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domenica 24 Settembre 2023

Casa 19 Marzo e Casa Marchesa: quando la solidarietà dimora a Torino

Intervista a Luigi Ronzulli che cura Casa 19 Marzo e Casa Marchesa, le case di accoglienza per persone in difficoltà lavorativa e abitativa a Torino e nella sua provincia

Il Natale non è soltanto luci, per molte persone è anche e soprattutto freddo. Si ha freddo se non ci si può permettere il riscaldamento, e ancor più un tetto sopra la testa. Succede anche in Italia, succede anche a Torino e provincia. Ma talvolta una luce riesce a fare capolino ed è quella della solidarietà.

Come quella profusa a piene mani da Luigi Ronzulli e dagli altri soci dell’Associazione Onlus Misericordia SpA (diversamente da quello che si può ipotizzare Spa è Società per Amore). Una realtà tutta torinese che tende le mani in avanti verso chi ha più bisogno di aiuto.

L’associazione è stata aperta nel 1997 e gestisce due diverse Case di Accoglienza sul territorio: Casa 19 Marzo che accoglie i padri separati in difficoltà abitativa a Torino e Cascina Marchesa che sorge nel Comune di Fiano Torinese, un progetto che ha come obiettivo quello di dare una casa e un lavoro a chi è in difficoltà economica.

Abbiamo intervistato Luigi Ronzulli, il quale ha potuto raccontarci nel dettaglio questi ammirevoli progetti di emergenza abitativa promossi dall’associazione di cui fa orgogliosamente parte.

Due differenti case di accoglienza per persone in difficoltà lavorativa e abitativa a Torino e nella sua provincia: Cascina Marchesa e Casa 19 marzo. Quando avete iniziato a sviluppare questa tipologia di progetti sul territorio?

All’inizio la nostra associazione si occupava di progetti legati all’antitratta e supportava le donne vittime di sfruttamento. Dal 2016 ha invece iniziato ad abbracciare progetti residenziali.

Cascina Marchesa è una cascina solidale creata nel 2019 e si trova a Fiano in provincia di Torino mentre Casa 19 marzo a Torino in corso Ciriè ed è un progetto specifico per i padri separati.

Quest’ultima, nata nel 2016, ospita persone che lavorano e che hanno bisogno solo di un aiuto per la questione abitativa. Molto spesso questi padri separati non riescono ad avere una locazione per il fatto che devono dare il mantenimento alle loro famiglie.

Cascina Marchesa ospita invece persone che non hanno né una casa né un lavoro. All’interno della cascina fanno una vita comune e svolgono attività come il giardinaggio, l’apicoltura, l’allevamento di piccoli animali e laboratori specifici.

Casa 19 Marzo. Come è nata l’idea di creare un progetto di emergenza abitativa dedicato esclusivamente ai padri separati?

I padri separati sono una categoria di persone sempre più numerosa che, dopo lo scioglimento del proprio nucleo familiare, si è trovata a far fronte al raddoppio delle spese di mantenimento.

Ma soprattutto, si è trovata a volte senza una casa in cui far ritorno. L’idea di creare un progetto di emergenza abitativa a loro misura nasce per l’appunto per fornire quel sostentamento che gli manca.

Vorreste ampliare Casa 19 Marzo?

La casa dei padri separati di Torino si trova oggi di fronte alla necessità di aumentare i posti letto per accogliere chi è in difficoltà.

Prima del Covid in questa struttura c’erano 6 posti disponibili, dopo invece la pandemia abbiamo dovuto ridurre i posti a tre. Abbiamo attualmente un progetto di ampliamento su cui stiamo però aspettando delle risposte.

Cascina Marchesa invece si trova fuori Torino e fornisce alle persone in difficoltà un aiuto maggiore, non solo di tipo abitativo.

La cascina solidale Marchesa è una casa di accoglienza che fornisce non solo un tetto sopra la testa a chi in quel momento non ce l’ha. Ma offre anche un aiuto di indirizzamento all’occupazione per chi ne è sprovvisto. La casa si trova fuori Torino ed è molto grande, è composta da 5 camere, 4 bagni, 1 cucina, 2 sale, 3 magazzini e terreni destinati all’allevamento e alla coltivazione.

Ha una capacità di 12 posti ma attualmente ci vivono 5 persone. Tutte le persone ospitate sono chiamate alla manutenzione continua della struttura e alle attività lavorative di auto produzione alimentare.

State quindi portando avanti un progetto per aiutare concretamente sul piano del lavoro le persone in difficoltà a Cascina Marchesa.

Sì, vorremmo creare davanti a Cascina Marchesa dove vi sono due ettari liberi di terreno un vivaio e trasformare così la cascina in un’azienda agricola con terreni da coltivare.

Questo aiuterebbe le persone in difficoltà ospitate perché consentirebbe loro di avere un lavoro e un reddito. Il vivaio diventerebbe così un luogo di formazione, di lavoro e anche un ritrovo di natura terapeutica e didattica adatta a grandi e piccini.

Nello specifico cosa vorreste realizzare?

Attualmente c’è una serra molto grande ma l’obiettivo è portare fino a 5 serre su questo terreno. C’è la possibilità di accedere all’acqua per poter irrigare il terreno oltre ad una bella esposizione che permetterebbe un’ottima coltivazione.

Ci mancano solo le risorse per ampliare il progetto del vivaio e le capacità da mettere a disposizione in questo progetto specifico. Avevamo portato a termine un progetto analogo dedicato all’apicoltura: alcuni nostri volontari sono apicoltori e fanno produzione di miele e siamo riusciti ad arrivare secondi in un concorso regionale per il miglior miele Millefiori del Piemonte.

Ci sono dei bandi a cui state partecipando?

Abbiamo fatto delle richieste ma in questo momento non è arrivato nulla. Stiamo aspettando di capire come muoverci al riguardo perché la nostra ragione sociale è una Onlus senza scopo di lucro.

Vorremmo ampliarci e realizzare una collaborazione con una cooperativa agricola che possa gestire anche con capacità già acquisite il nostro progetto.

Sbirciando sul vostro account Facebook ci siamo imbattuti nel progetto del “regalo sospeso”. In che cosa consiste?

Il Natale per il padre separato è un momento terribile perché non sa cosa regalare ai figli.

Quest’anno siamo riusciti con la collaborazione di un noto negozio di giocattoli di Torino, De Angelis, ad aiutare i nostri padri separati concretamente: grazie all’iniziativa di donazione del “regalo sospeso” persone in difficoltà hanno potuto ritirare regali e poi consegnarli ai propri figli.

Ma parlando di regali, il più bello è sicuramente quello di dare una casa a chi non ce l’ha. Per questo abbiamo incartato la porta d’ingresso della Casa dei Papà Separati di Torino.

Prima di questi progetti la vostra associazione si occupava di altre persone in difficoltà: le vittime di prostituzione vero?

Sì, nel 1997 gestivavamo l’associazione Antitratta e aiutavamo le donne vittime di prostituzione. Ora non abbiamo più case di accoglienza per le donne: abbiamo tentato di aprire una cascina solidale per le donne ma non ci hanno aiutato né nel pubblico né nel privato e abbiamo dovuto, per il momento, sospendere l’idea.

Però proseguite nel periodo natalizio con un’iniziativa che le coinvolge direttamente. Ce la puoi raccontare?

Sì, anche quest’anno riprenderemo una vecchia tradizione. Nei giorni delle Festività distribuiremo presepi costruiti dai residenti delle nostre case di accoglienza alle molte donne che purtroppo sono ancora vittime della prostituzione.

Questi presenti che illustrano la Natività saranno donati lungo i marciapiedi di Torino e sarà l’ottavo anno di questo progetto che vuole essere un gesto di attenzione e dolcezza per far sentire la festa natalizia anche a chi, come sapete, deve prostituirsi anche alla Vigilia di Natale.

Presepe donato le donne alle donne vittime di prostituzione

Soprattutto in vista delle feste natalizie aumentano le richieste di aiuto di chi si trova in difficoltà?

Come ogni anno, in questo periodo, le richieste di aiuto si moltiplicano.

Persone di differente età chiedono un luogo dove vivere e poter ricominciare. La povertà ogni anno è differente da quello precedente. Quest’anno, le richieste di famiglie in difficoltà sono aumentate anche in ragione della crisi scatenata dal Covid e l’età media si sta alzando. Sono in molti, per esempio, a essere fuori dal mondo del lavoro, magari già con 30 anni di contributi alle spalle, ma in attesa di arrivare alla pensione.

I cittadini di Torino e della sua provincia possono contribuire?

Sì, abbiamo bisogno di ampliare i nostri progetti di accoglienza e l’aiuto di tutti significherebbe continuare ad accogliere sempre più persone in emergenza economica, lavorativa e abitativa. Sappiamo quanto l’animo di Torinesi e Piemontesi possa essere generoso: ci rivolgiamo a loro affinché questa catena di solidarietà non si spezzi.

Rossella Carluccio
Rossella Carluccio
Classe 1983. Ha iniziato con il giornalismo locale nel 2005 lavorando prima per “Il Risveglio” e poi per “Il Canavese”. Dal 2009 è giornalista pubblicista. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione inizia un’avventura lavorativa nel mondo del digital marketing ma senza dimenticare la sua prima passione, la scrittura. Unisce questi due universi e diventa copywriter. Dal 2021 ritorna a vestire i panni della giornalista.

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