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lunedì 11 Dicembre 2023

“L’uomo è mito”: intervista a Paolo Battistel

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Paollo Battistel, scrittore e mitologo, sui temi affascinanti quale le fiabe e i miti. Un affascinante viaggio alla scoperta delle storie dentro di noi

La nostra redazione ha già avuto il piacere di parlare di Paolo Battistel in un articolo riguardante uno spettacolo che ha tenuto tempo fa assieme al gruppo Storytelling Torino. Scrittore, mitologo, e studioso di fiabe, il suo lavoro si incentra principalmente sui racconti, alla ricerca della loro origine e di significati nascosti.

Un tema molto interessante che Battistel affronta con serietà e competenza, senza mai scadere nel banale; argomenti del genere rischiano sempre di sfociare nel complottismo o in un superficiale nozionismo, ma lui procede in maniera del tutto diversa. Il suo approccio è tecnico, appoggiandosi alle fonti con la metodologia di uno storico.

È stato infatti uno dei più grandi storici del ‘900, Marc Bloch, a suggerire per primo l’idea di una ricerca storiografica passando attraverso miti e leggende. Nel suo libro “I re taumaturghi” ha dimostrato come le credenze popolari nascondano sempre una verità, perché nascono appunto da essa.

Con questo spirito, e incuriosito dal suo lavoro, ho rivolto a Battistel qualche domanda cui lui ha gentilmente risposto.

Intervista a Paolo Battistel

Qualche considerazione sullo spettacolo “il femminile nelle fiabe”. Come è andata la serata? È soddisfatto?

È stata una serata molto bella e piacevole in cui si sono toccati i due modi in cui possiamo rispettare e far rinascere il mondo antico e meraviglioso delle fiabe; il primo è stato narrarle e ascoltarle, lasciandole penetrare dentro di noi.

Il secondo modo, e di quello mi occupo io, cercare di ritornare in possesso della sapienza infinita racchiusa dentro queste storie antiche, una sapienza che implicitamente è racchiusa in modo latente dentro ciascuno di noi.

Paolo Battistel durante la serata “Il femminile nelle fiabe” (facebook Storytelling Torino)

Come e quando è nato l’interesse per le fiabe, il mito, il mondo che c’è dietro i racconti e le storie?

Come racconto nell’introduzione del mio libro più conosciuto, “La vera origine delle fiabe“, l’amore per questo mondo meraviglioso e terribile nasce la prima volta che ho letto la fiaba di Hansel e Gretel dei fratelli Grimm. Assaporare per la prima volta una storia simile mi diede gioia e timore allo stesso tempo e soprattutto mi condusse a ricercare altri viaggi in quel mondo incantato ma pieno di ostacoli.

Il desiderio, nato nell’infanzia e nella giovinezza, di “tornare nell’altromondo” appena avessi un momento di tempo mi condusse in reami perigliosi riuscendo a conoscere figure che amai fin dal principio come Bran, Brunilde o Cuchulain e a percorrere, anche se dovevo rimanere in questo mondo decaduto, un sentiero che più si avvicinasse al reame delle fiabe e le leggende.

I miti e le storie antiche sono ricche di simboli, e i simboli ancora oggi sono una catena potente che può fare presa sulle persone. Ancora oggi viviamo di simboli, e un simbolo è capace di assoggettare popoli interi. Qual è il tuo rapporto con i simboli, come li percepisci?

Nella civiltà moderna è presente un’immensa anomalia, le cui dimensioni nello scorrere dei secoli sono cresciute a dismisura, un’anomalia poiché rappresenta il primo caso di un “mondo” sviluppato in senso puramente materiale. Un materialismo da cui è concesso fuggire solo attraverso un blando sentimentalismo che non ha nulla a che vedere con la pienezza del sapere, una pienezza che ci può essere concessa soltanto attraverso la riscoperta del simbolo.

Il simbolo agisce nella fiaba, nel mito, ma anche in tutto ciò che circonda l’umano appena smette di essere tenuto al guinzaglio dalla mano dal tecnocratismo moderno. Il simbolo nelle sue infinite sfaccettature e profondità ci concede il raggiungimento di consapevolezze perdute e di Verità che riportano l’uomo a un autentico radicamento che garantisce una pienezza ritrovata.

Leggendo i tuoi libri si nota tanto studio e tanta ricerca, ma accanto a questo anche ricchezza di argomenti e di spunti. Si vede che ricevi tanti input e tante idee dal tuo lavoro: con che criterio decidi l’argomento di un libro? In mezzo a tanti stimoli, come fai a scegliere quale sviluppare?

La fiaba e il mito sono stati per tutta la mia vita il nord magnetico della mia bussola interiore e se devo essere sincero anche in ciò che vivevo (e vivo) nella quotidianità la mia attenzione si solleva all’improvviso soltanto quando mi sembra che, anche implicitamente, i due mondi si sfiorino, quando un quadro, un libro, un edificio o un detto, di cui ormai non comprendiamo più l’esatto significato, mi catapultano all’improvviso nel magico altromondo in cui mi sento vivo.

La scelta su quali spunti sviluppare nei miei libri e articoli parte da lì, da quella connessione improvvisa e assoluta che mi spinge a indagare verso la radice fino a intravederne il significato perduto.

L’ultimo libro di Paolo Battistel, “La vera origine delle fiabe”

L’argomento che tratti in un libro viene diramato collegandosi a culture, religioni e periodi differenti, sempre avendo un serio lavoro di ricerca alle spalle. Come organizzi tale ricerca e la conseguente stesura del libro? Sono processi contemporanei o hanno momenti differenti?

La fiaba, proprio come il mito, vive il suo essere più autentico fino a quanto viene narrato e rielaborato e nel suo eterno peregrinare di bocca in bocca ha toccato nello scorrere del tempo terre sempre più lontane e differenti.

Per quanto ritenga fondamentale raggiungere il germe originario di queste antiche storie, la loro radice perduta, trovo estremamente affascinante questo percorso di sviluppo e contagio delle storie poiché provando a seguire quest’eterno divenire nei suoi mille influssi e nei suoi mille volti si riesce a raccontare molto dell’uomo.

Hai progetti/idee sul prossimo libro? Hai in mente un argomento che intendi sviluppare?

Sto lavorando ormai da diverso tempo ad alcuni saggi che saranno in prossima pubblicazione. Il primo di questi uscirà in libreria nel giugno del 2022 e posso anticiparti che avrà come protagoniste proprio le fiabe

Nel libro “Miti d’oggi”, Roland Barthes ha reinventato il concetto di mitologia, sostenendo che i grandi valori simbolici che caratterizzano i miti classici sono stati sostituiti da altri che appartengono alla nostra quotidianità ma che svolgono la stessa funzione. Lui menziona i giocattoli, le fotografie choc, il Tour de France come esempi di “entità” in cui l’uomo di oggi si ritrova a credere. Cosa pensi a riguardo?

L’uomo è mito, poiché l’uomo senza il mito che ha filtrato il suo primo contatto con il mondo diventa “nuda vita” un essere cioè privo di qualsiasi radicamento e di ogni legame con lo spirito e le percezioni di individui che hanno solcato la stessa terra in epoche differenti e lontane.

Malinowski amava ripetere che il mito non è né invenzione né creazione in termini materiali ma un “viva realtà” che si crede sia accaduta in un mondo oltre i confini del tempo. La forza del mito, che generazione dopo generazione, si rinnova rimanendo se stesso ha agito in ogni aspetto dell’essere umano, dal suo respirare al suo creare.

Il mondo moderno ha precluso questo accesso vivificante rendendo il mito solo una parola dove tutto può essere mito in base alla sua specifica suggestione, ma dietro questa forma decaduta dell’uomo il “bisogno del mito” vive come una ferita al fianco da cui il sangue non smette un attimo di fluire, l’uomo prova a tamponare questo bisogno con differenti simulacri ma il bisogno del mito, nascosto nell’ombra o nell’inconscio, ha bisogno di quell’unico e fondante “tocco magico” del mito autentico.

Danilo D'Acunto
Danilo D'Acunto
Dopo una formazione classica ho proseguito gli studi specializzandomi con lode in Archeologia e Storia dell'Arte Antica presso l'università Federico II di Napoli. Da anni mi occupo di divulgazione e promozione culturale guardando con interesse tutti i campi del settore, dalla letteratura all'enogastronomia, passando per arte, storia e fumetto.

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