C’è un video circolato nelle ultime settimane sulla rete e su diversi social network che ha creato non poche preoccupazioni ai cittadini torinesi: il filmato in questione mostra un uomo, il signor Stefano Zoppi, che dimostrerebbe attraverso l’elettrolisi la presunta contaminazione dell’acqua che esce dai rubinetti di Torino rispetto a quella proveniente da una bottiglia d’acqua oligominerale. Sulla questione è intervenuta la Smat che attraverso una nota ufficiale ha etichettato come “fake news” l’esperimento e ha sottolineato come la qualità dell’acqua distribuita nel capoluogo piemontese.
“In rete – si legge nella nota della Smat – si trovano una quantità di informazioni, non tutte però sono attendibili, alcune sono prive di fondamento e ingannevoli. È il caso del video prodotto e diffuso dal sig. Stefano Zoppi nel quale denuncia la presunta contaminazione dell’acqua del rubinetto distribuita dall’acquedotto torinese rispetto ad un’acqua oligominerale in bottiglia, basandosi su di un esperimento che fa uso di un apparecchio acquistato in rete che riproduce un fenomeno elettrolitico“.
Il comunicato ufficiale prosegue con la spiegazione dell’elettrolisi e del motivo per il quale il bicchiere contenente l’acqua del rubinetto assuma un colore scuro: “L’elettrolisi è quel processo che utilizza due elettrodi immersi in una soluzione acquosa: al passare della corrente, parte del materiale di cui è costituito l’elettrodo positivo (anodo) si corrode e viene disciolto, divenendo visibile anche ad occhio nudo, come reso evidente dall’esperimento del sig. Zoppi. Quanto più l’acqua è ricca di sali, indispensabili per la nutrizione umana, tanto più il passaggio della corrente è facilitato: la differenza fra la reazione verificatasi nel bicchiere riempito di acqua di rubinetto ed in quello con acqua oligominerale è spiegata dalla maggiore presenza di sali disciolti nella prima rispetto alla seconda che – essendo “oligominerale”, ovvero povera di sali – rallenta il passaggio della corrente e con essa il fenomeno corrosivo“.
La società ha poi sottolineato come la qualità dell’acqua distribuita a Torino e nei Comuni dell’area Metropolitana venga “costantemente monitorata dai laboratori SMAT con centinaia di migliaia di analisi annuali, con rilevazioni on-line sulla rete di distribuzione e tramite prelievi mirati che assicurano la perfetta potabilità dell’acqua SMAT ed il rispetto di tutti i parametri sia chimici e chimico-fisici, sia biologici“.
“Pur apprezzando il legittimo e lodevole intento di verificare in prima persona le qualità fisico-chimiche dell’acqua di casa, – conclude Smat – l’utilizzo di apparecchiature non professionali unito a scarse competenze tecniche possono portare a valutazioni marcatamente errate che, veicolate attraverso il potente mezzo dei social sono in grado di generare allarmi del tutto ingiustificati che SMAT sta valutando di perseguire nelle sedi opportune”.