Un’enigmatica storia quella che ha come protagonista un ragazzo di Torino e la sua famiglia e come oggetto il furto di un loro cellulare presso l’aeroporto di Torino Caselle.
Il signor Marco ci racconta che negli scorsi mesi si è recato insieme alla moglie all’aeroscalo di Caselle per accompagnare il figlio che poche ore più tardi avrebbe preso un volo per Catania.
La prassi è che gli accompagnatori dei viaggiatori possono spingersi solamente fino all’area controllo passeggeri in partenza e bagagli a mano. Da qui in poi esclusivamente il viaggiatore può procedere eseguendo prima i controlli di routine. E così ha fatto il figlio di Marco, Riccardo in quell’occasione. Il suo trolley, lo zaino e l’iPhone sono stati posti in uno degli appositi contenitori predisposti, per poi essere collocati sul nastro trasportatore ed esposti a controllo radioscopico. Solitamente, in contemporanea al passaggio dei propri effetti personali, il viaggiatore è sottoposto al controllo della sua persona con il metal detector e se necessario anche con l’ispezione manuale da parte degli addetti alla sicurezza.
Fino a qua è la prassi a cui tutte le persone che sono passate almeno una volta nella vita da un qualsiasi aeroporto devono sottoporsi. Ma nella giornata di Riccardo c’è un piccolo imprevisto. Dimenticatosi di togliere il braccialetto esita qualche istante e chi stava dietro di lui passa avanti. Dopo essersi tolto il braccialetto lo pone, come per tutti gli altri oggetti citati in precedenza, in un nuovo contenitore per poi procedere finalmente con il controllo lui stesso.
Al di là del metal detector si riappropria dei suoi effetti personali ma si accorge subito che manca un oggetto importante: il suo cellulare.

I mancati controlli da parte degli addetti all’aeroporto di Torino dopo il furto del cellulare
Riccardo dopo essersi accorto che il suo iPhone 11 era sparito dal contenitore dove l’aveva riposto avverte subito gli assistenti adibiti ai controlli e i suoi genitori al di là dell’area a circa 20 metri da lui.
Dopo aver provato a lanciare qualche chiamata al numero e aver riscontrato che la linea risulta libera, Marco, grazie ad un’app presente nel cellulare della moglie, nota che può risalire alla posizione del iPhone del figlio: effettivamente questo risulta essere all’interno dell’aeroporto in prossimità dei gate internazionali. Ma gli addetti preferiscono non seguire questa pista e dopo 15 minuti il cellulare viene spento.
“Noi non potendo accedere nell’area passeggeri non abbiamo potuto fare nulla se non rassegnarci. Mi domando io come sia possibile che succedano cose del genere, non solo all’interno di un aeroporto, ma nel momento del controllo dei passeggeri proprio davanti ai controlli di sicurezza” commenta incredulo Marco.
Il padre di Riccardo che ha denunciato questo caso di negligenza da parte degli addetti controllo dell’aeroporto vuole anche sottolineare come in quel momento non c’era un traffico tale di gente da giustificare una simile scelta a non procedere da parte del personale addetto alla sorveglianza.

Negligenza di chi dovrebbe garantire la “sicurezza”
Dopo che gli addetti al controllo e alla sorveglianza non procedono con i dovuti controlli e dopo che il cellulare viene spento per Riccardo non rimane che prendere il volo per Catania, motivo che l’aveva condotto all’aeroporto di Torino e per Marco e sua moglie di tornare mestamente a casa.
Ma Marco non si arrende: nei giorni seguenti avverte la Polizia aeroportuale che sta facendo a suo dire i controlli delle telecamere di controllo e nel frattempo scrive anche alla Sagat, la società che dal 1956 si occupa della gestione e dello sviluppo dell’Aeroporto di Torino – Caselle e che gestisce anche i servizi di sicurezza aeroportuale interni.
La risposta della Sagat però è perentoria: l’azienda non è tenuta al controllo dei beni personali in area Aeroporto ma solo a quelli formali nei varchi.
“Mi hanno specificato che il bene personale, a loro dire, deve essere controllato dal proprietario. E su questo sono d’accordo ma come ho ribadito, non si tratta di furto in area aeroportuale qualsiasi e né di una sbadataggine di mio figlio: il furto è avvenuto al controllo bagagli e mi domando come si possano controllare i propri beni, dato che in quel frangente, si è obbligati a perderli di vista proprio perché sottoposti ai controlli obbligatori del metal detector. In quest’area uno pensa che i propri oggetti siano al sicuro, invece c’è stata una leggerezza intollerabile” ribadisce Antonio.
La “svista” se così possiamo chiamarla da parte degli addetti ai controlli è stata quella di far passare, forse per velocizzare le procedure, dei bagagli che non corrispondono al passeggero controllato in quel momento.
Secondo il signor Marco, infatti, c’è stata una cattiva gestione delle tempistiche e dei sistema di sicurezza: per non creare la fila sono stati fatti passare altri viaggiatori però incuranti del fatto che alcuni di questi possono prendere, in malafede e proprio in momenti di maggiore confusione, il bagaglio e gli oggetti personale del viaggiatore posto davanti. Quello che è successo a Riccardo poteva succedere a chiunque.
A tutto ciò viene sommata l’incuranza di non procedere adeguatamente ai controlli una volta segnalato il furto: sarebbe stato opportuno ispezionare i passeggeri sopraggiunti poco prima di Riccardo, anche attivando per il controllo il personale di Polizia presente all’aeroporto. Ma in questo caso è consentito fermare solamente con certezza le persone ritenute “colpevoli”.
“Sostengono anche di essersi attivati immediatamente. Questo è vero ma non nella maniera corretta. Abbiamo subito segnalato da dove arrivasse il segnale del cellulare appena trafugato ed invece di andare immediatamente sul posto si sono messi a smontare la linea di controllo. Tempestività in questo caso non ha per niente significato professionalità” commenta Marco.

Dopo molti mesi ancora nessun sviluppo sul caso del furto del cellulare all’aeroporto di Torino
A distanza di mesi dall’accaduto e dal furto del cellulare presso l’aeroporto di Torino – Caselle non c’è stato ancora nessun sviluppo concreto del caso.
La Sagat, la società che si occupa della gestione dei servizi di sicurezza all’interno dell’aeroporto, a cui il signor Marco ha scritto ben 2 volte, si è limitata a comunicargli che lo smarrimento di effetti personali all’interno del aeroscalo non è di sua competenza. Eppure sarebbe interessante interrogare la società in merito alle procedure che questa deve seguire proprio perché non si verifichino più situazioni del genere. E soprattutto perché in quel caso non solo non sono state mantenute le opportune distanze tra un passeggero e l’altro in fase di controllo bagaglio ma non si è verificato poi neanche il luogo dove sembrava ci fosse il segnale del cellulare sottratto.
Il signor Marco ci spiega anche che un mese fa ha ricevuto una chiamata da parte della Polizia ma solo perché le forze dell’ordine stavano verificando il dettaglio del traffico voce del numero di telefono. Da un controllo le ultime chiamate sono appunto solo dei familiari e ad una richiesta ulteriore di controllo sull’accaduto gli è stato risposto che la legge ha, purtroppo, i suoi tempi.
E anche la richiesta di visionare le telecamere presenti in aeroporto è stata un buco nell’acqua: per poter verificare quel materiale è necessario presentare oltre che una denuncia anche una richiesta apposita. E da una prima analisi superficiale sembra che i video non presentino nessun elemento chiave per dare una risvolto alla vicenda.