Pochi giorni fa il giornale più prestigioso degli Stati Uniti, ovvero il New York Times, ha lodato il Mauto: Museo Nazionale dell’Automobile di Torino. Stephen Williams, il giornalista che ha redatto l’articolo, lo ha descritto come un luogo unico e di prestigio, visto che conserva all’incirca 200 modelli, alcuni risalenti al 1854, aggiungendo che chi lo visita dovrebbe ricevere una laurea in storia per l’autenticità e i pezzi da collezione che vi si possono ammirare.
Torino e il Mauto amati oltreoceano
“Il nostro lavoro è fare del Mauto un luogo di cultura, attraente per un pubblico vasto e non solo per gli appassionati di motori. Ora che lo ha scritto anche il New York Times ci aspettiamo che molti lettori arrivino a Torino e al Museo, come effetto della ripartenza dei viaggi e della mobilità culturale nel mondo”, ha commentato Mariella Mengozzi, direttrice del Mauto.
Il giornalista del New York Times non si è limitato a celebrare il Museo Nazionale dell’Automobile, ma ha voluto aggiungere due righe esaltando anche Torino: “Il capoluogo piemontese è spesso messo in ombra da altre metropoli come Roma, Firenze, Milano o Venezia. Ma per gli intenditori di automobili, Torino, prima capitale d’Italia, vanta una ricca storia, e svariati nomi dell’industria e del design sono stati fondati in questa città; basti pensare a Lancia, Iveco, Pininfarina, Bertone, Giugiaro e Ghia, costruiti intorno alla Fiat, una ‘megastar’ dell’industria torinese”.

Le origini del Museo Nazionale dell’Automobile
Il Mauto ha una storia antichissima, visto che nasce nel 1932 e diventa fin da subito tra i siti culturali più visitati della città di Torino grazie ad una delle collezioni più rare ed interessanti nel suo genere: quasi 200 automobili originali, dalla metà dell’800 ai giorni nostri, di oltre ottanta marche diverse, provenienti dall’Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Olanda, Spagna, Polonia e Stati Uniti.
Il Mauto però non è sempre stato sulla cresta dell’onda, perché negli anni ’80 si è sviluppato un trend negativo dell’affluenza che ha spinto il Museo ad ospitare sempre più frequentemente esposizioni temporanee dedicate a temi vari, prevalentemente lontani dall’ambito automobilistico, con lo scopo di dare al pubblico che già lo conosceva, un incentivo per tornarci.
Successivamente, intorno al 2002/2003, quattro studenti del Politecnico hanno avuto un’idea per rilanciare il Museo mediante un progetto che prevedeva una proposta di ampliamento e riallestimento.
Il nuovo modo di esporre le vetture, ambientate all’interno di scenografie che raccontano anche la storia e l’evoluzione della società, ha portato un grande successo di pubblico e ha confermato la necessità del riallestimento del percorso museale, portandolo nuovamente in auge e facendolo diventare un vero e proprio vanto per la città di Torino.