Ci sono anche dei torinesi nel team internazionale di ricerca che in questi giorni ha pubblicato sulla prestigiosa rivista Science la scoperta del nuovo pianeta GJ 367 b, il Pianeta Piuma.
Sono Luisa Maria Serrano, Elisa Goffo e il professor Davide Gandolfi del Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino ed insieme ad altri ricercatori hanno scoperto l’esistenza di un nuovo Pianeta con una massa pari alla metà di quella della Terra e con una caratteristica decisamente interessante.
Battezzato “Pianeta Piuma” per via del fatto che è uno dei più leggeri tra i quasi 5000 esopianeti ad oggi conosciuti, GJ 367 orbita attorno ad altre stelle, è leggermente più grande di Marte ed impiega solo 8 ore a compiere una rivoluzione attorno alla sua stella.
La scoperta è stata resa possibile grazie alla collaborazione di 78 ricercatori afferenti ad atenei e centri di ricerca di Giappone, Svezia, Italia, Danimarca, Germania, Repubblica Ceca, Stati Uniti, Canada, Argentina, Cile, Brasile, Paesi Bassi, Austria, Spagna, Portogallo e Francia coordinati da Kristine W. F. Lam e Szilárd Csizmadia dell’Institute of Planetary Research at the German Aerospace Center.
GJ 367 b è stato scoperto grazie alle osservazioni condotte con il telescopio spaziale TESS della NASA utilizzando il metodo dei transiti, che consiste nel misurare la diminuzione di luce di una stella quando questa viene parzialmente occultata da un suo pianeta che le transita di fronte. Osservazioni successive condotte utilizzando lo spettrografo HARPS dell’European Southern Observatory hanno poi permesso di determinare la massa del pianeta.
“Grazie alla determinazione precisa delle sue dimensioni e della sua massa, siamo in grado di classificare GJ 367 b come un pianeta roccioso. È uno degli esopianeti terrestri più piccoli di cui sia stata misurata precisamente la sua massa. Anche se non conosciamo bene le sue origini, riteniamo che GJ 367 b si sia formato a distanze molto più grandi dalla sua stella e che successivamente sia migrato verso le regioni più interne del sistema planetario, raggiungendo la sua orbita attuale” ha affermato il Professor Davide Gandolfi.
Tra le peculiarità scoperte dai ricercatori su questo nuovo Pianeta vi è il fatto che la vicinanza alla sua stella, definita stella nana rossa, lo espone ad un livello di radiazioni estremamente elevato, oltre 500 volte più intenso di quello che riceve la Terra dal Sole.
“Stimiamo che la temperatura superficiale sia di circa 1500 gradi Celsius. A questa temperatura le rocce ed i metalli fondono ricoprendo la superficie di GJ 367 b con un mare di lava” ha aggiunto la ricercatrice Elisa Goffo.