Gravissimo l’episodio che é avvenuto a Torino, dove una 13 enne é stata vittima di un’ aggressione da parte di alcuni coetanei dell’istituto in cui frequentava le medie, solo perché indossava una borsa arcobaleno il simbolo Lgbt. La ragazza, Eva, che era in compagnia di un’amica quando é stata aggredita nei pressi del Campus Einaudi da alcuni ragazzi, si lamenta indignata, giacché insieme a sua madre Tiziana, hanno deciso di denunciare immediatamente l’accaduto: ‘ Mi hanno detto cagna e lesbica schifosa‘.
Questo l’epiteto vergognoso che é stato associato ad Eva solo perché indossava i colori arcobaleno simbolo della battaglia per i diritti Lgbt. Alla ragazza che é stata colpita in pieno volto é stato fratturato il naso sono arrivati molti messaggi di solidarietà da parte di esponenti di spicco, ma sebbene la ferita guarirà in pochi giorni, come dice Alessandro Battaglia, a nome del coordinamento ‘Torino Pride’,la ferita più profonda é quella che é stata inferta é all’intera comunità scolastica e a tutta la città. Fatti ignobili che mai dovrebbero accadere, ecco le parole di Alessandro Battaglia, che ne dà la triste notizia attraverso un post sulla sua pagina Facebook.
Eva, 13 anni, picchiata perché indossava la borsa arcobaleno: follia a Torino
Così Alessandro Battaglia, a nome del coordinamento “Torino Pride” sulla sua pagina Facebook:
“A distanza di meno di una settimana da una giovane e popolata manifestazione contro l’odio e l’omolesbobitranfobia ecco che si ripetono fatti di cui non vorremmo più parlare. La nostra solidarietà a Eva è alla sua mamma Tiziana che con coraggio hanno denunciato un fatto gravissimo. Il naso di Eva guarirà ma la ferita inferta è alla comunità scolastica e a tutta la città.
Da sempre diciamo quanto parlare con i ragazzi e le ragazze nelle scuole sia importantissimo ma ancora ci sentiamo rispondere che di certe cose non si deve parlare per non turbare la mente dei ragazzi e delle ragazze“.
Torino, fatto increscioso: aggredita una 13 enne perché indossava una borsa arcobaleno
Prosegue inorridito e visibilmente affranto Battaglia: ” Siamo pieni e piene di rabbia ma sappiamo che il lavoro culturale che ci porterà ad essere una società migliore e inclusiva è lungo e difficile.
Invitiamo la dirigente scolastica ad affrontare insieme a noi questo percorso e speriamo che il coraggio di Eva e delle sue amiche non venga scalfito da un episodio che tutti e tutte insieme dobbiamo combattere.
Per i bulli e i loro genitori ci auguriamo possa iniziare un percorso di conoscenza e informazione che li renda consapevoli della gravità di alcuni gesti. Non tutto è perduto e noi siamo a completa disposizione” .
Serve un profondo lavoro culturale: Battaglia
Forse sarebbe davvero opportuno iniziare dal prossimo anno nelle scuole una campagna di alfabetizzazione su queste tematiche, inutile girare la testa dall’altra parte per non vedere.
La mentalità ottusa purtroppo ancora esiste nonostante siamo ormai nel 2021, ragion per cui sarebbe bene far presente ai giovani che ognuno deve poter essere libero di amare chi vuole.
Solo un profondo lavoro culturale, come dice Battaglia, potrebbe effettivamente portarci ad essere una società migliore.
In bocca al lupo ad Eva per la sua pronta guarigione, nella speranza che l’atto di coraggio e la denuncia possano essere leit motiv per gli altri che sono maggiormente timorosi nel farlo, solo denunciando si possono arginare tali assurdi comportamenti.