Collezione ha anche uno store online. In un periodo come quello che tutti noi abbiamo vissuto nell’ultimo anno e mezzo, secondo Lei, in generale nel settore del fashion ha funzionato meglio la vendita online oppure il negozio fisico si è comunque ritagliato e mantenuto una clientela affezionata?

“Purtroppo la pandemia ha cambiato il nostro modo di vivere, in particolar modo nel periodo di restrizione più estremo, ed è stato fisiologico che le vendite online subissero enormi incrementi. Mentre in periodi di normalità il negozio rimane un punto di riferimento imprescindibile per i clienti più affezionati, soprattutto in quegli ambienti nei quali i clienti vengono trattati con la giusta attenzione e vengono consigliati con rispetto e professionalità. Però la vendita online è capace di offrire una visibilità che va al di là di uno spazio fisico ben definito e potenzialmente permette di raggiungere le persone in tutto il mondo. Al giorno d’oggi non si può pensare di non essere presenti sul web e sui social, si perderebbe una fetta di mercato enorme. E poi è giusto seguire le esigenze dei clienti: se loro preferiscono acquistare online e ricevere i prodotti comodamente a casa noi dobbiamo soddisfarli. Affermare che il mercato della moda fosse meglio prima dell’avvento di internet è solo una perdita di tempo. In questo caso il mio motto è “agire in fretta e stare al passo coi tempi.”

Investire sulla manifattura italiana è una grande sfida soprattutto in termini di produttività: come imprenditore direbbe che scegliere il Made in Italy è una scelta che ripaga sempre?

“Ripaga sempre. Ho puntato tutto sulla produzione 100% Made in Italy perché è un valore aggiunto. Per me non è importante che il costo di produzione sia più alto, quello che mi interessa è dare vita a capi di alta qualità e aiutare il sistema Italia. Se decido di produrre in Italia in primis aiuto la nostra economia e poi le mie creazioni acquisiscono un marchio di qualità, di inestimabile valore, che lo rendono appetibile sia in Italia che nel mercato estero.”

Quali sono i tratti caratteristici e le specificità che differenziano i capi d’abbigliamento della linea RC Collezioni da altri facenti parte del settore dell’alta moda?

“La prima caratteristica inconfondibile è il nostro logo, capace di donare regalità ed eleganza ai nostri capi. Poi una particolarità delle nostre camicie sono i bottoni color oro e di diametro più grande rispetto a quelli utilizzati generalmente dai nostri competitor. Infine la chicca che ci contraddistingue sono i bottoni dei polsini reversibili. Possono essere utilizzati come bottoni classici oppure inseriti all’interno dell’asola ed essere utilizzati come gemelli. Infine è possibile nasconderli dentro l’asola e utilizzare i propri gemelli.”

Con la vittoria di Stefano Lo Russo a Sindaco di Torino si parla molto del rilancio economico della città. Cosa prevede ci possa essere all’orizzonte per la città?

“Faccio i miei più sinceri complimenti a Lo Russo, che sarà chiamato ad un compito difficile: quello di far ripartire una città che da qualche tempo a questa parte sta vivendo una difficile crisi economica. Spesso i sindaci neoeletti promettono cambiamenti e rilanci, così come avvenuto nelle amministrazioni precedenti. Il problema è che spesso queste promesse non vengono mantenute, motivo per il quale molti torinesi delusi dalla politica non si sono recati alle urne. Mi auguro che il nuovo sindaco riesca a sfatare questo mito e dimostrare ai cittadini che il rilancio di Torino è possibile, anche perché ha tutte le carte in regola per tornare tra le grandi potenze economiche del panorama nazionale.”

Torino è considerata una città banco di prova soprattutto per l’imprenditoria nel settore della moda: questo perché spesso chi investe nella città sabauda può andare incontro a maggiori difficoltà rispetto magari ad altre grandi città italiane. Secondo Lei perché questo succede? E cosa la differenzia da Milano per quanto riguarda questo settore?

“Spiegare questo fenomeno non è semplicissimo. Probabilmente il torinese è meno propenso rispetto ad altri ad accogliere con entusiasmo le novità proposte dal mercato. Il dato di fatto è che se un’attività funziona a Torino allora ha molta probabilità di funzionare nel resto del Paese. Milano rispetto alla città sabauda ha un vantaggio: un’enorme mole di turismo legata alla grande attrattività del capoluogo lombardo. Milano è una città aperta e cosmopolita, che nonostante non abbia un patrimonio artistico-culturale pari a Torino è stata capace negli anni di vendersi al meglio. Mentre la nostra città ha un grande patrimonio, una grande tradizione enogastronomica, una grande storia, ma spesso si nasconde. Molte delle persone che non conoscono Torino, provenienti da altre città, ne rimangono piacevolmente colpiti. Spesso affermano che non si aspettavano tutta questa bellezza. Questo perché non siamo stati in grado di promuoverla adeguatamente.

Sì, bisogna puntare a promuovere maggiormente Torino e le sue eccellenze.

È da anni che si discute sul modo più adatto di promuovere Torino e tutto il territorio limitrofo. Speriamo che gli Atp di tennis, l’Eurovision Song Contest e l’operato della nuova giunta comunale possano dare il giusto slancio a questa straordinaria città.

Il negozio del marchio RC Collezioni nel complesso Piero della Francesca di Torino

RC Collezioni punta anche al mercato estero. Il settore della moda italiana è indubbiamente molto apprezzato fuori dai confini italiani. Direbbe che conquistare questa importante fetta di mercato sia più o meno difficile che farlo in patria?

“Parto con una citazione: ‘Nessuno è profeta in patria’. Penso che sia più facile promuovere i nostri prodotti all’estero che in Italia proprio perché produciamo tutto nel nostro Paese. Molti consumatori italiani privilegiano i marchi già conosciuti, probabilmente perché si è instaurato un rapporto di fiducia costruito nel tempo. Mentre per chi come noi è dal mercato da poco questa fiducia la deve acquisire. Fuori dai confini italiani viene premiata l’estetica e la qualità del prodotto, a prescindere dagli anni di presenza sul mercato. Poi sarò ripetitivo ma avere una produzione 100% Made in Italy è la carta vincente per convincere gli acquirenti stranieri.

In un’intervista sul nostro giornale affiliato Milano Top News ha raccontato di come ha deciso di intraprendere questa attività imprenditoriale nonostante l’economia mondiale (e soprattutto del comparto moda) abbia subito un duro colpo con la Pandemia ed il conseguente lockdown. A distanza di tempo, rifarebbe questa identica scelta o aspetterebbe un momento più propizio?

Lo rifarei altre mille volte perché sono sicuro che questa azienda possa darmi delle enormi soddisfazioni. Come già ho avuto modo di dichiarare nel precedente articolo la storia ci insegna che molte aziende hanno saputo sfruttare i momenti di crisi economica per imporsi sul mercato. Quindi sono fiducioso per il futuro. Poi vorrei sottolineare che sono fiero del lavoro fatto sino ad oggi dai miei collaboratori, a partire da coloro i quali hanno disegnato i capi fino ai responsabili dei punti vendita. Hanno avuto fin dai primi giorni fiducia in me, nel progetto e con le loro idee stanno apportando un contributo inestimabile all’azienda. Credo nel lavoro di gruppo e mi reputo molto fortunato ad aver trovato persone entusiaste del lavoro che svolgono. Sono sicuro che con questo atteggiamento presto potremo raggiungere grandi obiettivi”.

Rossella Carluccio
Rossella Carluccio
Classe 1983. Ha iniziato con il giornalismo locale nel 2005 lavorando prima per “Il Risveglio” e poi per “Il Canavese”. Dal 2009 è giornalista pubblicista. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione inizia un’avventura lavorativa nel mondo del digital marketing ma senza dimenticare la sua prima passione, la scrittura. Unisce questi due universi e diventa copywriter. Dal 2021 ritorna a vestire i panni della giornalista.

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