Il suo nome è Giuseppe Ciriento ma tutti lo conoscono come Pepè. Pepè il barbiere. La bottega di Pepè dal 1964 occupa il numero 165 di via Madama Cristina a Torino e dalle “sue mani” sono passate tante teste nonché varie generazioni mentre intanto fuori dalla porta del suo negozio la città di Torino andava piano piano a trasformarsi.
A ricordarsi di Pepé però non sono solo i suoi clienti abituali ma anche i tanti ragazzi non vedenti che fino al 1979 frequentavano l’Istituto Regionale dei Ciechi in via Nizza a pochi passi dall’attività di Pepè.
“Mi ricordo che all’Istituto insegnavano ai ragazzi non vedenti l’indipendenza motoria soprattutto come muoversi autonomamente nel traffico cittadino oltre che varie materie scolastiche e c’erano differenti insegnanti. Era una struttura molto ben organizzata e i ragazzi arrivavano da varie parti d’Italia non solo da Torino e dalla sua provincia. La mia collaborazione con loro è nata perché ogni settimana il lunedì e la domenica mi recavo all’Istituto per tagliare i capelli ai ragazzi che frequentavano la scuola” ricorda Pepè.
Oltre che barbiere a domicilio per i ragazzi dell’Istituto per Ciechi, Pepè per un periodo rammenta anche di essere diventato un insegnante per chi di loro era interessato a svolgere questa professione. Poi nel 1979 l’Istituto Regionale dei Ciechi chiuse i battenti e così anche la collaborazione con Pepè ed i ragazzi della scuola si concluse.
A ricordare Pepè e la sua preziosa collaborazione di quegli anni con i ragazzi dell’Istituto è stata anche l’APRI Onlus, l’Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti che ha realizzato, in collaborazione con il regista Thomas Nadal Poletto, un suggestivo video sullo storico barbiere di via Madama Cristina. Il video è disponibile sul canale Youtube dell’associazione.

Pepè, una vita dedicata alla professione di barbiere in una Torino in continua evoluzione
La professione di barbiere Pepè la esercita da sempre. Anche da prima del suo arrivo a Torino avvenuto nel 1954.
“Sono originario della città di Melfi in Basilicata e sono arrivato a Torino nel 1954 quando avevo solamente 20 anni. Ho iniziato a fare il barbiere come garzone in un’attività del mio paese d’origine. All’epoca non c’erano scuole, ho imparato il mestiere direttamente sul campo. Mi ricordo ancora che ai tempi i clienti richiedevano sempre i capelli all’Umberta da tagliare rigorosamente a mano. Non c’erano nulla di elettrico e si lavorava prevalentemente con le forbici” commenta Pepè.
Pepè una volta giunta a Torino inizia a lavorare in un salone in via Frejus, poi in via Passo Buole e solamente una decina di anni dopo decide di aprire un’attività per conto proprio, dopo aver trovato un locale vuoto in via Madama Cristina, continuando così il mestiere che ha sempre desiderato di fare sin da bambino ovvero il barbiere. E ancora oggi, nonostante abbia compiuto gli 85 anni di età, continua ad esercitare la sua professione ed ad accogliere clienti nella sua bottega.
“Mi piace il mio lavoro, lo faccio con passione e anche se potrei andare in pensione preferisco continuare con la mia attività, quasi fosse un passatempo. Anzi lavorare mi fa mantenere attivo e mi ringiovanisce. Inoltre mi piace il contatto con le persone e ho anche numerosi clienti affezionati. Questa è una grande soddisfazione” commenta Pepè.
Nei tanti anni di attività come barbiere il signor Pepè ha potuto osservare dalla sua piccola bottega nel quartiere di Nizza Millefonti una città in continua trasformazione ed evoluzione sia a livello economico che sotto il profilo sociale che architettonico.
“Negli anni 60 proprio a due passi dalla mia bottega la società Microtecnica era in forte espansione e c’erano all’epoca più di 1000 dipendenti anche da altri Paesi europei che occupavano i loro uffici. Mi ricordo ancora che prima di diventare un’azienda specializzata in meccanica di precisione negli anni 50 si occupava di costruire i jukebox, quegli apparecchi per ascoltare musica che all’epoca erano molto utilizzati ed amati dalle persone. Una volta era comunque tutto diverso. C’era molto più movimento. Torino è cambiata profondamente e con lei anche le persone. Sinceramente era meglio prima quando la città era più semplice e più umana” conclude con un pizzico di nostalgia Pepè il barbiere di via Madama Cristina.