Esattamente 90 anni fa nasceva Umberto Eco, e il mondo delle lettere lo sta celebrando come merita. Eco infatti rappresenta una pagina importante della storia italiana, contribuendo alla letteratura con saggi e romanzi che saranno per anni materia di studio.
L’importanza e il lavoro di Umberto Eco è riconosciuto in tutto il mondo, e sono molte le associazioni estere di cui faceva parte. È stato membro onorario della James Joyce Association, dell’Academia Europea de Yuste, dell’American Academy of Arts and Letters, dell’Académie royale des sciences, des lettres et des beaux-arts de Belgique, e della Polska Akademia Umiejętności.
Ma i riconoscimenti di Eco non si limitano soltanto all’ambito accademico; l’astronomo belga Eric Walter Elst diede il nome di “13069 Umbertoeco” a un asteroide da lui scoperto. Javier Marías Franco, re di Redonda, una micronazione posta su un’isola di 3 km quadrati lo ha nominato “Duca dell’isola del giorno prima”, richiamando il titolo di un suo romanzo.
La vita di Eco, che ha raggiunto livelli mondiali, parte dal Piemonte, dove si è formato e ha mosso i suoi primi passi nel mondo della cultura.
Umberto Eco e la sua formazione piemontese
Eco nacque ad Alessandria, dove poi frequento il liceo classico Giovanni Piana. Appassionandosi alle materie umanistiche e desideroso di continuare gli studi, si iscrisse al corso di Filosofia dell’Università di Torino.
Proprio a Torino soggiornò nella sede storica del campus Einaudi, quella che oggi viene chiamata “Sezione Valentino”; la sede che si trova in via Bernardino Galliari, prende il nome dal Parco del Valentino cui si trova accanto.

La sua carriera universitaria fu brillante, riportando sempre la votazione di 30 (a volte con lode) a tutti gli esami del corso tranne 4. Raggiunse il 110 e lode finale scrivendo una tesi su Tommaso D’Aquino, uno dei più grandi teologi medievali cristiani; paradossalmente, iscrittosi all’università credente nonché cattolico praticante, ne uscì ateo.
Tuttavia questo suo cambio di opinione in merito alla religione non fu una decisione presa alla leggera, né tantomeno lo mise in contrasto con chi credeva. Non è un caso che scrisse un bellissimo libro a quattro mani con il cardinale Carlo Maria Martini, dal titolo “In cosa crede chi non crede?”. E fu proprio dalla spiritualità del Piemonte che prese il via la sua carriera di scrittore.
Religione e letteratura
Vivendo a Torino prima come studente e poi come professore all’Università, Umberto Eco ebbe modo di sviluppare e perfezionare la sua scrittura. Durante questi anni di formazione, scrisse principalmente saggi, senza mai cimentarsi nel romanzo.
Tuttavia nella mente di Eco c’era il ricordo di enorme biblioteca che aveva visto a sedici anni; a quell’età infatti partecipò a un corso di esercizi spirituali presso il monastero benedettino di Santa Scolastica. La visione di quello spazio religioso colmo di libri diventò indelebile nella sua mente.
Tale visione si incrociò con la scoperta, da parte di Eco, di uno dei luoghi simbolo del Piemonte, ovvero la Sacra di San Michele. La bellissima abbazia della Val di Susa lo suggestionò al punto tale che decise di ambientarci il suo primo romanzo. Da lì nacque “Il nome della rosa”, il testo che gli valse il premio Strega nel 1981.
Dunque fu proprio una crisi spirituale e la scoperta di un monumento di spiritualità quale la Sacra è, che Eco iniziò la sua brillante carriera che lo ha reso famoso in tutto il mondo.