Si chiamano “Stolpersteine” e sono “pietre di inciampo” che ricordano le singole vittime della deportazione nazista e fascista.
In questo “monumento” diffuso e partecipato, ideato e realizzato dall’artista tedesco Gunter Demnig, sono infatti recati i nomi e cognomi, la data di nascita e quella della deportazione degli uomini e delle donne che incontrarono nel loro destino i terribili campi di concentramento come quello di Auschwitz.
L’artista tedesco produce piccole targhe di ottone che poi pone su cubetti di pietra. Questi vengono poi incastonati nel selciato davanti all’ultima abitazione scelta liberamente dalla vittima.
Il progetto Pietre d’Inciampo Torino si inserisce nel programma cittadino di attività legate al Giorno della Memoria ed è coordinato dal Museo Diffuso della Resistenza con il contributo della Città di Torino e della Fondazione CRT.
“Le pietre d’inciampo restituiscono la storia personale, ridanno nome a chi ne fu privato per via dell’applicazione dell’ideologia nazifascista e ricostruiscono, al tempo stesso, la storia delle città secondo i diversi luoghi da cui furono costretti ad allontanarsi o in cui vennero arrestati, o in cui risiedevano prima di scegliere la lotta partigiana, i deportati nei Lager nazisti. Per Torino e il Piemonte, le vittime sono i resistenti, gli ebrei, gli oppositori politici, i partecipanti alla resistenza civile e alle lotte nei luoghi di lavoro” spiegano i referenti del progetto del Museo Diffuso della Resistenza.
Torino ospita 130 “Stolpersteine”: l’ultima dedicata a Claudio Pescarolo
Fino ad oggi sono state installate quasi 90 mila pietre in tutta Europa in oltre 1800 città di 26 Paesi. E dal 2015, anche Torino ha accolto gli Stolpersteine di Gunter Demnig.
Il 12 gennaio scorso sono stati posati 8 nuovi Stolpersteine nella Città di Torino: il numero di pietre d’inciampo torinesi ha raggiunto così quota 130.
L’ultima omaggia e ricorda Claudio Pescarolo, nato a Torino nel 1920 e deportato al campo di Auschwitz nel 1944.
Alla cerimonia di posa della pietra in piazza Statuto erano presenti l’Assessore alla Cultura della Città Rosanna Purchia, il Presidente del Museo Diffuso della Resistenza Roberto Mastroianni, l’Assessore alla Cultura della Regione Piemonte Vittoria Poggio, il vice Presidente del Consiglio regionale Mauro Salizzoni.

“In questo modo, il lavoro di segnatura del tessuto urbano continua riportando alla luce nomi e vissuti che altrimenti non sarebbero stati raccontati” hanno commentato gli intervenuti durante la giornata che si è conclusa con la preghiera del rabbino Ariel Di Porto.
Si possono conoscere le altre “pietre di inciampo” torinesi consultando la mappa delle Stolpersteine presenti su tutto il territorio di Torino.
L’installazione di una pietra d’inciampo parte da chiunque desideri ricordare una vittima, sia singoli cittadini, che associazioni che enti. Non sono quindi le istituzioni a scegliere chi ricordare ma i singoli committenti, mediante una richiesta diretta di cui si fanno portatori.