Ieri mattina, 28 ottobre 2021, all’Educatorio della Provvidenza in corso Trento si è svolta la presentazione del primo centro HPL d’Italia. HPL sta per High Performance Learning, e il suo scopo è quello di offrire un supporto didattico alle famiglie e relativi figli con disabilità cognitiva e intellettiva.
Stiamo parlando dunque di ragazze e ragazzi che meritano un’adeguata attenzione ai loro bisogni educativi. Una realtà che per fortuna viene sempre più affrontata, e l’apertura di questo centro rappresenta un momento decisamente importante per il settore.
Obiettivi e funzioni del centro HPL
Il progetto nasce per iniziativa dell’associazione ADN (Associazione Diritti Negati) e da CPD (Consulta per le Persone in Difficoltà); il coordinamento dell’iniziativa è della dottoressa Barbara Urdanch, che oggi ha presentato il centro HPL. Presenti anche partner che hanno sostenuto il progetto, come Chiara Caucino, assessora al Welfare Regione Piemonte; il dottor Roberto Keller, Dirigente Medico di Psichiatria dell’ASL To2; Maurizio Montagnese, Presidente di Intesa Sanpaolo Innovation Center.
L’obiettivo del centro HPL è quello di colmare una attuale mancanza del sistema scolastico, ovvero venire incontro alle esigenze degli studenti con disabilità. Molti insegnanti sono ancora impreparati a gestire questa realtà, e il centro si pone il compito di fare da intermediario non solo tra scuola e studente, ma anche tra studente e famiglia.
Lo scopo infatti è anche dare supporto e indicazioni corrette a tutti quei genitori che si ritrovano impreparati sull’argomento. Un compito meritevole e difficile ma che ha già l’appoggio dichiarato delle istituzioni.
Chiara Caucino: “Prometto che il centro HPL continuerà in futuro”
Il centro HPL ha ricevuto fondi sufficienti per partire da novembre e continuare fino a maggio, ma l’assessora Caucino ha formalmente promesso una continuità. Un gesto notevole che fa ben sperare a tutte quelle famiglie che si troveranno a usufruire di questo servizio.
Lo stesso Montagnese, in quanto rappresentante dell’Intesa Sanpaolo, ha espresso il dovere morale da parte degli enti privati di appoggiare iniziative educative del genere. L’augurio è ovviamente che questo esempio verrà seguito da ulteriori istituzioni e altri finanziatori, dato che il tema è più attuale che mai, assieme a quello del DSA (Disturbo Specifico del’Apprendimento).
Nel tentativo di conoscere meglio quest’altra realtà variamente diffusa, abbiamo parlato con la dr.ssa Urdanch.
La DSA, una realtà da conoscere
“Il disturbo dell’apprendimento è sempre esistito”, ci spiega la dottoressa Urdanch, “solo che una volta, per ignoranza, gli studenti che ne erano affetti venivano chiamati pigri”. Se oggi dunque il fenomeno viene menzionato è perché solo adesso gli si dà la dovuta attenzione.
Ma è possibile che tale fenomeno sia legato all’uso di tablet o smartphone sin da piccoli? La risposta della dr.ssa è secca: “No. È solo un modo diverso di imparare, è semplicemente il modo dei nativi digitali. Noi siamo nativi gutemberghiani (vale a dire abbiamo studiato sulla carta stampata N.d.A.), a noi può sembrare strano utilizzare uno schermo, ma per i nativi digitali no”.
“Certo, non bisogna abusare della tecnologia”, continua la dottoressa, “ma non dobbiamo neanche demonizzarla. Basta semplicemente accettarla e saperla dosare”. Per tutti quei genitori che non sanno come dosarla, il centro HPL è qui per spiegarlo. Si tratta dunque di educare alla disabilità e non educare la disabilità, perché il concetto è quello di imparare a rapportarci a essa, non tentare di sopprimerla magari ignorandola.
Per informazioni e segnalazioni ci si può rivolgere alla dottoressa Urdanch o alla dottoressa Silvia Ferrera, telefonando al 351 7460967 o all’indirizzo mail centrohpl@adnonlus.it