Cinque condanne fino a cinque anni e due assoluzioni, in tribunale a Cuneo, nel primo primo processo per caporalato celebrato in provincia relativo a fatti avvenuti nel Saluzzese, il maggiore distretto agricolo piemontese.
L’inchiesta, denominata “Momo” dal soprannome del caporale che faceva da tramite tra i lavoratori sfruttati (tutti migranti africani) e le aziende, tra doppi turni, di giorno nei campi e di notte in un macello di Barge, oltre alle paghe non dignitose e in nero. Il pm Carla Longo aveva parlato di “caporalato grigio” per descrivere il fenomeno, perché faceva leva sulla paura dei braccianti di perdere il lavoro o il permesso di soggiorno.
I due braccianti parte lesa nel processo avranno un risarcimento provvisionale di 50 e 15 mila euro, 10 mila euro a Cgil, il sindacato agricolo Flai Cgil e associazione Sicurezza e Lavoro. Multe per Tassembedo, Diego Gastaldi e Marilena Bongiasca di 14 mila euro ciascuno, di 8 mila euro per Andrea Depetris e Monica Coalova. Tutti gli imputati, come pena accessoria, per due anni non potranno assumere cariche nelle imprese e ricevere sussidi dallo Stato o dall’Unione Europea.
Flai Cgil Cuneo: “Sentenza storica. Ora serve un sistema di collocamento pubblico per i lavoratori agricoli”
Andrea Basso, Segretario generale della Flai Cigl Cuneo, dopo la sentenza ha dichiarato: “La sentenza conferma quanto sostenuto nel tempo dal Sindacato. Purtroppo anche nel nostro territorio esiste un sistema illecito di intermediazione che sfrutta lavoratori in condizioni di estrema debolezza e precarietà. È una sentenza storica che valorizza il nostro impegno pluriennale fatto di azioni concrete e di sostegno ai lavoratori. Ci aspettiamo che quanto accaduto convinca tutti (istituzioni, associazioni datoriali, comunità locali) dell’indispensabilità di arrivare a un sistema di collocamento pubblico dei lavoratori agricoli trasparente e rispettoso delle leggi, dei contratti e dei diritti inviolabili delle persone.”
La Flai Cigl e la Cigl di Cuneo si sono costituite parte civile nel processo in quanto hanno ritenuto doveroso battersi in ogni ambito per rivendicare e ribadire il ruolo che il lavoro deve avere per realizzare una società più giusta che dia dignità alle persone che vivono delle loro fatiche.
Grimaldi (LUV): “Nelle nostre campagne anche sfruttamento e oppressione“
“Sentenza storica oggi al Tribunale di Cuneo: prima condanna per caporalato nel Nord Ovest. Il bracciante Koanda Moumouni ha sfidato la paura e il silenzio, ha raccontato lo sfruttamento dei lavoratori migranti nei campi e negli allevamenti del saluzzese“. È quanto afferma il consigliere regionale Marco Grimaldi che sottolinea come spesso i lavoratori stranieri ricevano paghe da fame, a cottimo, con molte ore pagate in nero, e che siano costretti a lavorare 11 ore al giorno anche il sabato e la domenica, in condizioni climatiche estreme o di notte.
Il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi aggiunge: “Non solo : estorsioni e minacce da parte del caporale, Momo, condannato a 5 anni di reclusione, €14.700 di multa e interdizione perpetua dai pubblici uffici), insieme agli imprenditori agricoli Diego Gastaldi e Marilena Bongiasca e agli allevatori Andrea Depetris e Monica Coalova (3 anni di reclusione, €8.400 di multa e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici). Come può la nostra società tollerare tutto questo?” .
“Da anni denunciamo le condizioni drammatiche di lavoro e di soggiorno dei migranti nelle campagne piemontesi – prosegue Grimaldi. – Oggi un muro di silenzio è crollato grazie al coraggio dei lavoratori, ma anche all’opera quotidiana dell’associazione Sicurezza e Lavoro, della Flai Cgil e di tanti altri soggetti che da anni conducono una dura battaglia contro caporalato e sfruttamento. È solo un inizio. Chiedo all’Assessore Protopapa che cosa ne sia stato del protocollo d’Intesa per la promozione del lavoro regolare in agricoltura firmato nel 2019”.