La navetta che porta i turisti alla Sacra di San Michele ha fatto ieri la sua ultima corsa e da oggi è sospesa per la pausa invernale. Il piccolo bus fornito dalla Cavourese resterà a riposo fino alla prossima primavera, quando riprenderà ad accompagnare tutti coloro che vogliono visitare la Sacra ma non hanno mezzi propri.
Difatti la via per accedere all’abbazia posta sulla cima del monte Pirchiriano resta comunque aperta, come del resto la Sacra stessa. È infatti possibile arrivarci utilizzando la strada da Avigliana (SP188) e parcheggiare al Piazzale Colle della Croce Nera. Da lì, una camminata di circa 10 minuti vi porterà dritti a quello che viene definito il monumento simbolo del Piemonte.
La Sacra di San Michele, un capolavoro piemontese
La Sacra di San Michele è un’antichissima abbazia costruita tra il 983 e il 987, nota qui in Piemonte (e in Italia) principalmente per due motivi; il primo è in quanto luogo di sepoltura di alcuni membri famiglia reale di Casa Savoia (l’altro è la Basilica di Superga). Il secondo perché è stato il luogo che ha ispirato Umberto Eco nell’ambientazione del suo capolavoro, “Il nome della rosa”.
L’abbazia è una possente costruzione molto suggestiva posta sulla cima di un monte e quasi inglobata in essa. All’interno dell’edificio è infatti possibile vedere parti della montagna lasciate intatte e incastrate tra le architetture; un dettaglio che rende il luogo austero e affascinante, e non si fa fatica a capire perché Eco sia riuscito a immaginarlo al centro del suo libro.

La bellezza della Sacra è forte e si percepisce ovunque, sia dentro le mura, visitando le sue sale, sia affacciandosi ai diversi terrazzi e belvedere che offrono una vista spettacolare. Il paesaggio che circonda il monte Pirchiano a 360° è capace di togliere letteralmente il fiato, con la Val di Susa che si stende verso Ovest fino a raggiungere il confine con la Francia. Il percorso spirituale che si avverte nell’abbazia si fonde perfettamente con quello naturale.
Il percorso alla Sacra tra spirito e natura
C’è un ulteriore modo per raggiungere la Sacra di San Michele ed è proprio attraversando la natura. Si tratta dell’antica mulattiera selciata che parte dalla Parrocchia di San Giovanni Vincenzo a Sant’Ambrogio di Torino. Il percorso è di circa 600 metri, lungo il quale incontrerete le 15 stazioni della Via Crucis. Non è molto ripido, ma potrebbe essere una prova impegnativa per chi non è per nulla abituato a camminare, in particolare in montagna.
Il percorso alla Sacra è tuttavia un’esperienza suggestiva profonda. La natura che vi circonda vi immerge in un silenzio e in un clima di serenità che sembra quasi introdurvi a quello che troverete una volta giunti all’abbazia. Non è esagerato dire che il cammino ricorda molto un passaggio dal piano terreno a quello spirituale. Del resto, è anche per questo scopo che le abbazie del Medioevo venivano costruite in cima ai monti.
Non è un caso neanche il fatto che un disegno della Sacra di San Michele si trovi sulla copertina del libro di Paolo Rumiz, “Il filo infinito”. L’autore, che abbiamo incontrato al Salone del Libro, è in grado di fondere sacro e profano in una maniera del tutto piacevole; in questo libro descrive la sua esperienza soggiornando presso diverse abbazie europee, alla ricerca di una spiritualità che sembra non appartenerci più e che lui ha ritrovato in questi luoghi.