Per fronteggiare il propagarsi di un’ulteriore contaminazione della peste suina africana sul territorio piemontese da oggi, lunedì 24 gennaio, è in vigore una nuova ordinanza regionale che estende il provvedimento già in vigore anche ai Comuni delle province di Asti, Cuneo ed Alessandria.
Firmando la nuova ordinanza, il vicepresidente della Regione Piemonte Fabio Carosso ha esteso il decreto del 12 gennaio ad un’area geografica più ampia che corrisponde ad un raggio di 10 km dalla zona attualmente considerata infetta.
Nel territorio di questi Comuni sarà quindi disposto da oggi il divieto di qualsiasi tipo di attività venatoria e di gestione faunistica e la regolamentazione dell’attività agro-silvo-pastorale. Quest’ultima per essere eseguita deve essere sottoposta al preventivo parere positivo del Servizio Veterinario della ASL competente per territorio.
Le misure saranno aggiornate in funzione dell’evolversi della situazione epidemiologica della peste suina africana ma per il momento l’ordinanza resterà in vigore fino al 30 aprile 2022.
I Comuni interessati dall’ordinanza sono:
In provincia di Alessandria: Alessandria, Alice Bel Colle, Bergamasco, Berzano di Tortona, Bistagno, Borgoratto Alessandrino, Bosco Marengo, Carbonara Scrivia, Carentino, Casal Cermelli, Casalnoceto, Casasco, Castellar Guidobono, Castellazzo Bormida, Castelletto d’Erro, Castelspina, Cerreto Grue, Denice, Frascaro, Frugarolo, Gamalero, Masio, Merana, Momperone, Monleale, Montechiaro d’Acqui, Montegioco, Montemarzino, Oviglio, Paderna, Pontecurone, Ponti, Pozzol Groppo, Pozzolo Formigaro, Sarezzano, Spigno Monferrato, Spineto Scrivia, Terzo, Tortona, Viguzzolo, Villaromagnano, Volpedo, Volpeglino.
In provincia di Asti: Bruno, Bubbio, Calamandrana, Canelli, Cassinasco, Castel Boglione, Castel Rocchero, Castelletto Molina, Castelnuovo Belbo, Cessole, Fontanile, Incisa Scapaccino, Loazzolo, Maranzana, Mombaldone, Mombaruzzo, Monastero Bormida, Montabone, Nizza Monferrato, Olmo Gentile, Quaranti, Roccaverano, Rocchetta Palafea, San Giorgio Scarampi, San Marzano Oliveto, Serole, Sessame, Vaglio Serra,Vesime.
In provincia di Cuneo: Perletto, Pezzolo Valle Uzzone.
Setacciato il “territorio infetto” e isolate le carcasse di cinghiale
Nel week end nel territorio considerato “infetto” in Piemonte si è proceduto ad un monitoraggio a tappeto delle carcasse di cinghiali. Nell’operazione sono state impegnate oltre 500 persone tra agenti della Provincia di Alessandria e dell’Ambito territoriale di caccia, carabinieri forestali, agricoltori e volontari della Protezione civile.
“La priorità, in questo momento, è definire con la migliore precisione possibile l’effettiva area di circolazione del virus, in modo da procedere con le misure di isolamento della zona interessata. Nella zona considerata infetta verrà avviato il depopolamento dei suini domestici degli allevamenti allo stato brado e famigliari, animali maggiormente a rischio di contatto con i suini selvatici, mentre non interverremo sugli allevamenti convenzionali, che garantiscono sufficienti condizioni di biosicurezza” ha dichiarato l’assessore regionale Icardi.
Secondo le indicazioni del Piano nazionale per l’eradicazione dell’epidemia si stima che in Piemonte andrebbero abbattuti in un anno circa 50 mila cinghiali. Quest’azione per essere maggiormente efficace deve però essere inserita in un contesto interregionale ed il Piemonte ha già chiesto al Governo la nomina di un commissario ad hoc, proponendo l’attuale direttore dell’Istituto sperimentale zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, Angelo Ferrari.
Domani i presidenti delle Regione Piemonte e Liguria Alberto Cirio e Giovanni Toti presenteranno al Governo il piano degli interventi interregionali elaborato in collaborazione con le organizzazioni agricole. La Regione Piemonte ha già chiesto al Governo un primo stanziamento di 100 milioni di euro da destinare nell’immediatezza a chi avrà delle ripercussioni negative sulla propria attività.