La Giunta Comunale si è messa in moto per potenziare i servizi alle persone senza fissa dimora in vista dell’arrivo della stagione invernale.
È stato dato il via libera al piano invernale, provvedimento presentato dall’assessore al Welfare, Jacopo Rosatelli che permette di incrementare i servizi di assistenza nei mesi più freddi dell’anno alle persone senza dimora e a coloro che vivono condizioni di grave disagio abitativo.
“La nostra città affronta il secondo inverno in cui le fragilità e i rischi che caratterizzano la condizione di chi è senza dimora risultano ulteriormente acuiti, anche a causa del perdurare dell’emergenza sanitaria. Oggi Torino dispone di una rete di servizi e un programma di interventi attivi tutto l’anno e che, nel periodo invernale, vengono rafforzati per cercare di assicurare una adeguata risposta ai maggiori bisogni delle persone più fragili e che nei mesi più freddi vedono crescere la loro condizione di disagio” ha commentato l’assessore Rosatelli, responsabile delle politiche cittadine di welfare.
Nell’offerta dei servizi di sostegno alle persone senza dimora, negli ultimi anni la Città di Torino ha progettato i propri interventi cercando di superare modalità assistenzialistiche ed emergenziali, preferendo a queste approcci che propongono percorsi finalizzati all’inclusione e che accompagnino alla fuoriuscita dalla condizione di grave emarginazione sociale.
Questo processo è stato ulteriormente consolidato nel contesto di emergenza sanitaria da Covid-19 e i servizi offerti si sono sempre svolti in condizioni di sicurezza sia per i senza dimora che per gli operatori.
Il ventaglio di opportunità e di interventi di accoglienza e di inclusione offerti dal Comune di Torino comprendono un’offerta che va dai servizi di primo contatto in strada e di primo accesso, alle Case di Ospitalità, oggi prevalentemente aperte 24 ore, agli alloggi e alle residenze di autonomia, fino ai percorsi abitativi in housing first, agli interventi educativi e di inserimento in percorsi di inclusione personalizzati volti a favorire l’uscita dalla condizione di grave emarginazione sociale.
I servizi del Comune di Torino per le persone senza fissa dimora
Il Comune di Torino mette a disposizione differenti servizi di accoglienza e inclusione per le persone senza fissa dimora.
Servizi di prossimità e di primo contatto
Il Comune ha potenziato il servizio Torino Homeless, il polo di accesso unificato cittadino dedicato ad accogliere le persone senza dimora, conoscerle e orientarle ma anche ad intervenire con percorsi di inclusione mirati. Inoltre ha rafforzato i Servizi di Strada diurni e notturni, che hanno il compito di monitorare e intercettare, tempestivamente, le nuove situazioni di fragilità su tutto il territorio cittadino.
Accoglienza
Sul territorio torinese sono aperte 24 ore su 24 e tutti i giorni dell’anno le Case di ospitalità dell’Amministrazione comunale e altre Case di ospitalità in convenzione o a progetto. In questi spazi sono rispettate le misure di prevenzione e di tutela sanitaria ed inoltre, rispetto agli anni precedenti, è stato incrementato il numero di strutture di accoglienza per assicurare l’opportuno distanziamento.
Inoltre è stato attivato nel periodo invernale che va da novembre 2021 ad aprile 2022 un sito temporaneo umanitario gestito da Croce Rossa Italiana, a cui collaborano anche i Servizi dell’area Inclusione e la Polizia Municipale, in via Traves 15.
Opportunità per l’autonomia abitativa
L’ accoglienza offerta dal Comune di Torino per le persone senza dimora e in condizione di elevata fragilità raggiunge gli oltre 800 posti disponibili suddivisi in circa 600 di percorsi di accoglienza in case di ospitalità e oltre 200 posti progetti per l’autonomia abitativa.
Sul territorio, per esempio, è attivo il Servizio Housing First che permette inserimenti in abitazioni e una proposta di azioni di sostegno per consentire la permanenza in appartamento con il massimo grado di autonomia. Il servizio è rivolto ai cittadini senza dimora e da lungo tempo in situazione di precarietà abitativa e con problematiche sanitarie. Attualmente sono 50 i percorsi attivi ma l’obiettivo è di arrivare a 70.
Vi sono poi servizi abitativi temporanei gestiti da agenzie di Terzo Settore e progetti di accoglienza temporanea in appartamenti collettivi rivolti a cittadini senza dimora con un buon grado di autonomia.

Emergenza abitativa per i senza fissa dimora: l’impegno del Comune e della Regione
L’emergenza abitativa e l’assenza di un’abitazione richiedono interventi urgenti, sostegno e accompagnamento in particolare quando interessano nuclei familiari e mamme o papà soli con bambini. Le strutture di ospitalità temporanea destinate all’emergenza sfratti sono passate da 187 nel 2017 a quasi 300 nel 2021 prevalentemente tramite le progettualità approvate con il Piano di Inclusione Sociale.
Inoltre a Torino sono state approvate iniziative che hanno permesso e consentiranno a breve di avviare accoglienze e percorsi di inclusione sociale per circa 280 persone.
Anche le strutture attivate per l’ospitalità temporanea dei migranti accolti in seguito al superamento delle palazzine dell’area ex Moi, quasi 360 posti, vengono progressivamente destinate ai percorsi di inclusione delle persone in condizioni di disagio abitativo e fragilità sociale.
L’obiettivo è stato raggiunto grazie al coinvolgimento di tutte le realtà di volontariato e cooperazione sociale del Terzo settore ma a svolgere un ruolo chiave è stata anche la Caritas Diocesana. La Città ha, inoltre, pubblicato in questi giorni uno specifico avviso del Piano di inclusione sociale per cercare collaborazioni e sviluppare progetti finalizzati ad assicurare ulteriori opportunità per i cittadini in condizione di fragilità.
Anche la Regione Piemonte intende cooperare per la lotta contro la povertà.
Lo stanziamento regionale di 200 mila euro servirà a promuovere servizi di residenza fittizia e progetti di housing ed il finanziamento sarà impiegato anche per il recupero, la distribuzione e lo stoccaggio degli alimenti per le persone senza fissa dimora.
Un intervento mirato ad aiutare i circa 5.000 senza fissa dimora presenti sul territorio regionale, un numero raddoppiato anche a causa della pandemia.