La notizia si attendeva da mesi, durante i quali la domanda era sempre la stessa: che fine farà la basilica di Superga? La chiesa, infatti, rischiava di chiudere perché l’Ordine dei Servi di Maria che la gestiva si era ridotto a pochi frati, diventati ormai troppo anziani per poter mantenere attivo un centro religioso, culturale nonché turistico di tale portata.
Alla fine la domanda ha trovato risposta e tutti hanno tirato un respiro di sollievo: Superga, uno dei simboli di Torino, non chiuderà. L’annuncio è stato fatto dall’arcidiocesi pochi giorni fa, e la notizia ha subito dato speranze e voglia di realizzare nuovi progetti.
L’annuncio dell’arcidiocesi: “Superga al Sermig”

A ricevere le chiavi e portare avanti il lavoro dei frati sarà il Sermig, ovvero il Servizio Missionario Giovani che dal 1964 è uno dei punti di riferimento religiosi di Torino, particolarmente attivo nella città (e non solo) per il lavoro e l’aiuto fornito ai poveri. Composto da sacerdoti diocesani di Torino cresciuti nella Fraternità dell’Arsenale, svolgono già da tempo il proprio servizio in diocesi, come la gestione della parrocchia di San Gioacchino, nell’area di Porta Palazzo che comprende anche l’Arsenale
Il passaggio del testimone è avvenuto il 2 agosto con una cerimonia ufficiale presenziata dall’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, il fondatore del Sermig Ernesto Olivero, i preti e i membri della Fraternità, e infine le autorità cittadine. “Abbiamo molte idee” ha dichiarato Olivero nell’occasione “ma preferiamo raccontarle facendole, non anticipandole”.
Dunque ci saranno novità in arrivo per Superga, e nel frattempo si continueranno le normali attività della basilica, e cioè la celebrazione delle messe, l’ospitalità dei pellegrini e ovviamente anche la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, mantenendo i percorsi museali già attivi, e sui quali conviene spendere qualche parola in merito.
Basilica di Superga: chiesa e museo

Superga è un luogo illustre di Torino per più motivi. È innanzitutto un centro religioso, la cui storia si intreccia con quella della città e in particolare dei Savoia, dato che l’edificio nasce nel 1706 per un voto fatto da Vittorio Amedeo II di Savoia e suo cugino il principe Eugenio, che promisero di costruire una chiesa dedicata alla Vergine se fossero riusciuti a liberare Torino dall’assedio francese.
La chiesa si intreccia ulteriormente con la famiglia Savoia perché lì sono conservate le loro tombe, all’interno della Cripta Reale. L’edificio religioso è quindi anche un museo che rappresenta un pezzo di storia torinese, e generalmente è visitabile il venerdì, sabato e domenica ma in via del tutto eccezionale dal 9 al 20 agosto l’apertura sarà estesa a tutti i giorni della settimana.
Tuttavia nel cuore dei torinesi – e anche in quello di moltissimi italiani – il nome di Superga appartiene alla storia della città anche perché legata a un ricordo doloroso, quello del “Grande Toro”, la squadra invincibile del 1949 che il 4 maggio si trovava a bordo di un aereo in ritorno da Lisbona e che a causa di una nebbia fittissima che non permetteva la visibilità si schiantò contro le fondamenta sul retro della Basilica.
Portare avanti e tramandare il ricordo sia di questi eventi che dei membri della casa Savoia è una missione civica che fa onore alla storia di Torino, ed è bello pensare che Superga, oltre che per il piacere di fedeli e turisti, resterà aperta anche per loro.
