La libreria Luxemburg di Via Cesare Battisti è una vera e propria istituzione di Torino e gode e il biglietto da visita con cui si offre al pubblico è di tutto rispetto. La libreria, infatti, è la più antica della città, e nel 2015 è stata inserita tra le 10 librerie più belle del mondo.
A dirlo è stato il giornale argentino “Clarín”, e noi ci crediamo. Per farlo basta entrarci, venendo accolti da un mare di libri e dalla cortesia dei gestori. La Luxemburg offre un catalogo di titoli molto vasto, ma la sua vera particolarità è un’altra. La libreria è internazionale, ed è possibile trovare una ricca offerta di testi in lingua originale, principalmente quelle europee.
Luxemburg: una libreria, tante lingue
Posta accanto piazza Carignano, è ovviamente molto frequentata da stranieri, turisti o lettori poliglotti. Tuttavia il motivo che la rende una libreria di pregio non è solo questo. La Luxemburg è un posto accogliente, di quello che i lettori sognano, esattamente come il Circolo dei Lettori di cui abbiamo già parlato.
All’interno della libreria è possibile trovare anche quotidiani e riviste estere, nonché una ampia offerta di titoli, come accennato prima. Anche i settori non narrativi sono particolarmente ricchi; il reparto arte (inteso con tutte le sue declinazioni come musica, fotografia, cinema, etc.) è molto ben fornito, occupando un’intera stanza.
La Luxemburg ha inoltre una piccola caratteristica che io apprezzo sempre in maniera particolare all’interno di una libreria, ovvero dei posti per sedersi. Dare al cliente/lettore la possibilità di fermarsi, sfogliare un libro e, perché no, leggere qualche pagina la ritengo un’accortezza che solo un vero venditore di libri può capire e offrire. A patto però che si acquisti qualcosa prima o poi, perché è pur vero che non si vive di sola poesia, e questo lo sa bene chi lavora nell’editoria.
A tal proposito abbiamo chiesto ai proprietari della libreria di rispondere a qualche domanda in merito, e lo hanno fatto con la disponibilità che li contraddistingue.

Qualche domanda alla libreria Luxemburg
La Luxemburg è stata fondata nel 1872, ci potete fare un rapido excursus storico?
Effettivamente fu aperta nel lontano 1872, anche se non si chiamava Luxemburg, ma Beuf. La famiglia Beuf, origini genovesi, aveva aperto una delle prime librerie d’Italia in Genova. Aprì una libreria, allora con decreto regio di Torino. Cambiò poi nome e proprietà ad inizio 900 e divenne libreria Casanova, che era anche editore e pubblicò tra l’altro le novelle di Verga, e poi distribuì i primi corsi per l’apprendimento delle lingue straniere. Divenne infine Luxemburg a inizio degli anni ’70.
Nel 1974, per la precisione. A cosa è dovuto questo cambio, si riferisce a una persona in particolare?
Rosa Luxemburg? I giardini di Luxemburg? Una lontana parente con questo cognome? Un piccolo mistero che è bello preservare. Questo però è il nome che assunse con Pazzana.
In questo periodo tendiamo a dividere il tempo tra pre Covid e post Covid, con lo stesso spirito con cui si consiera l’avanti e il dopo Cristo: dal vostro punto di vista, è cambiato qualcosa? Avete più o meno lettori, avete più o meno risposta in generale?
Non si può fingere che nulla sia cambiato. Non si può credere che anche tra un anno o due sarà tutto uguale a prima come se nulla fosse successo. Al di là dell’emergenza sanitaria e purtroppo della tragedia umana per molte famiglie, il 2020 rappresenta una svolta. Il mercato dell’editoria sta affrontando un periodo di grandi cambiamenti. Le vendite online stanno crescendo in modo incredibile; in modo particolare Amazon. Le librerie di catena (Feltrinelli, Mondadori etc) stanno soffrendo molto. Le librerie indipendenti e quelle di quartiere stanno invece conoscento un nuovo Rinascimento. Chi si affida ad un algoritmo o alla propria ferma decisione di acquistare un determinato prodotto va in rete, chi cerca la fuga in un luogo bello, curato, in cui venire trasportato in mille confronti, in cui lasciarsi suggestionare dalle parole pronunciate da un altro lettore o da un libraio va in una libreria indipendente. Dove uscirà con un libro tra le mani che non sapeva neanche di cercare e che forse lo cambierà. Luoghi belli, caldi, accoglienti. Luoghi di confronto, di dialogo. Abbiamo più amici, più lettori, più domande e tante risposte.
Siete soddisfatti dell’attenzione che le istituzioni (governo, regione o municipio) danno al settore editoriale? Cosa c’è di buono e cosa potrebbero fare meglio?
Il ddl che concede finanziamenti alle Biblioteche per acquistare libri da librerie presenti sul territorio è un progetto fantastico. Idem carta del Docente e App18.
Cosa ne pensate della scissione del Salone del Libro tra Torino e Milano?
Nessuna scissione, esiste un solo Salone e sarà a torino dal 14-18 ottobre.
A parte i libri in italiano, di quale lingua vengono venduti più libri?
Inglese e poi a seguire francese spagnolo e tedesco.
Avete incontri e/o eventi in programma?
Cureremo la sezione libri in lingua straniera durante il prossimo Salone.
Per concludere, consigliateci, anche solo per gusti personali 4 tra libri e/o autori.
Labatut – “Quando abbiamo smesso di capire il mondo”
Lupo Marco – “Hamburg“
Franzen – “CrossRoads“
Hopkirk – “Il Grande Gioco”