Aggressioni, eventi critici e situazioni di assoluta invivibilità dal punto di vista sia lavorativo che detentivo. Nel Carcere di Torino la situazione è vicina al collasso e l’OSAPP lo denuncia a gran voce.
L’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria ha infatti diramato un comunicato specificando come queste pessime condizioni detentive, già presenti nella struttura penitenziaria, si sono acutizzate nelle ultime settimane.
Tra gli esempi più eclatanti quello di un detenuto italiano che alloggiava nel corridoio della sezione detentiva dormendo a terra accanto a pentole, scope e computer, e solamente il 19 dicembre, dopo svariati tentativi di persuasione da parte del Personale di Polizia Penitenziaria, finalmente, è stato spostato nell’aula studio del padiglione in cui era presente almeno un materasso posto per terra.

La denuncia dell’OSAPP: le aggressioni verso gli agenti della Polizia Penitenziaria di Torino continuano
Ad essere denunciate dall’OSAPP anche i casi di aggressione verso alcuni agenti della Polizia Penitenziaria. Nell’ultimo mese due sono avvenuti a distanza di 4 giorni l’uno dall’altro rendendo le condizioni all’interno del carcere ancora più insostenibili.
Il 24 dicembre il servizio di “scorta” composto da alcune unità di Polizia penitenziaria si accingeva a trasferire una detenuta straniera con problemi psichiatrici per un ricovero presso il reparto detentivo ospedaliero delle Molinette di Torino. Quest’ultima dopo aver rifiutato le cure e opposto resistenza all’uscita della cella è stata accompagnata nel reparto infermeria del carcere ma al rientro in cella ha morso la mano dell’agente di servizio. Quest’ultimo è stato poi accompagnato all’Ospedale Maria Vittoria per il trauma riportato ed è stato dimesso dopo vari giorni di prognosi.
Il secondo caso è avvenuto il 28 dicembre: un detenuto italiano con problemi psichiatrici ha colpito violentemente l’agente di servizio nella sezione detentiva in quanto voleva permanere nel corridoio della sezione e non rientrare nella propria cella. Anche in questo ultimo drammatico episodio l’agente della Polizia Penitenziaria è stato accompagnato al Pronto Soccorso dell’Ospedale Maria Vittoria e è stato dimesso con vari giorni di prognosi.
“Quella di Torino è, purtroppo, una situazione che perdura da mesi ed in cui agiscono sinergicamente vari fattori quali la precarietà alloggiativa della struttura in molti ambienti in palese vetustà e carenza di interventi di ripristino, la massiccia presenza di detenuti con evidenti problemi di natura psichiatrica e il cui numero non consente una efficace separazione dagli altri ristretti, l’assenza di qualsivoglia azione preventiva-interdittiva di natura disciplinare rispetto alle frequentissime aggressioni al Personale di Polizia penitenziaria da parte della popolazione detenuta” spiega Leo Beneduci segretario generale dell’O.S.A.P.P.

“Ingiusta allocazione dei detenuti psichiatrici“: il segretario dell’OSAPP si rivolge al ministro Cartabia
Il segretario dell’OSAPP ha sottolineato nel suo intervento che la stragrande maggioranza dei detenuti responsabili di violenze, come quelle avvenute negli ultimi giorni, avevano già dato segno in precedenza di evidente squilibrio psichico e che il carcere è tutt’altro che un ambito idoneo a trattare con efficacia simili patologie.
“Non risulta difficile individuare le principali responsabilità di una situazione in grave e in costante peggioramento non solo nel carcere di Torino ma sull’intero territorio nazionale e che vede ogni giorno di più, soprattutto in crescente disagio fisico e morale dei Poliziotti penitenziari, l’Istituzione penitenziaria venire meno alle finalità ed ai principi sanciti in primo luogo dall’articolo 27 della Costituzione” continua Beneduci.
L’auspicio, secondo il segretario dell’OSAPP, è che il ministro Cartabia inserisca, tra gli interventi prioritari in programma per la riforma della giustizia, anche quelli legati alla soluzione di queste problematiche.
“Auspichiamo quindi ed ancora una volta che tra gli interventi in programma per la riforma della giustizia si renda prioritaria anche la soluzione ai problemi dell’attuale assenza di funzionalità degli istituti penitenziari e degli ingiustificabili disagi degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, anche rispetto all’inadeguata ed ingiusta allocazione dei detenuti “psichiatrici” che non dovrebbero essere trattenuti all’interno di strutture penitenziarie ordinarie” conclude Beneduci.